Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Viste le ultime notizie, e visti gli ultimi dati, ci si chiede se il Berlusconi condannato, decaduto, interdetto e tradito sia davvero più debole di prima.
• In che senso?
Ha chiamato i suoi a raccolta in via del Plebiscito per il giorno 27, ore 14, cioè il momento in cui il Senato voterà per la sua decadenza. Ha dato un’intervista al Mattino di Napoli in cui mostra di essere un uomo politico in piena forma, annuncia un «colpo segreto» contro Renzi, che giudica «comunicatore eccezionale», non vuole la caduta del governo, andrà all’opposizione dopo il voto di Palazzo Madama, però niente elezioni per colpa sua, saranno i democratici a far cadere Letta. Ieri s’è poi presentato alla convention napoletana dei giovani di Forza Italia bello pimpante, anche se ha fatto sapere che «non dorme da tre notti» (refrain che sentiamo da agosto). Sono seguiti i soliti attacchi ai giudici, l’elogio della libertà, e tutto il resto del repertorio. Insomma, è in piena forma.
• Quindi?
Parecchi analisti si stanno convincendo che la scissione è stata pilotata. Ricordano le strategie di marketing: quando un detersivo dà segni di cedimento, se ne mette subito in pista un altro, che abbia l’aria di una cosa nuova, fresca, appena inventata. Quelli che sono stanchi del vecchio prodotto, si fanno facilmente convincere dai luccichii del nuovo arrivato, e non si rendono conto che gli si sta vendendo la stessa cosa in una confezione diversa. Allo stesso modo, in politica. C’è gente di destra che s’è stancata di Berlusconi e non intende votarlo mai più. Beh, a questi qui gli si dà Alfano. C’è altra gente che non rinuncerebbe a Berlusconi per nessuna ragione al mondo. Ottimo, costoro continueranno ad acquistare il vecchio prodotto. La somma dei due divisi dà un risultato più alto dei due uniti. Fatto non nuovo: l’unificazione socialista, quasi mezzo secolo fa, portò una perdita netta di consensi, recuperata quando i due si divisero di nuovo. Al Mattino Berlusconi ha detto che i sondaggi dànno Forza Italia al 20,1 e il Nuovo Centrodestra al 3,6, il che farebbe pensare a un’operazione in perdita. Ma altri sondaggi dicono che Alfano sta tra il 7 e il 10, e questo riporta i berlusconiani (perché quelli del Nuovo Centrodestra sono sempre berlusconiani) in zona 30 per cento o forse più.
• Le prove di questa analisi?
Non ci sono, siamo nel campo delle interpretazioni credibili o probabilistiche. Ieri Maurizio Lupi ha annunciato che il 7 dicembre, vigilia delle primarie del Pd, sarà lanciato il Nuovo Centrodestra, forte al momento di 30 senatori, 29 deputati, un presidente di regione (Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria), 16 assessori regionali, 88 consiglieri regionali. Alfano, ripetendo che «qui c’è gente che a Berlusconi vuole bene», ha attaccato «i radicali e glii estremisti» di Forza Italia. La Santanché ha risposto dandogli del «terrorista». Eccetera. Potrebbe essere una sceneggiata. Berlusconi, quando parla di Alfano e degli alfaniani, è sempre pieno di tenerezza. Il Nuovo Centrodestra contraccambia.
• Che cos’è il colpo segreto contro Renzi?
Non si sa. Però il Pd deve stare attento: ha disgustato una parte dei propri elettori con la decisione di salvare la Cancellieri. Rischia di perdere altro terreno facendo slittare ancora il voto sulla decadenza di Berlusconi. Il calendario dei lavori al Senato fissato dalla conferenza dei capigruppi dice infatti che il voto sulla decadenza di Berlusconi è stabilito per il 27 novembre, però al termine delle votazioni sulla legge di stabilità. Ora, ci sono parecchie possibilità che per il giorno 27 le votazioni sulla legge di stabilità non siano affatto concluse e in questo caso il voto dovrebbe slittare per forza. Siamo sotto Natale, di slittamento in slittamento si arriverebbe facilmente all’anno prossimo... A sinistra tutti proclamano che questa ipotesi è assurda, ancora ieri una dichiarazione al Tg1 di Danilo Leva assicurava che mai e poi mai... E tuttavia, ad esser maliziosi, lo slittamento farebbe comodo pure a Letta.
• In che senso?
Gli antirenziani (e Letta, qualunque cosa dica, va messo al momento nella classe degli antirenziani) vogliono che il sindaco di Firenze diventi segretario con un’affluenza scarsa ai gazebi, in modo che sia scarsamente legittimato. Per ottenere lo scopo bisogna che il disgusto dei militanti - povere anime belle - salga. Lasciar slittare il voto contro il Cavaliere è un modo certo per veicolare disillusione, sconforto e voglia di lasciar perdere. Sono cose che sa benissimo anche Berlusconi.
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