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 2012  giugno 26 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. QUALCUNO VUOLE DAVVERO FAR CADERE IL GOVERNO?


CORRIERE.IT - BERLUSCONI PRONTO A FARE IL MINISTRO DEL’ECONOMIA
MILANO - Sono disponibile a fare il ministro dell’economia in un governo guidato da Alfano. Lo ha detto Silvio Berlusconi ai parlamentari del Pdl riuniti alla Camera. Il Cavaliere ha affrontato vari argomenti dell’agenda politico-economica ma ha insistito soprattutto sul futuro del centrodestra. In particolare, ha rilevato l’ex premier, ha ragione Angelino quando dice che con il 40% si può tornare a vincere. «Abbiamo anche la possibilità di un’altra legge elettorale. Quanto alle possibili alleanze, Berlusconi ha bocciato l’ipotesi di un’alleanza tra l’Udc e il Pd. «Se l’Udc va a sinistra le mie indagini dicono che si porterebbe dietro solo un 10% dei suoi elettori» ha sottolineato il Cavaliere.
LEGGE ELETTORALE - Il leader del centrodestra ha poi parlato della nuova legge elettorale. «In questi giorni stiamo facendo degli incontri con la sinistra che è pure preoccupata di andare al voto con questa legge - ha fatto notare -. Si potrebbe andare verso una legge elettorale alla tedesca». Berlusconi si è detto «contrario all’arlecchinata di decine di liste, perché puoi vincere, ma è difficile governare. Ma non dobbiamo rinunciare a pensionati, Sgarbi, responsabili», ha aggiunto.
L’EUROPA E LA CRISI - Quanto alle manovre comunitarie per fare fronte alla crisi, Berlusconi ha spiegato che c’è un orientamento su una misura che prevederebbe un intervento della Bce e del Fondo salva Stati per acquistare i titoli pubblici dei paesi con uno spread troppo alto, ma solo per gli Stati virtuosi. Quindi, si escluderebbero per esempio, il Portogallo, la Spagna, la Grecia. Sarebbe invece inclusa l’Italia. L’ex premier avrebbe anche detto che «l’uscita della Germania dall’Eurogruppo potrebbe non essere un male».
«INDETERMINATEZZA» - Riferendo ai suoi sull’incontro con il premier, Mario Monti, e a proposito della linea che l’Italia terrà al vertice Ue di giovedì e venerdì prossimo, Berlusconi ha avuto parole di pesante critica: «Siamo nell’indeterminatezza assoluta», ha detto. E ha spiegato: «Ci ha detto Monti che il 28 ci sarà qualche provvedimento ma solo per abbassare gli spread. La misura ancora non è scritta ma ci ha detto che farà in modo di ottenere altri risultati. Altre misure non sono state identificate».
Il premier Mario Monti ha incassato il colpo, e ha minimizzato: «Berlusconi ha parlato giustamente di assoluta indeterminatezza per i risultati del vertice. Li vedremo presto, c’è spazio negoziale aperto». «Sono convinto anche io che questa non sarà una riunione in cui si andrà ad apporre un visto formale a documenti pre preparati», ha detto. Assicurando di essere pronto «a restare oltre il limite previsto della riunione e a lavorare fino a domenica sera se sarà necessario perché alla riapertura del mercato ci si presenti irrobustiti dal pacchetto per la crescita, ma anche da meccanismi soddisfacenti per reggere alle tensioni di mercato».
UNA CATASTROFE LA CADUTA DEL GOVERNO - Rivolgendosi ai parlamentari del Pdl, Silvio Berlusconi ha «pregato» i presenti di «usare toni consapevoli della responsabilità che noi in questo momento abbiamo: anche se dovessimo togliere la fiducia, dovremmo preparare i nostri elettori al voto, oltre allo sconcerto che la caduta di questo governo creerebbe». «Ho parlato anche con le autorità di Bruxelles - ha aggiunto - che hanno definito "catastrofica" la caduta del governo Monti».
ELETTORI CONTRO - Sostegno garantito, insomma, anche se il 75% degli elettori del Pdl è contrario. «Abbiamo un problema - con i nostri elettori - ha spiegato il Cavaliere -. Abbiamo fatto tre focus nel nord, centro e sud, il 36% dei nostri elettori continuano a votare il Pdl e per i candidati del Pdl. Il 54% si sono rifugiati nell’astensionismo o scheda bianca, il 10% ha votato Grillo. Ma non c’è un solo elettore che non si sia detto pronto a ridare il suo voto al PdL qualora ci fossero candidati e programmi convincenti».
Al termine dell’assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl, Silvio Berlusconi ha poi lasciato Montecitorio mentre in aula il premier, Mario Monti, stava parlando ai deputati.

CORRIERE.IT - MONTI IN PARLAMENTO
«È un momento carico di preoccupazione per il futuro dell’Europa ed è importante che l’Italia arrivi al negoziato del consiglio Ue, difficilissimo, con la forza di un tandem parlamento-governo». Il premier Mario Monti parla in aula alla Camera sulla politica estera alla vigilia del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno e insiste sulla necessità di «un sistema paese che muova in una direzione unificata».
FRANCIA-GERMANIA - «Non possiamo permetterci che la straordinaria opera della costruzione europea possa andare distrutta». È il monito di Monti che vede chiaramente i rischi della tenuta dell’Eurozona. Il vertice europeo si annuncia «difficilissimo», ma non tutto è ormai perso. E a giocare il ruolo principale potrebbe essere proprio l’Italia. «Con l’arrivo di Hollande di diverso orientamento politico dal Cancelliere tedesco, è stata mia intenzione che in tempi brevi i due trovassero un linguaggio comune: credo sia stato apprezzato il fatto che l’Italia abbia favorito l’avvicinamento tra Francia e Germania».
LA VOCE DELL’ITALIA - L’Italia si farà sentire, assicura il premier. «Non andremo al Consiglio Ue per apporre un via libera formale a documenti prestampati». Per evitare soluzioni blande, Monti è disponibile a «lavorare a oltranza». E alle accuse dell’ex premier («Berlusconi ha parlato giustamente di assoluta indeterminatezza per i risultati del vertice») risponde che «c’è ancora uno spazio negoziale aperto». «Per quanto mi riguarda sono pronto a restare oltre il limite previsto della riunione e a lavorare fino a domenica sera se sarà necessario perché alla riapertura del mercato ci si presenti irrobustiti dal pacchetto per crescita... ma anche da meccanismi soddisfacenti per reggere alle tensioni di mercato».
INVESTIMENTI PUBBLICI PER LA CRESCITA - Monti ha ricordato che il pacchetto da 130 miliardi per la crescita approvato da Italia, Francia, Spagna e Germania contiene «molti elementi che l’Italia per prima ha presentato e un tassello importante in questo quadro è quello degli investimenti pubblici produttivi». In Europa «sta emergendo il consenso verso un pacchetto ampio di misure per stimolare l’attività economica» ha detto Monti. Il premier ha sottolineato la necessità di soluzioni comuni europee per evitare una spirale rigore/recessione/debito ed è tornato a chiedere un meccanismo anti spread «che anticipi il tardivo riconoscimento dei mercati ai progressi compiuti dai Paesi virtuosi» come l’Italia.
NOI RISPETTIAMO REGOLE - «Non dobbiamo avere nessuno complesso, noi rispettiamo le regole» ha detto Monti. E ha aggiunto: «Nella conferenza stampa di Villa Madama ho colto l’occasione per ricordare che furono Francia e Germania i principali protagonisti della più grande e prima violazione delle regole, che ha portato con sè una serie distruttiva di comportamenti e di imitazioni». E poi la stoccata alla Merkel «Non ci sono alcuni Stati membri dell’Ue ad avere un Parlamento e altri no, ad avere una Corte Costituzionale ed altri no; e io sono contento di essere portatore delle indicazioni di questo Parlamento» ha detto Monti richiamando posizioni chiaramente riconducibili alla Germania.
I PROGRESSI DELL’ITALIA - Monti conta di arrivare all’incontro europeo del prossimo fine settimana con l’approvazione della riforma del lavoro. «Nell’auspicio che ci sia l’approvazione definitiva del ddl, mercoledì scriverò una lettera al presidente del Consiglio europeo ed al presidente della Commissione per informali dei progressi compiuti dall’Italia sul terreno delle varie riforme che sono state richieste all’Italia» ha detto Monti. «Sono tutte cose nel nostro interesse e che vanno nella direzione di quello che ci chiede l’Europa - conclude - È bene farla valere fino in fondo e per intero in Europa».
ESODATI - Monti ribadisce infine l’impegno del governo per dare risposte ai nodi rimasti aperti nella discussione sulla riforma del lavoro, cioè «esodati, flessibilità in entrata e ammortizzatori».
Carlotta De Leo

REPUBBLICA.IT - MONTI IN PARLAMENTO
ROMA - "In un momento così intenso credo sia importante che l’Italia arrivi ad un difficilissimo negoziato" in Europa con la forza di un "tandem" composto da Parlamento e governo. Così Mario Monti nel suo intervento alla Camera, nel corso del quale ha rivendicato gli sforzi fatti dal nostro Paese e il ruolo svolto per avvicinare Francia e Germania. L’Italia deve essere "un motore unico che spinga l’Europa", ha affermato il presidente del Consiglio riferendosi al prossimo Consiglio europeo del 28 giungno. "Gli orientamenti condivisi tra Parlamento e governo non sono rimasti in quest’Aula, ma hanno contribuito a plasmare, insieme agli indirizzi degli altri stati membri, un’agenda comune europea su cui il governo italiano, come è stato riconosciuto, è stato particolarmente protagonista", ha spiegato Monti sottolineando che "occorre non dare alibi agli osservatori, non sempre benevoli, che guardano all’azione dell’Italia".
"Non dobbiamo avere nessun complesso - ha, quindi, chiarito il premier-, noi rispettiamo le regole. Se non le rispettiamo siamo consapevoli che possiamo essere sanzionati". "A Villa Madama - ha aggiunto - ho colto l’occasione per dire che furono Francia e Germania i protagonisti della più grande e prima violazione delle regole". E ha aggiunto: "Sono un po’ stufo come europeo che la crisi dell’Eurozona sia sempre parte dell’agenda dei G8 e G20".
Recessione. Non bisogna cadere, però, nella
"trappola della recessione" che sarebbe innescata dal "rigore che frena la crescita", ha detto il primo ministro. Sarebbe "la ricetta migliore per ridurre l’accettazione della costruzione europea tra i cittadini e per trascinarci nel provincialismo e nell’isolazionismo".
Lavoro a oltranza.’’Sono pronto a restare (al Consiglio europeo) oltre il limite previsto della riunione e a lavorare fino a domenica sera se necessario perché alla riapertura dei mercati si arrivi irrobustiti da un pacchetto per la crescita, ma anche da meccanismi soddisfacenti per reggere alle pressioni del mercato. Non possiamo permetterci che questa straordinaria costruzione dell’Unione europea possa andare distrutta’’, ha aggiunto Monti.
Meccanismi anti-spread. ’’La proposta dell’Italia è di usare i firewall, Efsf e Esm, per evitare divaricazioni eccessive degli spread degli Stati che sono in regola con la disciplina di bilancio: quindi l’Italia può permettersi e deve chiedere un meccanismo che si applichi a chi ha rispettato le regole’’ ha detto il presidente del Consiglio, che ha aggiunto che il presidente della Bundesbank, ’’a giudicare da un’intervista, non ha capito questa proposta’’.
Avvicinamento Hollande-Merkel grazie a Italia. "Con l’arrivo di un nuovo presidente della Repubblica francese di diverso orientamento politico dal Cancelliere, è stata mia intenzione che in tempi brevi i due trovassero un linguaggio comune: credo sia stato apprezzato il fatto che l’Italia abbia favorito l’avvicinamento tra Francia E Germania": così Mario Monti in aula alla Camera.
Paesi fuori euro. Secondo Monti anche i paesi dell’Unione europea che non fanno parte dell’eurozona sono preoccupati e il loro interesse potrà servire da impulso al vertice dei 17. "In queste ore stiamo parlando con alcuni capi di governo dei paesi non-euro affinché al Consiglio prima del vertice dell’eurozona rappresentino la loro preoccupazione in modo che quando ci vedremo il 17 troveremo maggiore impulso per prendere decisioni difficili", ha spiegato. Secondo Monti infatti "l’accordo tra Francia e Germania è condizione necessaria ma non è sufficiente" per la riuscita del vertice.
Nessun visto a decisioni già prese. "Il presidente Berlusconi dopo l’incontro di oggi ha parlato giustamente di assoluta indeterminatezza per i risultati del vertice europeo. C’è uno spazio negoziale aperto. Non è una riunione in cui si andrà a porre un visto formale su documenti pre-preparati", ha chiarito il premier.
Lettera a vertici Ue per rivendicare riforme. Rivendica l’impegno e gli sforzi messi in atto dall’Italia il premier che ha annunciato: "Nell’auspicio che ci sia l’approvazione definitiva della riforma del mercato del lavoro, domani scriverò una lettera al presidente del Consiglio europeo e al presidente della Commissione per informarli dei progressi compiuti fino a quel momento dall’Italia sul terreno delle varie riforme che all’Italia venivano richieste", ha detto Monti nel suo intervento. "Tutte cose -ha aggiunto il premier- che, non credo di doverlo ripetere ogni volta, sono prima di tutto nell’interesse nostro e visto che ci muoviamo in una direzione che è nell’interesse nostro ma auspicata dall’Europa è bene farla valere fino in fondo e per intero anche in Europa". E ha aggiunto: "Non possiamo permetterci che la costruzione europea possa andare distrutta".
Pacchetto crescita. Sta "emergendo il consenso" su un pacchetto europeo per la crescita che ha come "tassello importante" lo scorporo dal patto di stabilità degli investimenti pubblici produttivi, ha spiegato il primo ministro. Monti ha fatto presente che "il dibattito europeo si sta concentrando sulla crescita e la stabilizzazione" e sul primo fronte "sta emergendo, come visto venerdì al quadrilaterale, il consenso verso un pacchetto ampio di misure per stimolare la l’attività economica. È un pacchetto che intravedo e che contiene molti degli elementi che l’Italia per prima ha presentato. E un tassello importante è quello degli investimenti pubblici produttivi".
Monti parla, Berlusconi lascia l’Aula. Silvio Berlusconi ha lasciato Montecitorio al termine dell’assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti. Proprio mentre il Cavaliere si allontanava, in aula alla Camera è intervenuto il premier Mario Monti.
(26 giugno 2012) © Riproduzione riservata

REPUBBLICA.IT - MERKEL DICE ANCORA NO AGLI EUROBOND
MILANO - Torna a dirsi perplessa sul prossimo vertice Ue, Angela Merkel. A due giorni dal summit decisivo per il futuro dell’Europa - e a poche ore dalla riunione dei ministri economici di Spagna, Germania, Italia e Francia a Parigi - la cancelliera tedesca esprime la propria perplessità sul piano di riforma dell’Ue presentato oggi dal presidente del consiglio europeo Herman van Rompuy. Secondo Merkel il documento formulerebbe una troppo rapida condivisione delle responsabilità sui debiti pubblici. La cancelliera l’ha detto in occasione di un incontro del gruppo parlamentare dell’Unione di Cdu e Csu, aggiungendo che nel piano Ue non c’è la necessaria valorizzazione di un’azione comune rafforzata. Nemmeno in uno stato federale come la Germania - ha detto - è prevista una tale condivisione delle responsabilità sui debiti. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Dapd, avrebbe detto addirittura: "Niente eurobond, finché vivrò".
Il rapporto. Le critiche della Merkel sono riferite al rapporto preparato dai 4 presidenti di Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, Bce, Mario Draghi, Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e Eurogruppo Jean Claude Juncker secondo cui in una "autentica Unione economica e monetaria", come quella verso la quale l’Europa si sta dirigendo, "livelli più alti riguardo all’equilibrio dei bilanci pubblici e ai livelli del debito dei singoli stati membri potrebbero essere decisi in comune".
In questa prospettiva, quindi, "l’emissione di debito comune può essere esplorata come un elemento". L’Europa quindi si prepara a sfidare la Germania sugli eurobond, promettendo, però un’unione di bilancio più integrata: "Un’unione di bilancio effettiva dovrebbe implicare lo sviluppo di una più forte capacità a livello europeo, capace di gestire le interdipendenze economiche e in ultimo lo sviluppo, a livello di eurozona, di un organismo per i conti pubblici, come un ufficio del tesoro"
L’allarme dell’Ocse. Senza un accordo al vertice europeo di questa settimana ci sono seri rischi di contagio per Italia e Spagna. Lo ha affermato il capoeconomista e vicesegretario generale dell’Ocse Piercarlo Padoan al Gr Rai: "Ci sono elementi di debolezza generalizzata che si possono tradurre in fenomeni di contagio - ha detto - ci sarebbero sicuramente tensioni sui mercati finanziari di questi due paesi, che però non vanno identificati in un blocco comune, i problemi di Spagna e Italia sono diversi".
Secondo Padoan, tuttavia, "le risorse per intervenire, la potenza di fuoco dei fondi salvastati e della Bce ci sono, si tratta di metterle in ordine, di costruire una strategia di intervento, ma bisogna che ci sia un forte segnale politico. Sono mancate finora risposte definitive". L’economista non fa previsioni, ma si limita a una fredda analisi: "Ci sono stati molti vertici "decisivi" che poi non sono risultati così: i mercati prima hanno reagito bene e poi si sono dimostrati delusi, e non è da escludere una situazione simile".
Vertice Parigi. lntanto, dopo la drammatica giornata vissuta ieri dalle borse, il ministro delle Finanze
francese, Pierre Moscovici, ha annunciato per questa sera un vertice d’emergenza con i suoi omologhi di Germania, Italia e Spagna per "preparare attivamente" il vertice di Bruxelles di giovedì e venerdì. Per l’Italia parteciperà il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, per la Germania il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble e per la Spagna il ministro Luis de Guindos, insieme al commissario europeo per gli Affari economici, Olli Rehn.
La Commissione Ue. Convinto della gravità della situazione è il presidente Barroso secondo cui "questa crisi è la maggiore minaccia per quanto realizzato in Europa negli ultimi 60 anni. E davanti a questa semplice realtà, stare fermi non è un’opzione. Ora è necessario un grande salto in avanti". Un salto che prova a fare anche la Grecia con la nomina dell’economista, ex banchiere, Yannis Stournaras a ministro delle Finanze al posto di Vassilios Rapanos, dimessosi per motivi di salute a pochi giorni dalla designazione.
Italia. Intanto è stato annunciato un nuovo vertice bilaterale tra Italia e Germania: il prossimo 4 luglio a Roma ci sarà un nuovo faccia a faccia tra il premier Mario Monti e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel.
(26 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT - NOMINE RAI
ROMA - Fumata nera. Tra "prove tecniche di lottizzazione" e "sceneggiate da prima Repubblica". Pdl e Lega disertano la seduta della commissione di Vigilanza Rai, causando il rinvio del voto per l’elezione dei sette membri del nuovo Cda. Manca il numero legale: sono ventuno su quaranta, infatti, i membri della commissione del Popolo della Libertà e del Carroccio. Una seduta aperta e subito richiusa. Non basta la presenza dei parlamentari di Pd, Terzo Polo, Idv e radicali. Il Partito Democratico: "Irresponsabili". Fabrizio Morri, capogruppo dei democratici in Vigilanza, annuncia che ora il presidente Zavoli pensa già alla calendarizzare di una nuova votazione. Poi al governo: "Si convochino i partiti". L’Usigrai: "Pronti allo sciopero se le nomine slittano ancora".
Il Pd: "Irresponsabili". Per Morri, "il punto è la difficoltà di Lega e Pdl: causa i loro dissensi interni dovuti al tentativo di ricreare in commissione un asse che gli garantisca 4 su 7 dei membri del Cda". Ancora: "E’ un gioco che ha stufato tutti, non solo noi ma l’intera opinione pubblica. Il Cda è scaduto da 2 mesi". E l’esponente democratico chiede quindi " che il governo convochi un vertice dei partiti di maggioranza per operare rapidamente un chiarimento". Il governo, sottolinea, "non può far finta di niente e deve richiamare all’ordine quella componente della maggioranza che oggi non si è presentata". Poi la conferma
che i deputati del Pd in vigilanza hanno scritto sulla scheda i nomi di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi come suggerito dal cartello delle associazioni.
Terzo Polo: "Sceneggiata da prima Repubblica". La mossa di Pdl e Lega è una "sceneggiata da prima Repubblica". Lo afferma in una nota la deputata di Fli, Flavia Perina. "Il manuale Cencelli sta ritardando il processo di risanamento e rinnovamento di un’azienda sull’orlo del fallimento economico e culturale. E tutto questo non fa bene nè alla Rai, che ha bisogno subito di un Cda autorevole, nè ai cittadini italiani, che non possono più vedere il servizio pubblico in mano a logore logiche di partito che non fanno altro che produrre immobilità".
I radicali: "Prove malriuscite di lottizzazione". Marco Beltrandi, radicali: "In una seduta ridicolmente disertata sono andate in onda le prove mal riuscite dell’ennesima lottizzazione Rai". Ancora: "Chiedendo di intervenire sull’ordine dei lavori, il presidente della Commissione neppure mi ha consentito di completare una breve dichiarazione di voto per motivare la mia non partecipazione."
L’Usigrai: "Continuano i diritti di veto". Una Rai ferma, immobile, "di tutto ha bisogno salvo che di rinvii. Sia chiaro che domani all’assemblea nazionale dei comitati di redazione, chiederemo il mandato allo sciopero qualora vi fossero ulteriori slittamenti ingiustificati e ingiustificabili". E’ quanto si legge in una dichiarazione dell’esecutivo Usigrai. "Monti, che se ne avesse ancora bisogno ha potuto constatare il tasso di litigiosità dei partiti sulla Rai, così ingovernabile, ripensi alla possibilità di una riforma, in tempi rapidi ponendo la questione di fiducia, tanto se gli fanno saltare quel che ha annunciato farà comunque una brutta figura devastante".
La giustificazione del Pdl. Una "sopravvenuta concomitanza della seduta odierna con altri importanti impegni" ha fatto sì che oggi il gruppo Pdl non fosse presente in commissione di Vigilanza Rai per l’elezione dei 7 componenti del nuovo Cda di pertinenza dell’organismo bicamerale. E’ quanto fa sapere la commissione di Vigilanza. Gli "impegni" erano stati segnalati, in mattinata, da Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto.
E l’assenza dei deputati del Pdl era stata annunciata nei giorni scorsi. Un braccio di ferro con il governo iniziato con la sostituzione di Lorenza Lei dal ruolo di direttore generale dell’azienda. Al suo posto, il governo ha nominato l’ex dirigente della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola.
(26 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT - GOVERNO BATTUTO SULLA SPENDING REVIEW
ROMA - La spending review passa all’esame della commissione Affari Costituzionali della Camera. Ma il governo va sotto su due emendamenti - entrambi del Pdl - al decreto. Due voti, lo stesso canovaccio. Che si ripete per il voto finale, certificando le spaccature nella maggioranza: Pd astenuto, Pdl e Udc favorevoli. Nel primo caso si è trattato del provvedimento che riguardava l’apertura in luogo pubblico delle buste per le gare d’appalto. L’esecutivo va sotto una seconda volta sull’emendamento che ha portato all’esclusione delle Ferrovie dello Stato e di Poste Italiane dalle norme per il taglio della spesa pubblica. Nel decreto, la nomina di Enrico Bondi a commissario per la Spending review. Inoltre, alcune norme per risparmiare sugli acquisti di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione
L’incontro tra governo e parti sociali. Sindacati e imprese incontraranno il governo per discutere sui provvedimenti contenuti nella bozza per la Spending review. Il tavolo è fissato per il 2 luglio, alle ore 9, a Palazzo Chigi. Alla riunione dovrebbero partecipare i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl (Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella) e i rappresentanti di Confindustria, Abi, Ania, Rete imprese Italia e Alleanza cooperative.
Il caso Polillo e i "consigli" della Cgil. E sulla revisione della spesa pubblica, fa discutere la proposta di Gianfranco Polillo, sottosegretario all’economia, sull’applicazione anche nel pubblico impiego "delle norme, che ci sono, come quella sulla mobilità". Polillo ha sottolineato che fino ad ora la norma che prevede la possibilità, in caso di eccedenza di personale, di mettere in mobilità per due anni è stata usata molto poco. Non solo. Il sottosegretario, intervenendo all’incontro "L’Italia verso Europa 2020", ha dichiarato che "se noi potessimo lavorare una settimana in più avremmo modo di aumentare il Pil". Dura la replica della Cisl: "Basta teatrini sulle spalle dei lavoratori". E al sottosegratario, arrivano i "consigli" della Cgil: taglio delle consulenze, blocco delle ’chiamate’ di dirigenti dall’esterno, tetto alle pensioni d’oro e blocco degli acquisti degli F35.
L’Ocse: "Riequilibrio e consenso delle parti sociali". Intanto, sul progetto del governo, arriva il commento dell’Ocse: "Nella strategia del governo l’aggiustamento di finanza pubblica è avvenuto soprattutto dal lato delle entrate, un riequilibrio dal lato delle spese è importante sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo". Questo il giudizio del capo economista Ocse Piercarlo Padoan al Gr Rai. L’economista ha aggiunto che il consenso delle parti sociali "è fondamentale, ma tutto ciò deve avvenire nella consapevolezza che l’Italia continua ad affrontare una situazione seria".
I buoni pasto. Ridurre di due euro l’importo del buono pasto per i dipendenti pubblici nel momento in cui l’indice di fiducia dei consumatori è al minimo storico "significa contrarre ulteriormente i consumi e penalizzare le famiglie". Questo il commento del presidente Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, alla riduzione da 7 a 5,29 euro del valore dei buoni pasto per la pubblica amministrazione. Il provvedimento è contenuto nella bozza della Spending review. Il buono pasto, ancora Stoppani, "è la garanzia del pasto quotidiano del lavoratore. Dovremmo migliorare questo strumento anzichè depotenziarlo".
Asl, stop ai contratti troppo cari. E nella bozza del provvedimento per la riduzione della spesa pubblica, previsto uno stop per l’acquisto di beni e servizi eccessivamente cari da parte delle Asl. In questi caso, le Aziende sanitarie locali saranno obbligate a rinegoziare i contratti. In caso di mancato accordo, le aziende potranno recedere dai contratti senza penali.
(26 giugno 2012)

ANSA.IT - Mi candido a fare il ministro dell’Economia in un governo guidato da Angelino Alfano. Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando all’assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl. Al di là delle primarie e di Alfano, io resto sempre a disposizione pronto a fare la mia parte, ha aggiunto.

’RIPORTATE A MONTI INQUIETUDINI PDL SU DDL LAVORO’ - "Abbiamo riportato a Monti le inquietudini del gruppo, voteremo la fiducia nonostante condividiamo il parere del presidente del Confindustria su questa legge", ha affermato l’ex premier.

’SENTITO MONTI, E’ INDETERMINATEZZA ASSOLUTA’ - Dall’incontro con Monti - ha spiegato Berlusconi - c’é stata la sensazione di indeterminatezza sulle proposte che l’Italia farà. C’é un orientamento su una misura che prevederebbe un intervento della Bce e del fondo salva-Stati per acquistare i titoli pubblici dei Paesi con uno spread troppo alto ma solo per gli Stati virtuosi quindi si escluderebbero ad esempio Spagna, Grecia e Portogallo. L’Italia invece sarebbe inclusa.
A parte l’intervento della Bce e del fondo Salva Stati altre misure non sono state individuate, ha spiegato l’ex premier ai suoi parlamentari. Monti si è detto disponibile a continuare ad oltranza l’incontro con i Capi di Stato e di governo per identificare altre misure che al momento non sono state però identificate.
’SE CADE MONTI PER BRUXELLES E’ CATASTROFE’ - Il 75% dei nostri elettori è contrario al sostegno al governo Monti, ha detto inoltre Berlusconi. Adesso andiamo avanti. Vi prego di usare toni consapevoli della responsabilità che in questo momento abbiamo. Se togliessimo la fiducia dovremo preparare gli elettori al voto, oltre allo sconcerto che la crisi creerebbe. Ho parlato con Bruxelles, definiscono ’catastrofique’ la caduta di Monti.
Riteniamo che l’uscita della Germania dall’eurogruppo non sia un male, ha detto Silvio Berlusconi ai parlamentari del PdL ribadendo che l’argomento sarà discusso il 15 luglio in un incontro organizzato da Antonio Martino all’università delle Libertà.
’CASINI? ATTENDE CINICAMENTE DOV’E’ CONVENIENZA’ - Casini sta cinicamente ad attendere da che parte stia la convenienza. Se va con la sinistra si porterà dietro solo il 10% dei suoi voti, ha aggiunto il Cavaliere.
BERSANI: ’SPERO UE NON SAPPIA VUOL ESSERE MINISTRO...’ - "Speriamo che in Europa non leggano che vuole fare il ministro dell’economia...". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha commentato la candidatura di Silvio Berlusconi.