Patrizia Busnelli, Libero 24/11/2013, 24 novembre 2013
TUTTI IN RIGA
Quando diciamo «calza» non possiamo non pensare al classico gambaletto blu magari con piccoli disegni. Classico ed elegante, per uomini d’affari e non. È proprio il tipo di calze che produceva Gallo all’inizio, ma nel 1988 la mano passa al figlio, a quei tempi finanziere, Giuseppe Colombo. E inizia la rivoluzione. Sede a Desenzano, 150 persone e circa 20 milioni di euro costanti di fatturato. Giuseppe capì ben presto che ci voleva un nuovo modo di comunicare. «Allora il gambaletto veniva acquistato solo per necessità o consumo», dichiara Colombo a Libero. «Presi un foglio e pensai subito al colore, volevo ribaltare le regole e mescolare tanti colori in modo da avere tutte le palette in contrasto». Impresa non facile ma aiutata dai vecchi telai, che ora non esistono più, e che nessuno è più in grado di usare: i rettilinei con riga, anche per produrre cravatte in seta, a grana di riso, boxer e costumi.
Colombo rompe le righe, sfalsa le regole di un codice di eleganza tradizionale. «Non avevo target, solo impulso e immediatezza e fu un flop del mercato totale».
La gente aveva bisogno di tempo per capire una calza così concepita che attraeva invece i dandy di tutto il mondo ma soprattutto piaceva ad Elio Fiorucci che le trovò geniali tanto da mettere un corner nel suo negozio nel cuore di Milano. Unico punto di riferimento di tutte le novità: il tempio del fashion è nato lì. Ha qualche colore preferito? «Sì il viola e il fuxia fanno parte del dna dell’azienda». Molti la copiano vero? Risponde Colombo: «Quando uno viene copiato vuol dire che ha successo. Servono passione, sentimento e una dose di buongusto che di solito è innato; o ti innamori o non le puoi neppure vedere».
Ed ecco l’uomo contemporaneo, allo stesso tempo romantico e audace, che veste Gallo e non ha paura di sfidare le convenzioni, che sa osare, attento ai dettagli. «Insomma un uomo che ha qualche cosa di speciale, e accetta con coraggio la sfida di avere gli sguardi puntati su di sé. Solo così si raggiunge il traguardo dello stile». Per quanto riguarda il materiale si può scegliere tra lana, cotone o a volte l’una o l’altro mescolate con la seta. All’inizio partono i due colori blu, grigio, bordeaux con blu. Basta guardare con un caledoscopio ed ecco spuntare ilmulticolor che ebbe successo anche per donne e bambini. Sono molto utilizzate, perfette per chi veste casual o nel golf, dove un po’ di eccentricità non guasta. Per lepasseggiate in montagna portate con bermuda e giacca in drill di cotone kaki. O per chi voglia fare un tuffo nell’oceano costumi sgargianti dalla classica riga ombrellone a pois grandi e irregolari.
In questo caso una non esclude l’altra ed ora sono molti i manager che le indossano con la giacca blu e pantaloni grigi, ma attenti alla scarpa. Ora più che uno sfizio la calza Gallo sta entrando nella normalità.Non si entra più in mercerie o negozi specializzati, ora si entra in un monomarca perché si vogliono quelle calze. L’azienda fa anche disegni dai colori folli per la cucina o stampe di animaletti per la linea bambino. Pensate ad altri indumenti per arricchire il brend? «Sì ora presentiamo due collezioni stagionali: per quella estiva stupendi costumi da uomo, prendisole e maglieria molto leggera per donna, sciarpe invernali e anche delle piccole friulane in velluto a righe oltre amille gambaletti per tutti».Ma Colombo va oltre con bicicletta, sciarpa e berretto Gallo. Esistono tre negozi aMilano, tre aRoma. Eil marchio è presente in molti areoporti internazionali come Parigi e Düsseldorf dove funziona molto bene. Il colore mette allegria e voglia di viaggiare.