Fior da fiore, 24 novembre 2013
Berlusconi non chiederà la Grazia, ma vuole che Napolitano gliela dia • Sconto fiscale a chi guadagna meno di 35 mila euro l’anno • Una tassa chiamata Aci • Il sito dove le donne danno i voti ai maschi • Trovato un vino di 3.700 anni fa • I mutandoni di Mao
Berlusconi Berlusconi dopo un discorso di un’ora e dieci ai giovani del partito nel Palazzo dei Congressi dell’Eur s’è alzato in piedi e ha detto: «Dopo venti anni di tentativi non andati in porto, mercoledì il Senato vota la mia decadenza. Io lo chiamo colpo di Stato! Omicidio politico!». E ancora: « Non lasceremo che il colpo di Stato si realizzi senza nessuna reazione!». Preannuncia manifestazioni (come un sit in, mercoledì, sotto palazzo Grazioli), e intanto in Senato già Forza Italia comincia ad astenersi sulla legge di Stabilità. Sempre in piedi, grida «la vergogna di un presidente del Consiglio, presidente del G8, che ha convinto americani e russi a diminuire le armi nucleari, che ha fermato la guerra fra Russia e Georgia, un imprenditore che ha creato posti di lavoro e dato lustro all’Italia con il Milan, inviato ai servizi sociali: umiliazione per me e per il Paese, ridicola e inaccettabile». Per cui, «il presidente della Repubblica non deve esitare un attimo a fare, senza che io lo richieda, un provvedimento che cancelli questa ignominia». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Stabilità Non ci sarà l’aumento della benzina per abolire la seconda rata Imu. È una delle novità della messa a punto della legge di Stabilità. Governo e maggioranza hanno anche raggiunto l’intesa sul cuneo fiscale: lo sconto fiscale sarà distribuito solo a chi guadagna meno di 35 mila euro lordi l’anno, e sarà di circa 225 euro.
Aci 1 L’iscrizione dei veicoli al Pubblico registro automobilistico (Pra) è prevista da un decreto del 1927. «Questa tassa occulta da circa 200 milioni l’anno rappresenta una formidabile assicurazione sulla vita per un carrozzone chiamato Automobile club d’Italia. Una struttura elefantiaca: tremila dipendenti, 106 strutture provinciali. Ognuna delle quali ha un consiglio di amministrazione, di regola formato da cinque persone (a Milano sono sette), più un collegio di tre revisori. Fate il conto: superare quota 800 poltrone è un attimo» (Rizzo, Cds).
Aci 2 «Anche se pochi ormai se la ricordano, quella storia Pier Luigi Bersani certo non l’ha dimenticata. Non fosse altro perché è una delle sconfitte più brucianti che da ministro delle liberalizzazioni abbia dovuto subire ad opera di una lobby. Due volte ha provato ad abolire il Pubblico registro automobilistico, e due volte è stato respinto con perdite. La prima, nel 2000; la seconda, sette anni più tardi. Poco importava che i cittadini italiani avrebbero potuto risparmiare un bel po’ di quattrini su ogni passaggio di proprietà, e che dal 1992 il Pra fosse un inutile doppione degli elenchi della Motorizzazione civile. Prima di Bersani, anche i sostenitori di un referendum promosso nel 1995 da un comitato presieduto dall’ex direttore del Sole24ore Gianni Locatelli e composto da una serie di associazioni e dalla rivista Quattroruote si erano dovuti arrendere. Le firme vennero raccolte in abbondanza, ma la Corte costituzionale dichiarò il quesito inammissibile. Tanto è misteriosamente potente, la lobby del Pra, da essere sfuggita alle grinfie della spending review, risultando appena sfiorata dal decreto semplificazioni: gli automobilisti non dovranno più comunicare le perdite di possesso e i cambi di residenza, che saranno acquisiti d’ufficio. Troppa grazia...» (ibidem)
Lulu La londinese Alexandra Chong, 32 anni, ha creato Lulu, un sito dove le donne possono collocare gli uomini che conoscono in diverse categorie che vanno da «ex fidanzato» a «insieme», «amico» o anche «parente». Seguono varie valutazioni predefinite nella forma dell’ hashtag, come su Twitter: si passa dal tutto sommato accettabile «pervertito nel modo giusto» al negativo «mai dormirci a casa» o al pessimo «abituato al porno». Il menù a scelta multipla offre decina di opzioni tra le quali gli apprezzatissimi «il ragazzo sa cucinare» e «fa le pulizie», ma anche «quando fa una battuta rido per farlo sentire meglio», «grandi piedi», «AltoBrunoEBello», «suona la chitarra», «rispetta le donne», «vuole bambini» e il terribile «ossessivo per la madre». Decine di categorie preordinate che consentono al sistema, grazie ad un algoritmo e dopo aver confermato il sesso di chi si è espresso attraverso Facebook, di calcolare un punteggio di valutazione che va da 1 a 10, che poi appare sul profilo degli uomini finiti sotto esame (Guastella, Cds).
Vino 1 Trovate nella cantina di un palazzo a Nahariya, nel nord di Israele, quaranta anfore di 3.700 anni fa. All’interno, un vino che sa di menta, cedro, miele, resina e cannella. Paragonandolo ai vini attuali, il più vicino può essere il Moscato di Pantelleria. I più antichi residui di vino sono stati trovati in Iraq, all’interno di una sola anfora, qualche anno fa, da una spedizione americana: risale a 6.000 anni fa. Anche in quel caso non era un liquido ricavato da sola uva. Il vino puro, dice Attilio Scienza, docente di Viticoltura a Milano, è un sogno moderno, degli ultimi tre secoli. Prima lo si sofisticava anche con spezie e frutti usati come conservanti e aromatizzanti o come antisettici per evitare il proliferare dei batteri. Gli assiro-babilonesi aggiungevano miele e mosto cotto, serviva per bloccare la fermentazione in un epoca senza solforosa e con poca igiene. Quindi nelle anfore israeliane simili a quelle antiche che sono state trovate anche in Georgia, si metteva un po’ di tutto: le susine appena erano mature, poi albicocche, pere, mele e alla fine l’uva, tutte assieme. Scienza: «I Greci usavano invece solo uva, ma perché il clima secco non faceva crescere molte altre piante da frutto» (Ferraro, Cds).
Vino 2 Il vino dell’antichità era sempre rosso, il bianco arriva dopo il grande freddo del 1300, quando vitigni allora rossi mutarono, come accadde con lo Chardonnay (Ferraro, Cds).
Mao 1 A Shaoshan, cinquanta chilometri a sud di Changsha, capoluogo dello Hunan, migliaia di pellegrini fanno la fila per visitare la casa natale di Mao Zedong. Tra i reperti esposti: le sue sigarette non fumate, un thermos per il tè, la boule azzurra che gli riscaldava lo stomaco, il lucido per le scarpe, la racchetta verde da ping-pong, i suoi mutandoni di lana, le scatole di biscotti, un pigiama rattoppato (Visetti, Rep).
Mao 2 Shaoshan conta oggi centoventimila abitanti, di cui quarantamila si chiamano Mao (ibidem)
(a cura di Roberta Mercuri)