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 2013  novembre 24 Domenica calendario

JACQUES LE GOFF “DIFENDO HOLLANDE DAI MEDIA BUGIARDI”


[vedi appunti]

«Viva Hollande, la Storia gli darà ragione». Nel coro di proteste contro il presidente francese, precipitato ai minimi storici del gradimento popolare, si leva una voce controcorrente. È quella di Jacques Le Goff, storico medievalista ma anche elettore di sinistra e «attento osservatore della società contemporanea», così si definisce. «Voi della stampa siete ingiusti, vi accanite contro il povero Hollande» dice Le Goff, 89 anni, che ha pubblicato su Le Monde un editoriale in sostegno del leader socialista.
Non riprenderà anche lei la solita accusa contro i media?
«Purtroppo lo penso. Persino la stampa più seria manca di lucidità, intelligenza. In Francia ormai è uno sport nazionale: dare addosso a Hollande. Dovremmo essere più equanimi. Accanirsi contro il Presidente indebolisce l’immagine internazionale della Francia».
Riconosce almeno che il Presidente ha fatto degli errori?
«Definendosi come “Presidente normale” ha sottovalutato l’importanza del ruolo. Ha scelto male alcuni collaboratori. In generale, però, è un buon Presidente. Competente, impegnato. Sa difendere i nostri valori repubblicani e ha chiaro quale deve essere la posizione della Francia nel mondo ».
Gli manca un po’ di carisma?
«Non amo il termine, soprattutto se penso al passato. Quando ascoltavo Sarkozy mi sembrava un pazzo. Hollande è meno scoppiettante ma più serio. Lo accusano di essere “molle”, eppure ha deciso un intervento militare in Mali, si è schierato prima di altri per un’azione in Siria ed è l’unico leader occidentale che osa fare resistenza contro l’Iran ».
Come spiega allora la sua caduta verticale nei sondaggi?
«I francesi sono degli eterni scontenti. Ma qui si tratta di critiche non costruttive. Attacchi virulenti, esagerati. È una moda. Conosco intellettuali che in privato non sono delusi da Hollande ma hanno paura di ammetterlo in pubblico».
Preoccupato per le tante rivolte contro il governo, compresa quella dei “berretti rossi” in Bretagna?
«Da bretone e da storico posso dire che non ha senso evocare il simbolo della rivolta dei berretti rossi contro l’Ancien Régime. Non c’è paragone possibile sul piano dell’ingiustizia sociale. Anzi, Hollande si è impegnato in molti campi per difendere principi di solidarietà sociale».
È sembrato insensibile verso la ragazza rom espulsa durante una gita scolastica.
«La polizia ha sbagliato le modalità di espulsione, ma sul piano giuridico la famiglia aveva esaurito i ricorsi possibili per ottenere asilo. Manuel Valls ha concesso il doppio di regolarizzazioni di stranieri rispetto alle espulsioni. Questo, però, nessuno lo dice».
Conosce personalmente Hollande?
«No, lo sostengo per convinzione, pensando al bene del paese. I francesi dovrebbero aiutare governanti democraticamente eletti. A livello europeo, Hollande è uno dei pochi leader che cerca di far avanzare questa magnifica idea di Unione. Ci sono politici molto più nefasti di lui, come Cameron, Merkel, Barroso, che però non subiscono lo stesso accanimento mediatico».
Pessimista?
«Il peggio è passato. Da storico mi aspetto grandi e formidabili mutazioni sociali. E poi so che i popoli sbagliano, non è una novità. Per fortuna Hollande ha davanti ancora quattro anni. Molti francesi lo rivaluteranno. Ne sono certo».