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 2013  novembre 24 Domenica calendario

ACCORDO CON TENSIONE A GENOVA


I primi autobus sono ripresi a circolare poco dopo le 15.30. Certo, come dalla Amt, la compagnia di trasporto pubblico di Genova, hanno subito precisato «ci vorranno giorni per tornare alla normalità». Anche perché di normalità in città se ne è vissuta ben poca da martedì, da quando i dipendenti dell’azienda (a guidare la protesta è stata la Faisa/Cisal) hanno iniziato a protestare contro il suo azionista, il Comune, per una delibera che – secondo i contestatori i quali hanno anche fatto irruzione durante un consiglio comunale – lasciava le porte aperte a una privatizzazione della società.
Blocco dei mezzi pubblici, cortei, traffico in tilt e anche una sonora botta all’economia cittadina con Ascom e Confesercenti che lamentano un calo degli affari fra il 30 e il 40 per cento, hanno duramente provato Genova. Alla fine l’intesa è stata raggiunta nella notte fra venerdì e sabato dai sindacati, Comune di Genova, Regione Liguria e azienda. Ieri in mattinata l’ok definitivo dei lavoratori, ma in una giornata carica di tensione.
Prova ne è anche la busta con proiettile e minacce intercettata ieri al centro smistamento postale dell’aeroporto di Genova e indirizzata al presidente di Amt, Livio Ravera. La lettera minatoria si conclude con i «saluti anche a B. e M.», che secondo le prime indagini potrebbero essere il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e il sindaco di Genova, Marco Doria. Le misure per la sicurezza sono state subito rafforzate e la Procura si è messa al lavoro aprendo un fascicolo a carico di ignoti. La stessa Procura si è attivata sull’ipotesi di interruzione di pubblico servizio.
Di certo, da quando il governatore Burlando alle 2.34 di sabato mattina rilanciava con un tweet che «Ö purpu ö le cottö», la strada è stata tutt’altro che in discesa. La votazione fra i lavoratori è infatti avvenuta in maniera palese, all’interno della Sala Chiamata del porto. Da una parte i favorevoli, dall’altra i contrari. Modalità, questa, fortemente contestata dall’ala oltranzista, contraria all’accordo, comunque arrivato fra insulti e spintoni dopo tre ore e mezzo di assemblea.
«L’accordo avrebbe potuto essere raggiunto senza un giorno di sciopero», ha commentato il sindaco Marco Doria. Stando all’intesa, che sarà sottoposta per referendum ai lavoratori entro fine anno, Amt rimarrà pubblica. La Regione si impegna poi per la costituzione di un’unica azienda di trasporto pubblico e sull’acquisto in tempi brevi di 15 nuovi mezzi e, nel quadriennio 2014-2017, di altre 200 vetture. Quanto alla parte "finanziaria" c’è l’impegno del Comune a mettere nelle casse di Amt 4,3 milioni di euro nel 2014 e a recuperare 4 milioni attraverso riorganizzazioni aziendali che non toccheranno né le retribuzioni, né l’orario di lavoro, né i riposi dei dipendenti.
Di accordo «buono, l’unico possibile» ha parlato Burlando. Che non ha mancato di dare una stoccata a Grillo, l’altroieri al corteo dei lavoratori di Amt: «Ci siamo divisi i compiti; lui ha fatto il capopopolo, io l’amministratore e l’accordo». Soddisfazione anche dal mondo sindacale. «I lavoratori sono sempre in grado di distinguere tra chi fa pericolosa demagogia sulle loro spalle e chi si adopera per risolvere i loro problemi», ha dichiarato in una nota il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, «l’accordo di Genova è importante perché può diventare un modello per le aziende pubbliche dei trasporti».
Intanto, mentre è da registrare l’accordo a Roma fra Atac e sindacati (meno dirigenti e più controllori, in sintesi) ieri, dal ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi e da quello del Lavoro Enrico Giovannini è arrivata la convocazione di un tavolo nazionale per giovedì 28. Del resto, come ha avuto modo di ribadire anche ieri il sottosegretario alle Infrastrutture con delega al Tpl, Erasmo D’Angelis, stiamo parlando di un settore in cui «oltre il 40% delle aziende è tecnicamente fallito e con indebitamenti record».