http://forumdeibenicomunigenova.wordpress.com/, 24 novembre 2013
MARTEDI’ 19 NOVEMBRE
IMPEDIRE IL FURTO DEI BENI COMUNI
L’operato della Giunta comunale in questo anno e mezzo ha mostrato uno spaventoso vuoto di idee e progetti, quando non addirittura una supina acquiescenza ai soliti interessi di affaristi e speculatori.
Non si vede nessuna idea alternativa, qui come a livello nazionale, all’assecondare questo modello sociale, basato sullo strapotere dell’alta finanza e l’asservimento sistematico delle popolazioni alle sue esigenze.
La colpa della situazione critica in cui versano i servizi essenziali è stata riversata interamente sui lavoratori (privilegiati!) e sui cittadini (che non pagano il biglietto, o non differenziano abbastanza la spazzatura…).
Così la proposta della Giunta è una sola: trasformare i beni pubblici in proprietà private.
Quando invece ci sarebbero altre strade da percorrere, come hanno dimostrato i lavoratori e anche i movimenti cittadini, inascoltati.
Con questo i nostri “rappresentanti” si delegittimano da soli, dichiarano da sé di non essere capaci di rappresentare l’interesse collettivo, o di non volerlo fare.
MARTEDI’ 19 E’ PREVISTA LA VOTAZIONE FINALE, LA DECISIONE: PRIVATIZZAZIONI SI’ O NO
A QUESTO PASSAGGIO RISOLUTIVO SIAMO TUTTI CHIAMATI A PARTECIPARE CON OBIETTIVI CHIARI:
DIMOSTRARE LA NOSTRA DETERMINAZIONE
IMPEDIRE PER QUANTO POSSIAMO IL FURTODI CIO’ CHE E’ NOSTRO.
DALLE 14 A PALAZZO TURSI
SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE
(quando saranno finiti i posti, si può stare nel cortile dove verranno messe sedie e uno schermo)
Genova, 14 novembre 2013
per contatti: tel. 3202738711 - forumbenicomunigenova@gmail.com
Comitato Genovese Acqua Bene Comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato Genovese Gestione Corretta Rifiuti, La Voce di S. Teodoro, Salviamo il Paesaggio – Genova, Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato Genovese per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati No Gronda, Associazione Biologgia, Legambiente Liguria, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Giuristi Democratici – Sezione Genovese, Circolo Genovese Movimento Decrescita Felice, Comunità di S. Benedetto al Porto, Movimento Difesa del Cittadino – Genova.
Solidarietà a tutti i lavoratori delle aziende municipalizzate.
forumdeibenicomunigenova ♦ 21 novembre 2013 ♦ Lascia un commento
Il Coordinamento dei comitati Nogronda esprime la piena solidarietà a tutti i lavoratori delle aziende municipalizzate genovesi che in questo momento si stanno fermamente opponendo alla privatizzazione delle stesse da parte delle amministrazioni locali.
Considerato il completo fallimento delle privatizzazioni “all’italiana” del recente passato che hanno visto la riduzione dei servizi per il cittadino, a fronte di un aumento dei costi e di una praticamente assente concorrenza tra privati, ci riteniamo completamente contrari ai percorsi di privatizzazione di aziende nate per offrire un pubblico servizio, come AMT, AMIU, ASTER, Bagni Marina e Farmacie Comunali.
In particolare, vista la rilevanza che riveste il trasporto pubblico per la qualità della vita delle persone che abitano nel contesto genovese, sollecitiamo nuovamente le amministrazioni locali, Comune e Regione, a considerare il trasporto pubblico una PRIORITA’, adoperandosi anche a livello nazionale, per il reperimento delle risorse necessarie.
Risorse che ci sono.
Vogliamo ricordare i 22 miliardi di euro previsti per il TAV, i 6 miliardi per il terzo valico, i 5 miliardi per la gronda autostradale.
Oltre 30 miliardi di euro che, se dirottati verso le “vere” priorità del paese, garantirebbero ad aziende come AMT la possibilità di continuare ad offrire un servizio fondamentale ai cittadini, magari incrementandolo, e di consentire a molti genovesi di lasciare l’auto a casa per i propri movimenti e a quelli che l’auto nemmeno ce l’hanno (vogliamo ogni tanto ricordarci anche dei diritti degli anziani e dei giovani?), di potersi spostare.
Il Coordinamento dei Comitati NoGronda.
Crisi AMT: i nodi vengono al pettine (e fanno male).
forumdeibenicomunigenova ♦ 21 novembre 2013 ♦ Lascia un commento
Comunicato Stampa – Giovedì 21 novembre 2013
CRISI AMT: I NODI VENGONO AL PETTINE (E FANNO MALE)
C’era da aspettarselo. Il disastro provocato da mediocri politici e pessimi amministratori ha trasformato i dipendenti di AMT in rivoluzionari all’assalto del Palazzo d’Inverno. Sia chiaro, pur subendo come cittadini ed utenti i disagi delle loro proteste ed auspicando forme alternative di lotta, noi stiamo dalla parte dei lavoratori.
Il perché è evidente in tutte le cose che abbiamo detto in questi anni. Come per altri servizi pubblici, il trasporto pubblico è stato lentamente strangolato, dal blocco del fondo nazionale negli ultimi vent’anni e quindi dal suo taglio negli ultimi tre. I rimedi portati avanti dai nostri amministratori (aumenti delle tariffe, taglio del costo del lavoro, taglio del servizio) hanno rincorso il pareggio di
bilancio senza la ben che minima strategia per il futuro. Anzi, questi interventi hanno aumentato i problemi stante che persino in questo momento di crisi economica il TPL ha visto perdere utenza ed introiti invece da fungere da salvaguardia per le esigenze di mobilità dei cittadini. Ai nostri amministratori piacerebbe che il tpl proprio non esistesse dato che per ogni euro incassato dalle
tariffe bisogna trovarne altri due: meno servizio, meno utenti, quindi meno soldi da trovare. Anche i lavoratori se ne sono infine accorti e quindi non sono più disponibili a sacrifici personali fine a se stessi, che contribuiscono a distruggere il servizio e quindi anche il loro posto di lavoro.
Esistono però altre soluzioni al taglio dei finanziamenti; basti vedere come hanno reagito le aziende che non sono al tracollo: gestione professionale delle aziende (altro che dismettere le manutenzioni e vendere le rimesse), potenziato il servizio, tariffe tenute basse (altro che penalizzare gli abbonamenti), disincentivata la mobilità individuale a motore (altro che gronda e strada a mare).
Come andiamo proponendo da anni, serve una nuova politica di gestione della mobilità; questa è l’unica soluzione, oltre a chiedere più soldi a Roma per il TPL (invece che per il tunnel sotto il porto).
E non si comprende cosa potrebbe fare un privato in una situazione come questa se non portare un po’ di soldi per chiudere in pareggio il bilancio per un anno o due. I “francesi” sono scappati proprio perché il socio pubblico non voleva fare quelle cose che sono nella sua disponibilità (ad esempio i corridoi di qualità per aumentare la velocità commerciale), potendo così intervenire solo sul costo del lavoro (aumento della produttività).
In definitiva, se interviene un soggetto privato e non cambiano gli amministratori pubblici non ci potrà essere un miglioramento e il rischio che si corre è che il servizio su gomma faccia la fine di quello su ferro (chiedere ai pendolari ferroviari cosa pensano del servizio pagato dalla Regione Liguria e prodotto da Trenitalia…). Al contrario, se gli amministratori pubblici fanno quello che
devono, non c’è bisogno di alcun privato: se mancano le competenze a livello dirigenziale, casomai, si cambino i dirigenti e se servono soldi per gli investimenti, si facciano dare un prestito (ad esempio per la tranvia in Valbisagno) dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Chi ha creato questo disastro si tolga dai piedi: non permettiamo un’ulteriore rovina.
WWF Genova.
Il Forum dei Beni Comuni su AMT
forumdeibenicomunigenova ♦ 9 novembre 2013 ♦ Lascia un commento
Dalle notizie di stampa è sempre più chiara e forte la decisione della Giunta comunale: privatizzare AMT, al più presto, anzi subito.
Dicono: quest’anno AMT terminerà in pareggio, ma l’anno prossimo sarà in passivo per una decina di milioni. Inoltre: nel 2014 scadrà il contratto di servizio. Come potrà AMT partecipare alla gara (da La Repubblica di oggi). Bisognerebbe ricapitalizzare l’azienda con 30-40 milioni, spesa impossibile per il Comune di Genova.
Chiediamo alla Giunta comunale: nel luglio 2012, poco dopo l’insediamento, siete stati capaci di agire con decisione. Con l’appoggio del Consiglio Comunale avete dato incarico a un advisor di valutare l’azienda in vista di una possibile cessione. Successivamente avete premuto sui lavoratori perché peggiorassero sensibilmente le proprie condizioni lavorative e di stipendio, per evitare la privatizzazione. Così è stato. Già nel 2012 la spesa per il personale era diminuita di quasi 7 milioni (per l’esattezza, 6.807.749, pari al 6,21%).
Nel frattempo, rispetto al 2011 sono diminuiti nel 2012 i Km percorsi (26,6 milioni contro 28), i passeggeri trasportati (139,2 milioni contro 149,4) e gli incassi (58,9 milioni di euro contro 60, 5).
Tutti questi numeri nel 2013 diminuiranno ancora per effetto dell’accordo del maggio scorso. I lavoratori i sacrifici li hanno fatti e li stanno facendo; così come gli utenti e la città tutta.
Ma dalla delibera del luglio 2012 sono passati 16 mesi: in questo tempo cosa avete fatto per migliorare le prestazioni del trasporto pubblico, per esempio prevedendo e realizzando altre corsie gialle, e potenziando quelle esistenti?
Quanto all’obbligo di gara nel 2014, sapete bene che non esiste. Una società a totale capitale dell’Ente affidante, in house, non ha bisogno di gara per avere l’affidamento del servizio.
Il vostro governo sta strangolando i comuni, togliendo loro, per ricordarne solo una, miliardi e miliardi di IMU. Ha trovato da un giorno all’altro 4 miliardi per colmare il buco del Monte dei Paschi di Siena, causato dalle speculazioni truffaldine che sono però comuni a tutto il mondo della finanza (si veda per Genova la Carige).
Lo stesso mondo (i “mercati”) di finanzieri e supermanager strapagati che esigono i “sacrifici” e hanno imposto questo governo.
Ci sono in questo consiglio comunale consiglieri capaci di dare dignità e sostanza al concetto di “pubblico”, e di ritenere che la lealtà nei confronti dei cittadini e dell’interesse collettivo sia più importante di quella verso un partito o verso un uomo?
Genova, 8 novembre 2013
tel. 3202738711
http://forumdeibenicomunigenova.wordpress.com
forumbenicomunigenova@gmail.com
Comitato genovese acqua bene comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato genovese gestione corretta rifiuti, Voce di S. Teodoro, Salviamo il paesaggio – Genova, Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati no gronda, Associazione Biologgia, Legambiente Liguria, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Giuristi democratici – Sezione Genovese, Circolo Genovese Movimento Decrescita Felice, Comunità di S. Benedetto al porto, Movimento Difesa del Cittadino – Genova .
Il Forum dei Beni Comuni al Sindaco di Genova: il patrimonio pubblico non si svende!
forumdeibenicomunigenova ♦ 27 ottobre 2013 ♦ Lascia un commento
DUE ORE DI DURO CONFRONTO A PALAZZO TURSI
IL FORUM DEI BENI COMUNI AL SINDACO DI GENOVA: IL PATRIMONIO PUBBLICO NON SI SVENDE!
Martedì 22 ottobre, verso le 18, mentre era in corso davanti a Palazzo Tursi la manifestazione del Forum dei Beni Comuni di Genova per esigere un’inversione di rotta sui servizi pubblici come rifiuti, acqua, trasporto locale, una delegazione dei manifestanti è salita al piano degli uffici comunali chiedendo di essere ricevuti dal Sindaco, per consegnargli nove domande racchiuse dentro una grande busta bianca.
Il Forum, come molti genovesi, voleva sentire dalla viva voce del sindaco la spiegazione di una delibera che continua le sciagurate politiche di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici avviate con la privatizzazione dell’acqua, risalente al 1995, e respinte dal voto popolare del referendum del giugno 2011 su acqua e servizi pubblici locali.
Il sindaco ha negato che la delibera proponga privatizzazioni, affermando che una società per azioni in cui i comuni detengano il 51% del capitale si deve considerare “pubblica”.
I rappresentanti del Forum hanno fatto presente le esperienze del passato (l’ingresso in AMT di un socio francese, che ha solo aggravato la situazione) e del presente (le gestioni dell’acqua, che sfuggono di fatto a ogni efficace controllo pubblico).
Il confronto tra sindaco ed esponenti del Forum è andato avanti allargandosi a tutte le tematiche collegate ai contenuti della delibera, ma su ogni questione si è registrata una sensibile divergenza tra le due parti. Neppure su possibili processi partecipativi è stato trovato un accordo. Il sindaco insiste a confondere la partecipazione con l’ascolto, su questa base è impossibile fare passi avanti.
L’incontro si è quindi concluso con un nulla di fatto.
Il Forum continuerà la ferma opposizione a ogni ipotesi di privatizzazione e invita la cittadinanza tutta a mobilitarsi contro questo vero e proprio saccheggio che trasferisce ricchezza dai molti sempre più impoveriti ai pochi sempre più ricchi.
Alleghiamo le nove domande.
Genova, 25 ottobre 2013
forumbenicomunigenova@gmail.com per contatti: 3202738711.
Comitato genovese acqua bene comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato genovese gestione corretta rifiuti, Voce di S. Teodoro, Salviamo il paesaggio – Genova , Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati no gronda, Associazione Biologgia, Legambiente Liguria, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Circolo Genovese Movimento Decrescita Felice, Comunità di S. Benedetto al Porto, Giuristi democratici – Sezione Genovese, Movimento Difesa del Cittadino – Genova.
NOVE DOMANDE AL SINDACO DI GENOVA:
1. Perché nella delibera sono proprio le società indicate come strategiche quelle che si vogliono togliere dal perimetro pubblico?
2. Perché vendere aziende che forniscono un servizio essenziale alla cittadinanza e non fanno perdite?
3. Perché vendere AMT, dopo l’esperienza disastrosa già fatta che al Comune è costata milioni di euro e ha reso profitti solo ai privati??
4. Perché escludere i movimenti cittadini dalle consultazioni sulla delibera “privatizzazioni”? Le questioni aziendali sono solo un aspetto, qui si parla di servizi pubblici, di beni comuni.
5. Perché sono state fatte delle finte “consultazioni” delle OO.SS.?
6. Perché Iren e gli interessi di Iren sono considerati da questa Amministrazione più importanti delle leggi dello Stato (vedi referendum del 2011 sull’acqua) tanto che si arriva addirittura a non applicarle?
7. Vendere AMIU a Iren rientra in una strategia del Comune rivolta a finalità di interesse pubblico, o in una strategia della holding Iren SpA intesa a massimizzare il profitto nell’interesse degli azionisti? E’ giusto che un ente pubblico elettivo (il Comune di Genova), che dovrebbe rappresentare la comunità, si comporti come un qualunque azionista? Il dividendo giustifica tutto, è una motivazione prioritaria rispetto al bilancio sociale e ambientale?
8. Dopo quasi un anno e mezzo dall’insediamento, questa amministrazione cosa può dimostrare di aver fatto concretamente per far partecipare i cittadini ai processi decisionali?
9. Pensa che i cittadini, con la sua Giunta, abbiano percepito un cambiamento di metodi rispetto alla solita politica?
Genova, 22/10/2013
Pacifico “assedio” a Tursi: martedì 22 ottobre dalle 17:30.
forumdeibenicomunigenova ♦ 21 ottobre 2013 ♦ Lascia un commento
PALAZZO TURSI ALLE STRETTE
La Giunta Comunale ha approvato una nuova delibera per la privatizzazione di AMIU, AMT, ASTER, bagni e farmacie comunali, sostanzialmente uguale alla precedente. Entro due o tre settimane dovrebbe arrivare al voto in Consiglio Comunale.
SIAMO ARRIVATI AL PASSAGGIO DECISIVO
chi e’ contrario alla privatizzazione dei servizi essenziali deve far sentire ORA la propria voce.
MARTEDI’ PROSSIMO “ASSEDIEREMO” PACIFICAMENTE PALAZZO TURSI
PER FARCI SENTIRE DAL SINDACO A CUI VOGLIAMO CONSEGNARE UN MESSAGGIO
E DIRE CHIARO A LUI E ALLA SUA MAGGIORANZA CHE QUESTO E’ SOLO L’INIZIO
NON MANCARE!
Tutti in consiglio comunale mercoledì prossimo, 23 ottobre, alle 9.30!
forumdeibenicomunigenova ♦ 17 ottobre 2013 ♦ Lascia un commento
Cari Vesimini, cari amici nostri e della Vesima,
ci siamo: l’urbanistica sta diventando argomento di calda attualità, e i contadini, della Vesima o di altrove, avremo ben ben da battagliare per preservare l’uso agricolo della terra. Quanti saranno al nostro fianco?
Colline genovesi: edilizia o agricoltura?
Nell’ultima settimana a Tursi c’è stata una seduta della commissione territorio del Comune, un incontro preliminare per presentare le risposte – quelli che dixan de parlà ciaeu e ciammàn “controdeduzioni”… – del Comune alla Valutazione Ambientale Strategica (per brevità VAS) con cui la Regione lo obbliga (obbligherebbe…) a modificare il PUC per motivate ragioni ambientali.
Sono seguiti anche i primi articoletti, un po’ peperini, sui giornali locali. In un passo (Secolo XIX, 10 ottobre) si legge:
convinzione di questa giunta [comunale] è che a Genova non si possa vivere di agricoltura, e che quindi sia impossibile immaginare che qualcuno chieda di ristrutturare una vecchia cascina con lo scopo di abitarla e trarre dal terreno circostante, opportunamente riqualificato, quanto basta per mantenere se stesso e magari la propria famiglia
a questo punto noi contadini speriamo che sarete sobbalzati! Che?! La giunta comunale postula l’impossibilità che noi esistiamo!? Sì, anche al di là dello stile giornalistico, pure dai discorsi in Sala rossa, e dai documenti che abbiamo potuto leggere, la cosa pare essere proprio così: la giunta, o meglio, chi conta nella giunta, sostiene senza ombra di dubbio che l’agricoltura a Genova sia morta – a parte, s’intende, le rare sporadiche eccezioni che sono comunque applaudite e incoraggiate e premiate con un sacco di sorrisi (peraltro, in barba alla coerenza, sentite qui il sindaco dal minuto 18.40).
Da questo bel presupposto ribadito via stampa e nelle occasioni ufficiali, che implica fra l’altro la definitiva sparizione degli artefici e presidiatori produttivi per secoli delle colline genovesi, la giunta deduce l’innovativa soluzione che le colline stesse vadano presidiate concedendole al libero intento di chi volesse farcisi magari una villetta, o meglio, alla libera iniziativa – e se uno ci vuole i rovi o del cemento sia libero, ché diamine ognuno è padrone a casa propria!
Proprio così: alla richiesta (prescrittiva) della VAS “sulle aree agricole limitare l’insediamento della residenza, alle sole attività agricole professionali” il Comune intende “ottemperare” proponendo di “ricondurre l’indice residenziale a quanto disposto [nel vecchio PUC] per le zone E agricole (0,01 mq/mq) sia in zona di presidio agricolo che ambientale”.
Insomma, mi prescrivono “no”, e io rispondo “obbedisco, sì”. Alleghiamo agghiacciante brandello del Secolo XIX del 10 ottobre.
Per fortuna, la rete dell’altreconomia IF vigila su questo percorso. Sappiamo che a confronto delle risorse economiche, e al potere, delle lobby che inducono la giunta comunale ai suoi retti pensieri, i nostri mezzi sono pochi. Però sappiamo che almeno un po’ siamo in gamba, e ci stiamo dando da fare (permetteteci di non raccontare le mosse, che contiamo sull’effetto sorpresa…).
Non ci sentiamo soli: contiamo fortemente di ricevere l’appoggio di tutte le persone, anche non contadini, che si sentono coinvolte in agricoltura. Un primo concreto aiuto sarebbe comodo comodo: venire a star seduti ed ascoltare attentamente la riunione della commissione consiliare ove l’architetto Capurro, competente ed algida capo dell’Urban Lab, presenterà gli scoppiettanti contenuti della risposta del Comune.
L’appuntamento è per mercoledì 23 ottobre alle nove e mezza in Sala rossa a Palazzo Tursi, in via Garibaldi. Vi preghiamo di diffondere fra i vostri contatti, se desiderate anche inoltrando pari pari questo articolo del buletìn.
Per chi ha voglia di approfondire, qui c’è la VAS della Regione, sia benedetta la responsabile Paola Solari. Leggetela, è un documento ufficiale confortante (e dovrebbe essere vincolante…). Il tema dell’uso del suolo è alle pagine 16-18 del pdf. (red.)
e la Vesima?
La Vesima è coinvolta in quanto è una collina genovese, una delle poche ancora rurale, una delle poche dalle quali una certa voce di ritorno alla terra si sente (o meglio: si è cominciata a sentire prima…).
Così, nei giornali e nei discorsi, si dice che Vesima farà eccezione, per via della storica tradizione agricola (ma quale collina genovese non l’ha avuta?). Per esempio, sul Secolo del 15 ottobre “[...] Bernini spiega – ciò non toglie che in determinati contesti come Vesima non si debba puntare tutto su un ritorno all’attività dei campi” – precisando poi che i soldi ce li deve mettere la Regione…
Magari ci potrebbe anche interessare, ma naturalmente tutto è fatto senza aver presentato ai vesimini cosa hanno in mente, e senza chiederci che ce ne parrebbe. Avran pensato che d’estate i contadini han da fare e gli altri hanno da andare al mare, conviene la premura di non disturbarli coi discorsi, ci pensan loro…
Ecco, Vesima comincia ad essere menzionata, visitata, ad essere oggetto di interesse,a raccogliere promesse. A noi va bene, del resto abbiamo bello che visto che da soli contiamo niente, speriamo solo che i riflettori non abbaglino troppo (nel caso, voi richiamateci!). Speriamo che da questo invexendo riusciremo a tirare fuori una valle più viva e produttiva, anche col vostro aiuto.
Però non ci piace niente essere presentati come una eccezione: ne sa troppo di contentino a chi disturba, tutte le colline franano se non le si lavora, i terreni abbandonati sono un delitto (incostituzionale) ovunque e poi la Vesima non basterà ad offrire cibo sano a tutta Genova. (red.)
Privatizzazioni ora basta! Presidio tutti i martedì alle 17:30 davanti a Palazzo Tursi.
forumdeibenicomunigenova ♦ 13 ottobre 2013 ♦ 1 commento
Ai primi di settembre è stata ritirata la delibera per privatizzare la raccolta dei rifiuti (AMIU), i trasporti pubblici (AMT), l’azienda delle manutenzioni e del verde pubblico (ASTER), i bagni e le farmacie comunali.
Hanno avuto effetto soprattutto la fortissima opposizione espressa dai lavoratori e dalle lavoratrici delle aziende interessate, ma anche quella dei movimenti, delle associazioni e dei comitati cittadini per la difesa e lo sviluppo dei beni comuni, e anche l’opposizione di una parte del Consiglio Comunale.
Quali saranno ora le prossime mosse della Giunta comunale, per aggirare gli ostacoli e far passare le privatizzazioni? Gli interessi che premono per impadronirsi del patrimonio pubblico, legati come sono ai partiti maggiori, di sicuro non rinunciano alle ricche rendite e benefici d’ogni genere garantiti dalla gestione dei servizi pubblici. Con le ben note conseguenze:
aumento dei costi per i cittadini
servizi peggiori
più disoccupazione e lavori precari
sono 20 anni che succede, succederà ancora se non li fermiamo.
INVERTIRE LA ROTTA SI PUO’ E SI DEVE
BASTA SACRIFICI A SENSO UNICO
Dobbiamo rifiutare qualunque soluzione che con il pretesto della crisi peggiori ulteriormente le condizioni dei lavoratori e delle classi più deboli.
LA FINANZA INTERNAZIONALE STA DERUBANDO I FRUTTI DEL LAVORO DI INTERE GENERAZIONI. NESSUN GOVERNO E’ LEGITTIMO, SE NON SI OPPONE
MARTEDI’ 15 ottobre 17.30-19.00
PRESIDIO DAVANTI A TURSI
I CONSIGLIERI COMUNALI SAPPIANO CHE LA CITTA’ LI GUARDA E NON PERDONERA’ CHI FAVORIRA’ GLI INTERESSI DEGLI AFFARISTI INVECE DI QUELLI DEI CITTADINI
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Comitato genovese acqua bene comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato genovese gestione corretta rifiuti, Voce di S. Teodoro, Salviamo il paesaggio – Genova , Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati no gronda, Associazione Biologgia, Legambiente Liguria, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Circolo Genovese Movimento Decrescita Felice, Comunità di S. Benedetto al Porto, Giuristi democratici – Sezione Genovese.
Risoluzione assemblea cittadina del 3 settembre 2013
forumdeibenicomunigenova ♦ 29 settembre 2013 ♦ Lascia un commento
ASSEMBLEA CITTADINA DEL 3 SETTEMBRE 2013
RISOLUZIONE
Con l’accantonamento (provvisorio?) della delibera “privatizzazioni” sindaco e giunta hanno preso atto di una situazione sociale giunta al limite di rottura. L’opposizione sociale ha ottenuto un secondo successo, dopo il primo rinvio. Vedremo se la politica dei rinvii porterà all’accantonamento della delibera, oppure allo sfilacciamento per stanchezza del fronte che vi si oppone.
Su questo limite anche le forze più voraci e determinate ad appropriarsi delle rendite garantite dalla gestione di servizi indispensabili come acqua e rifiuti hanno dovuto fermarsi. Per ora.
E’ ancora presto per capire cosa esattamente stia succedendo e quale sarà l’esito finale.
E’ certo che Iren, azienda controllata dal PD, e questo partito, considerano fondamentale impadronirsi della gestione del ciclo dei rifiuti attraverso l’acquisto anche parziale di AMIU.
Per queste forze l’obiettivo resta fondamentale, eserciteranno tutta la loro potenza di ricatto, essendo anche al governo del paese, per raggiungerlo.
Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale dovrebbero invece approfittare di questa pausa per rivedere criticamente le scelte compiute e decidersi a “Invertire la rotta” rispetto a politiche che hanno promosso la finanza improduttiva e l’attuale crisi economica, aggravando la crisi ambientale e la crisi della democrazia.
La delibera ora accantonata va nella direzione di indebolire ulteriormente il sistema delle società con cui il Comune ancora gestisce in prima persona i servizi pubblici essenziali o comunque di rilevante interesse pubblico, per arricchire e consolidare soggetti privati dotati di risorse economiche e influenza politica tali da essere dominanti rispetto alle comunità in teoria “servite” da esse. Nella fattispecie Iren SpA, sempre più legata alla Cassa Depositi e Prestiti attraverso F2i, controllando già il servizio idrico di Genova e Savona, e la distribuzione del gas a Genova, gli inceneritori di rifiuti di Parma e Torino, punta chiaramente a inglobare AMIU e la gestione del ciclo dei rifiuti della città di Genova e dei comuni vicini, per continuare la sua espansione nella nostra regione.
Noi movimenti per l’acqua, per rifiuti zero, per la tutela dell’ambiente e della salute, per una nuova finanza al servizio dell’economia produttiva e dei diritti delle persone, per una moratoria sul debito pubblico, per l’interesse collettivo contro le grandi opere inutili, per la pace, per un nuovo corso economico e sociale, siamo parte attiva insieme con i lavoratori di AMIU, AMT, ASTER, Bagni Marina e Farmacie comunali e altri nella lotta per evitare l’ulteriore privatizzazione di queste aziende, e proponiamo alle forze sociali, ai singoli cittadini, ai sindacati, ai partiti, alle istituzioni elettive, di “invertire la rotta”.
E’ possibile invertire la rotta partendo dalle condizioni attuali?
Si’, con due mosse:
1° trasformare le spa a totale capitale comunale in aziende speciali, enti di diritto pubblico, dotati di personalità giuridica e di autonomia imprenditoriale.
2° attuare una governance partecipativa, con un consiglio di sorveglianza costituito da esperti, rappresentanti dei lavoratori, rappresentanti dei movimenti civici.
La trasformazione delle spa in aziende speciali, non presenta difficoltà insormontabili. L’esito del referendum su acqua e servizi pubblici locali permette questa scelta, e poiché non si tratta della costituzione di nuove società o aziende, ma di una trasformazione da una forma giuridica all’altra, non incorre nel divieto del decreto “spending review”.
Inoltre, contrariamente a quanto scritto sulla Delibera, le Società di capitale a totale capitale pubblico, e le Aziende speciali, non sono soggette al patto di stabilità interno, come sarebbe stabilito dal “decreto liberalizzazioni” di inizio 2012. Ciò perché il decreto attuativo del provvedimento da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze non è mai stato emesso.
La trasformazione di AMIU, AMT, ASTER ecc. in Aziende speciali, e il ritorno del servizio idrico nel perimetro pubblico, aprirebbe la strada a ulteriori soluzioni innovative. In primo luogo il Comune, con la partecipazione costante e il controllo delle espressioni organizzate della società (movimenti civici, organizzazioni dei lavoratori), sostituirebbe la missione privatistica di procurare dividendi per gli azionisti, con la missione pubblica di garantire qualità ed economicità del servizio, e di tutelare l’ambiente, con ricadute positive sulla salute umana, sull’economia dell’intero paese, sui livelli di occupazione e di reddito dei lavoratori.
Sarebbero anche possibili molteplici sinergie, per es. per la manutenzione degli automezzi in officine del “gruppo-Comune”, per la gestione dell’energia, per coordinare politiche positive per il territorio e in tema ambientale ecc.. Il concetto di “gruppo” per indicare l’insieme delle partecipate del Comune acquisterebbe un significato concreto. Attualmente invece è un’invenzione letteraria, al più potrà diventare un fatto contabile, quando fosse attuato il bilancio consolidato. La volontà delle forze politiche maggioritarie, e di questa Giunta, espressa non solo da questa Delibera, è la disarticolazione del gruppo-Comune, a favore di altri poli economico-finanziari (Iren per acqua e rifiuti, Trenitalia per AMT ecc.) e di interessi diversi dall’interesse pubblico.
La governance partecipativa delle aziende segnerebbe un’inversione di tendenza rispetto alla chiusura autoreferenziale del ceto politico, sempre più compattato sulle esigenze dei gruppi finanziari e sempre più lontano dalle funzioni di rappresentanza degli interessi collettivi.
E’ scandaloso che, per favorire una società privata, Iren SpA, l’amministrazione comunale continui a ignorare il risultato dei referendum sull’acqua del 2011.
L’amministrazione comunale continua pervicacemente a rifiutare perfino il confronto con i comitati dell’acqua, nonostante un odg del consiglio comunale, del 7 maggio scorso, che impegna la giunta ad attuare i risultati del referendum e ad aprire un tavolo con comitati e lavoratori.
Un atteggiamento di disprezzo per la democrazia e la legalità, che ormai è uno stile di governo.
Aspettiamo ancora che vengano attuate precise disposizioni di legge, a proposito degli obblighi di trasparenza delle società partecipate da enti pubblici, come richiesto dalla nostra petizione la cui discussione è stata accantonata.
Invertire la rotta significa anche rinunciare all’illegalità come metodo di governo.
Pubblicizzare il servizio idrico genovese si può e si deve. La legge è chiara, come dimostra anche l’ultima sentenza al riguardo, quella pronunciata ad agosto dal giudice di pace di Chiavari (dopo la Corte Costituzionale, il Consiglio di Stato, il Tar della Toscana…)
Quindi:
3° Instaurare un rapporto nuovo con la cittadinanza, chiamandola a uscire dalla passività e a partecipare ai processi decisionali, tramite un’”operazione trasparenza”, una campagna informativa permanente sullo stato e sulle problematiche della comunità genovese; un’”operazione partecipazione”, a partire dal bilancio del Comune, dalla struttura delle entrate che dipendono dal Comune stesso (come ad es. IMU, TIA, tariffe bus, COSAP, blu area…) alle decisioni di spesa, cioé come vengono spese le risorse disponibili (bilancio partecipativo). Della rivitalizzazione dei processi partecipativi fa parte anche la ripresa del confronto con i movimenti cittadini, a partire dalla petizione che abbiamo presentato il 17 aprile scorso e sulla quale c’è stata una sola commissione consiliare, che non è entrata nel merito delle richieste.
4° Agire all’interno di ANCI per abolire il patto di stabilità interno e riportare la Cassa Depositi e Prestiti alla funzione che ha svolto per 150 anni: indirizzare il risparmio degli italiani a finanziare i servizi pubblici locali, a basso tasso di interesse ma senza rischi.
RINNOVIAMO PERTANTO LA RICHIESTA AL SINDACO, ALLA GIUNTA E AI CONSIGLIERI COMUNALI DI RITIRARE DEFINITIVAMENTE LA PROPOSTA DI DELIBERA.
Infine questa assemblea approva:
1) lasciare alla mailing list del Forum la decisione sull’opportunità di una conferenza stampa nei prossimi giorni per spiegare i risultati di questa assemblea e la nostra posizione rispetto alle novità che si stanno profilando.
2) effettuare distribuzione di volantini con lo stesso scopo
3) rafforzare la collaborazione tra movimenti con una bacheca virtuale, un sito dove chiunque potrà trovare le informazioni (il chi è, gli appuntamenti, le iniziative, i contatti) relative ai movimenti che vorranno partecipare.
4) Organizzare presidi e approfondimenti assembleari in diverse zone della città sul nuovo corso economico e sociale che proponiamo.
5) Rifiutare qualunque soluzione che scarichi sui lavoratori, le lavoratrici e le classi più deboli i costi della crisi, a partire dall’esigere che i tagli alle spese vengano fatti nel solo modo eticamente e costituzionalmente corretto: alle spese militari e alle missioni di guerra.
Le attività elencate ai punti precedenti richiedono l’impegno di parecchie persone.
La mailing list del forum è attualmente lo strumento organizzativo che ne permette concretamente l’esistenza e l’attività.
Invitiamo tutti i presenti che ancora non ne facciano parte a lasciare i propri dati al tavolino.
La forza delle proposte alternative che presentiamo dipende dalla nostra capacità di costruire collegamenti stabili tra noi e capacità operative, senza cui assemblee, manifestazioni, proclami resterebbero episodi senza seguito e senza peso.
STASERA E’ IMPORTANTE CHE QUESTA ASSEMBLEA DISCUTA E DELIBERI SUI PUNTI ESPOSTI, E DA QUI NASCA UN IMPEGNO SERIO E CONVINTO A PROSEGUIRE NELLA LOTTA TUTTI INSIEME.
Comitato genovese acqua bene comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato genovese gestione corretta rifiuti, Voce di S. Teodoro, Comitato genovese No debito, Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati no gronda, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Legambiente Liguria, Comunità di S. Benedetto al Porto
Privatizzazioni? Hanno distrutto l’Italia!
forumdeibenicomunigenova ♦ 28 settembre 2013 ♦ Lascia un commento
Le politiche dell’austerità che impongono la svendita del patrimonio pubblico si concretizzano a Genova con il progetto di vendere a privati quote di AMIU, AMT, ASTER, i bagni e le farmacie comunali.
Negli anni scorsi queste aziende municipali sono state trasformate in società di capitali, ponendo le premesse giuridiche della privatizzazione. Ora si vuol compiere il passo successivo.
Perché? C’è un legame tra questo e la cosiddetta “crisi”? Chi ci guadagna?
Sono possibili soluzioni diverse, e come?
GIOVEDI’ 3 OTTOBRE
Ore 18:00 CIRCOLO ARCI “ZENZERO”
VIA GIOVANNI TORTI 35
Ore 21:00 CIRCOLO ARCI BARABINI DI TRASTA
SALITA CA DEI TRENTA 3cancello
NE PARLIAMO CON
MARCO BERSANI
AUTORE DEL LIBRO:
CatasTroika
Le privatizzazioni che hanno ucciso la società
(edizioni Alegre, 2013)
ATTAC GENOVA
COMITATO GENOVESE DEL FORUM PER UNA NUOVA FINANZA PUBBLICA E SOCIALE
CIRCOLO ARCI ZENZERO
https://attacgenova.wordpress.com
http://forumdeibenicomunigenova.wordpress.com/
Per informazioni: tel. 3296509281