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 2012  giugno 26 Martedì calendario

PONTICELLI E LA STRAGE DELLE DUE BAMBINE «RIAPRITE IL PROCESSO»


ROMA — «Fu uno solo l’assassino di Barbara e Nunzia, non i tre che hanno pagato ingiustamente. Ora ci sono nuove prove e testimonianze, riaprite il processo, trovate il vero colpevole». Due anni e mezzo di contro-inchiesta, 1.330 pagine, l’impegno strenuo di tre avvocati, l’ex senatore Ferdinando Imposimato, Eraldo Stefani e suo figlio Francesco, hanno prodotto la richiesta di revisione depositata giovedì scorso alla Corte d’Appello di Roma. Nunzia Munizzi aveva 10 anni, Barbara Sellini ne aveva 7, furono violentate, uccise con un coltello e bruciate, i corpi vennero ritrovati il 3 luglio 1983 in un canalone di Ponticelli, periferia di Napoli. Un testimone, cambiando versione, incastrò tre manovali, Luigi Schiavo, Ciro Imperante e Giuseppe La Rocca, subito ribattezzati «i mostri di Ponticelli» e condannati all’ergastolo nell’87 in Cassazione. I tre, però, si sono sempre dichiarati innocenti, hanno fatto lo sciopero della fame e chiesto invano più volte la revisione del processo. Oggi Giuseppe La Rocca ha 48 anni come Ciro Imperante, Luigi Schiavo ne ha 50: grazie a sconti di pena sono tornati in libertà il 28 ottobre 2010. Hanno mogli, figli, un lavoro, ma dopo 30 anni chiedono ancora giustizia. I nuovi testimoni forniscono loro un alibi e spostano l’ora del delitto dalle 20.30 del 2 luglio a dopo le 24. E così — dice Eraldo Stefani — sarebbe il caso di recuperare la prima pista investigativa, che portava a «un uomo, capelli rossi e tutto lentiggini», molto conosciuto all’epoca tra i ragazzini (e ancora vivo). Di lui si parla pure nel libro di Giuliana Covella, «L’uomo nero ha gli occhi azzurri», appena uscito.
Fabrizio Caccia