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 2013  novembre 24 Domenica calendario

IL CASO FIRENZE, LA CESSIONE AI PRIVATI

FA MIGLIORARE I NUMERI DEL BILANCIO –

L’OPERAZIONE
FIRENZE Si chiama Ataf, ed è l’azienda dei trasporti di Firenze che, prima in Italia, ha integralmente ceduto ai privati la gestione del servizio. Una privatizzazione che il prossimo 30 novembre compie un anno e che non è costata la perdita di nessun posto di lavoro, anche se 113 dipendenti hanno accettato di trasferirsi in alcune aziende del nord e altri hanno lasciato l’Ataf con incentivi. Il biglietto, che a Firenze si acquista anche con un sms, non è rincarato e il servizio è lo stesso, anche se ha perso alcune linee a bassa utenza. Non solo: allo scadere del primo anno anche i numeri di bilancio per i nuovi gestori privati sono in miglioramento e fra poco saranno in grado di comprare 100 autobus nuovi. «È stato un lavoro serio – ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi – talmente serio che abbiamo evitato che accadessero le stesse scene che sono successe a Genova». Eppure anche a Firenze scioperi e proteste ce ne sono stati: per 7 volte sindacati e dipendenti hanno protestato sotto palazzo Vecchio e si sono astenuti dal lavoro. La città era stata tappezzata di manifesti contro il sindaco, in ogni autobus erano stati affissi volantini contro la vendita.
Ma la privatizzazione è diventata realtà e dopo una gara Ataf è passata sotto la gestione di una associazione temporanea di imprese che ha come capofila Busitalia del Gruppo Fs e in cui c’è la Cap di Prato e Autoguidovie di Milano. «Gli immobili dell’azienda però sono rimasti al Comune» spiega Filippo Bonaccorsi, l’uomo che ha voluto e gestito la privatizzazione quando era presidente di Ataf e che oggi è assessore alla mobilità della giunta Renzi. «Adesso li affittiamo ai gestori e Palazzo Vecchio incassa 2,5 milioni di euro l’anno. Far uscire la politica dalle aziende è fondamentale: oggi noi non dobbiamo più ripianare le perdite ma paghiamo i servizi».
I numeri di Ataf non sono stati sempre positivi: nel 2009 aveva 1450 dipendenti, 5 dirigenti e un bilancio che in 9 anni aveva perso 42 milioni di euro. Per arrivare alla privatizzazione l’azienda è stata sottoposta ad una forte cura dimagrante, ma i timori per il futuro esistono ancora. I sindacati sono all’erta, e hanno proclamato uno sciopero per il 5 dicembre: la nuova Ataf ha infatti disdetto gli accordi sindacali per dividere i dipendenti fra i tre gestori. Si temono nuovi esuberi ma nel 2014 in Toscana ci sarà la gara unica regionale e la scommessa del futuro si gioca tutta qui: da 32 società diverse il trasporto dovrebbe passare sotto un unico gestore.