Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 26 Martedì calendario

Caso Ruby, una lettera smonta la superteste E la Rossi sbotta sui Pm - « Era una lettera carina»

Caso Ruby, una lettera smonta la superteste E la Rossi sbotta sui Pm - « Era una lettera carina». Così Ma­ria Rosaria Rossi, deputata del Pdl e assi­stente di Silvio Berlusconi, definisce la mis­siva che in un giorno imprecisato dell’au­tunno del 2010 arrivò alla residenza roma­na dell’allora premier. «Era una delle tan­te lettere che arrivano in continuazione a Berlusconi con richieste di aiuto, e alle quali nei limiti del possibile cerchiamo di dare un riscontro». Ma la lettera- anche se la Rossi mostra di faticare a rendersene conto - non era una lettera come le altre. Perché a firmarla era la ragazza che da lì a pochi mesi si sarebbe trasformata in una delle più implacabile testimoni d’accusa contro Berlusconi per il «Rubygate»: Am­bra Battilana, ex miss Piemonte. Ambra ha raccontato di essere stata invi­tata da Emilio Fede ad una festa ad Arcore, e di esserne fuggita dopo un paio d’ore,im­barazzata e indignata per il clima di libertà sessuale che regnava tra il premier e le sue giovane ospiti. Di quella serata la miss con­serva un ricordo così traumatico da esser­si costituita parte civile, insieme alla sua amica Chiara Danese, contro il Cavaliere. Già nei giorni scorsi le difese di Berlusconi e dei suoi coimputati avevano avanzato qualche dubbio sull’attendibilità della te­ste, portando in aula gli echi giudiziari del­la sua educazione sentimentale: una de­nuncia presentata da Ambra contro il suo attempato e facoltoso fidanzato, un viveur piemontese che la manteneva quand’era minorenne. Ieri il pm Antonio Sangermano chiede che l’udienza prosegua a porte chiuse:fuo­ri giornalisti e pubblico, per attutire l’imba­razzo della ragazza. Per Ambra sono co­munque novanta minuti difficili, durante i quali dà spesso segno di cedimento e al cui termine lascia l’aula in lacrime.Non le hanno chiesto solo del suo ricco fidanzato con i capelli bianchi. Uno degli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini, durante il contro-interrogatorio tira fuori la storia della lettera che Ambra, poche settimane dopo la scioccante notte ad Arcore, avreb­be scritto a Berlusconi per ringraziarlo del­la bellissima serata e per chiedergli un po­sto in tv. La domanda lascia di sasso Am­bra. Poi, senza troppa convinzione, la ra­gazza nega di essere l’autrice della lettera. Ma la lettera esiste davvero. È il pm a rivelarne l’esistenza alla ripre­sa del processo, nel pomeriggio, quando i giornalisti sono stati riammessi in aula e sulla sedia dei testimoni va a sedersi Maria Rosaria Rossi. Cosa sa di una lettera scritta da Ambra Battilana a Silvio Berlusconi? Ri­sponde la deputata: «Una volta arrivò a Ro­ma una lettera firmata da Ambra con una fotografia, la commentammo anche col presidente. Era una lettera carina, scritta con un linguaggio semplice, diceva grosso modo “siamo stati bene,lei è una persona meravigliosa. È stato un piacere conoscer­la, spero di rivederla”.Nella lettera Ambra spiegava che non stava lavorando e, forse, sperava di ottenere un lavoro». L’impres­sione ora è che neanche la Procura conti molto sulla testimonianza della ragazza, e che i pm preferiscano puntare le loro chan­ce su altri elementi di prova. L’onorevole Rossi, seduta sugli scalini di uno degli ingressi del tribunale non rie­sce a celare il suo stupore per le domande che gli sono state poste in aula. E chiede: «Ma questo è un tribunale, vero? Non sia­mo su Scherzi a parte ... », e ancora: «Guar­date, sono una donna del sud e devo dire che se qui a Milano questi sono i reati, siete fortunati».