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 2012  giugno 26 Martedì calendario

IL CAVALIERE RISORGE CONCRETAMENTE COME I PERSONAGGI DEI FUMETTI


Come i supereroi, da Superman a Capitan America e Batman, che non muoiono mai davvero, benché di tanto in tanto vengano sotterrati con tutti gli onori alla presenza delle massime autorità, anche la Buonanima (come tutti i trapassati, occasione presentandosi) sta meditando di risorgere.
Non una resurrezione morale, come nei romanzi russi, ma una resurrezione vera e propria, come nei fumetti e nella storia delle religioni: un attimo sei morto e l’attimo dopo sei di nuovo in giro, le mani sui fianchi della fanciulla (o dell’Emilio Fede) che ti precede nel trenino. Batman, prima di ripresentarsi a Gotham City col suo mantello svolazzante e la sua bat-cintura, ha dovuto viaggiare attraverso il tempo, dalla preistoria al XXI secolo; Superman è finito nell’aldilà, si è guardato intorno, campi elisi, anime in estasi, leoni che giacciono accanto a bambini festanti, praticamente il paradiso secondo le illustrazioni che adornano le pubblicazioni dei Testimoni di Geova, ed è tornato indietro di corsa; qualcosa del genere, mi pare, è successo anche a Capitan America: un terrorista lo accoppa a tradimento, ma tempo un mese o due ed eccolo di nuovo lanciare il suo scudo di titanium contro Teschio Rosso e il Barone Zemo. Superpapi potrebbe risorgere a sua volta.
Che ci vuole, dopotutto? Aveva non so quante zie suore, e può darsi che le brave donne possano intercedere presso la burocrazia celeste (ci sarà pure un ente inutile competente) e riportarlo tra noi nelle vesti dell’arrifondatore dell’ennesimo partito e forse addirittura in quelle di pretendente al trono (poltrona è troppo poco) quirinalizio.
E dire che Angelino Alfano e gli altri maggiorenti del Popolo delle libertà si sentivano ormai postberlusconiani: molto più leggeri, elettoralmente parlando, ma postberlusconiani, vivaddio. Per affrancarsi finalmente dalla Sua tutela, Alfano e gli altri avevano dovuto rinunciare, oltre che a Lui, caro lei, anche ai tre quarti o giù di lì dei consensi raccolti nel 2008, quando a precipitare il paese nel caos era stata l’Unione di Romano Prodi (mentre adesso del disastro sono responsabili loro: la Buonanima e i sopravvissuti). Voti e intenzioni di voto buttati dalla finestra del bunga bunga, dell’alleanza con la Lega e, in generale, del dilettantismo politico (sotto la finestra, con un ombrello aperto, ci sono Beppe Grillo e i suoi pretoriani, che raccolgono i consensi volati via al partito di plastica). Ma se con i voti sparisce anche il fondatore, ormai vecchio e ingombrante, be’, il centrodestra rimane in affari. Matteo Renzi, per potersi dire finalmente postbersaniano, non darebbe soltanto metà dei voti ma anche tutta la sua collezione di giochi Nintendo. Ma se i voti vanno e la Buonanima resta, be’, allora non è più un affare. È una barzelletta catastrofica: a raccontarla, si rimane fulminati.