Alessandra Nucci, ItaliaOggi 26/6/2012, 26 giugno 2012
SCOPERTA LA DATA DELLA CROCIFISSIONE
Una questione dibattuta da secoli, la data della crocifissione di Gesù Cristo, trova oggi una risposta nella scienza geologica. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Geology Review, esiste la conferma che Gesù fu crocifisso il venerdì 3 aprile dell’anno 33 d.C.
Lo affermano, sulla base di dati archeologici, testuali e astronomici, il geologo Jefferson Williams della Supersonic Geophysical e i colleghi Markus Schwab e Achim Brauer del Centro tedesco di ricerca per le geoscienze.
Insieme, i tre ricercatori hanno voluto saggiare la credibilità della Scrittura esaminando i movimenti tellurici della zona del Mar Morto.
Il Vangelo di Matteo, 27:51, parla di un terremoto che avvenne in concomitanza con la crocifissione. «E Gesù, emesso un altro grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono».
Per questo i tre ricercatori hanno indagato la cronologia dei movimenti tellurici degli ultimi 4 mila anni, concentrandosi sulle attività sismiche intorno al Mar Morto, a poco più di 20 chilometri da Gerusalemme.
Nello specifico, gli studiosi hanno preso in esame la crosta superiore di sedimenti laminati, fino a 5,8 metri di profondità, con la tecnica dei carotaggi.
Dagli strati annuali di sedimenti dei tre carotaggi effettuati sulla spiaggia di Ein Gedi, sul Mar Morto, i ricercatori hanno potuto rilevare le tracce di almeno due grandi sismi di duemila anni fa: un forte terremoto nel 31 a.C. e un sisma databile fra il 26 d.C. e il 36 d.C. Quest’ultimo periodo comprende gli anni in cui procuratore della Giudea era Ponzio Pilato, sotto il quale, secondo quanto indicato negli Annali di Tacito (XV, 44), oltre che nei quattro Vangeli, avvenne la crocifissione di Cristo.
Gli eventi naturali descritti nella Bibbia da molti sono considerati allegorici, ma il giorno della crocifissione, il Venerdì Santo, era conosciuto con un discreto grado di precisione.
Comparando i dati biblici con il calendario ebraico e con calcoli astronomici, emerge una manciata di possibili date, fra cui la più probabile a giudizio unanime degli esperti era il venerdì 3 aprile del 33 d.C. Questa si ritiene ora confermata dai dati sismici forniti da Williams e dalla sua équipe, anche se lo studioso riconosce che non si può escludere che l’autore del Vangelo di Matteo abbia «preso a prestito» le caratteristiche di un terremoto avvenuto qualche tempo prima o dopo la crocifissione, e le abbia attribuite al terremoto locale avvenuto fra il 26 e il 36 d.C., un sisma sufficientemente forte da deformare i sedimenti di Ein Gedi, ma non potente abbastanza da essere ricordato in un registro storico extrabiblico.
Williams sta ora studiando un altro possibile evento naturale associato alla crocifissione: il buio.
Tre dei quattro Vangeli riferiscono infatti che ci fu buio dal mezzogiorno alle tre del pomeriggio dopo la crocifissione. L’ipotesi su cui si sta indagando è che tali tenebre possano essere state causate da una tempesta di polvere. Pertanto l’équipe di Williams cercherà di stabilire se esistano tracce di una tempesta di polvere nei sedimenti del terremoto nella regione di Gerusalemme, all’inizio del primo secolo dopo Cristo.