Morya Longo, Il Sole 24 Ore 26/6/2012, 26 giugno 2012
L’EFFETTO CONTAGIO ORA PASSA ANCHE DAI BRICS
Chi li considera l’Eden della crescita economica e spera che la loro forza possa un giorno portare il mondo fuori dal guado, potrebbe presto ricredersi: anche il sogno dei Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) si sta infrangendo nella crisi globale. Le spie rosse si sono già accese sui mercati valutari: dai massimi toccati nei confronti del dollaro a inizio 2012, il Real brasiliano ha perso il 22,3%, il Rublo russo il 14,6% e la Rupia indiana il 17,3%. Persino lo yuan cinese, il cui cambio viaggia in una banda di oscillazione prefissata, si è deprezzato. Era da 13 anni – calcola Bloomberg – che queste valute non perdevano così tanto.
Il motivo è ovvio: la crisi è globale e nessuno è indenne. In Brasile le insolvenze delle famiglie salgono. In India il Pil rallenta e le agenzie di rating minacciano declassamenti. La Cina "soffre" per la frenata della crescita economica. E la Russia per il calo del prezzo del petrolio. Certo, si dirà: con valute più deboli questi Paesi potrebbero tornare ad esportare. Il problema è che, nel frattempo, la loro frenata rischia di tirare un ulteriore duro colpo ai paesi occidentali. Europa in primis.
L’area euro – stima Eurostat – concentra oggi l’8,2% delle esportazioni nei Bric. Se frena l’export, cala il Pil. Il dato aggregato dell’intera area euro è ancora positivo, ma la frenata è già iniziata: le esportazioni italiane verso la Cina, calcola per esempio l’Istat, sono calate a maggio del 15,4% rispetto a un anno prima. Soffrono anche le aziende: il colosso Usa P&G ha annunciato che ridurrà le stime sugli utili 2012 a causa delle fluttuazioni delle valute Bric. Lo stesso hanno fatto Marlboro e Philip Morris. La Coca Cola potrebbe tagliare i profitti di 30 milioni di dollari in Brasile, stima JP Morgan. Insomma: la crisi è globale, e rimbalza da una parte all’altra del mondo.