Fulmini 26/6/2012, 26 giugno 2012
EMOZIONE
«Che grande emozione mi hanno dato i ragazzi. Mi hanno ricordato Berlino 2006. È un successo meritato, l’Italia ha dominato e per questo avrei chiamato anche se avesse perso» (Giorgio Napolitano).
PERSONALE«Mi fa piacere trovare gli azzurri anche per la mia storia personale. E perché rispetto al 2006, i favoriti siamo noi» (Oliver Bierhoff, manager della Germania, ex attaccante di Udinese, Milan e Chievo).
BRACCINO «La Germania è molto forte, ma nessuno è invincibile. L’Italia non ha il braccino corto, cresce e giocherà con coraggio per attaccare» (Cesare Prandelli).
RAGAZZI «Il 4-3 del ’70 per noi ragazzi di 14 anni era la Partita. Ricordo che la vidi in tv con mio padre, è stata la più grande emozione che ho avuto dal calcio» (Cesare Prandelli).
SASSOLINI «Mi piace tenere tutti i sassolini nelle scarpe, così ricordo meglio. Non so se ora qualcuno salirà sul carro. Siamo bravi nel tackle, e diamo anche qualche calcione» (Prandelli risponde a chi dava l’Italia per spacciata alla vigilia degli Europei).
CUCCHIAIO «Il mio cucchiaio ha tranquillizzato tutti» (Andrea Pirlo dopo la partita di domenica).
TOTTI «Ci ho pensato, come posso nasconderlo. Quando ho visto il cucchiaio di Pirlo finire dentro, la mia testa è andata a un altro cucchiaio, quello di Totti che portò la mia Italia in finale a Euro 2000. Lì ho capito che avremmo vinto» (Dino Zoff).
DIAMANTI «Hai messo un Diamanti in mezzo al cuore (canzone profetica)» (tweet di Jovanotti).
FALLITI «Bella la partita Italia-Spagna: falliti contro disastrati» (Maurizio Crozza).
CRISI «In Spagna c’è crisi, ma tanta gente è venuta a tifare per me. Dovevo ripagarla» (Fernando Alonso).
FELICITÀ «Troppa la felicità per pensare a che cosa sia successo. Siamo passati dalla massima delusione alla massima gioia, come mi ero augurato dopo le qualifiche. Lo sport è imprevedibile, soprattutto la F.1. E questo deve insegnarci che non bisogna mai mollare, perché ci si può risollevare e vincere» (Fernando Alonso).
STALLO «È stata proprio una m... ma non posso farci nulla. Andavo proprio forte, il passo era veloce e la macchina non mostrava nessun problema. Dopo la ripartenza per la seconda safety car tutto andava bene, poi, però, non so cosa è successo, ho perso l’acceleratore ed il motore è andato in stallo» (così Sabastian Vettel dopo il ritiro al 34° giro del GP d’Europa).