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 2012  novembre 07 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Mentre aspettiamo il risultato del voto americano, balocchiamoci con la nostra legge elettorale, ieri venuta nuovamente alla ribalta.

Che è successo?
Lei sa che c’è tutta una questione relativa alla legge elettorale, che il presidente Napolitano vuole cambiare e con lui dicono di volerla cambiare anche i partiti, e i principali editorialisti dei quotidiani e forse anche una quota importante di cittadini. Che cosa c’è che non va nella vecchia legge elettorale, soprannominata “Porcellum” dallo stesso uomo politico che l’ha congegnata (Roberto Calderoli) e fortemente voluta nel 2006 da Casini e anche da Berlusconi per impiastricciare la prevedibile vittoria di Romano Prodi e del centro-sinistra? Non va questo: che il partito o la coalizione che hanno preso più voti incassano in ogni caso un premio di maggioranza piuttosto forte, che garantisce alla Camera il 54% dei seggi, cioè 340, cioè la maggioranza assoluta. «In ogni caso» significa che se la coalizione o il partito primo arrivato ha vinto con uno striminzito 15 o 20% prende lo stesso il 54% dei seggi, il che appare a chi se ne intende piuttosto enorme. La legge Acerbo, quella con cui Mussolini si impadronì del Parlamento nel 1924 prevedeva che al partito primo arrivato si dessero i due terzi dei seggi, ma solo se avesse ricevuto il 25% dei voti. Era abnorme, ma almeno c’era una soglia. La Corte costituzionale ha fatto rilevare la cosa, mugugnando velatamente che in questa assenza potrebbe esserci un limite di costituzionalità. E quindi ecco i partiti all’opera.  

I partiti parlano di questo da un paio d’anni e non riescono a trovare un accordo.
Il centro-destra per tutto un periodo era deciso a smontare il Porcellum per impedire a Bersani di entrare troppo facilmente a Palazzo Chigi. Poi Berlusconi ci ha ripensato e non è ben chiaro che idea abbia adesso. Bersani s’è sempre detto pronto a cambiare, ma viene in genere accusato di fare il doppio gioco, perché la legge elettorale attuale gli farebbe un gran comodo. L’Udc vuole una legge che permetta di tenere Monti a Palazzo Chigi e quindi punta a un proporzionale che non faccia vincere nessuno. È chiaro quello che intendo quando dico “proporzionale”?  

Credo di sì. Ogni partito riceve, in percentuale, tanti seggi quanti voti ha preso. Dieci per cento dei voti, dieci per cento dei seggi.
Sì, è giusto, ma è teorico. Già nel Porcellum, e ancora adesso nel testo di legge che stanno discutendo esistono questi premi di maggioranza che alterano la proporzione e che abbiamo già visto. Ci sono poi anche gli sbarramenti: del 4% nel Porcellum e del 5% nel testo in discussioni (più altre complicazioni che le risparmio). Il testo adesso in discussione viene detto adesso “testo Malan”, da Lucio Malan, il relatone pidiellino della legge. Questo testo Malan è una sintesi dei molti testi di legge presentati dai vari partiti.  

Su questo testo Malan i partiti sono d’accordo o no?
Forse sono d’accordo, ma forse no. Forse erano d’accordo fino a lunedì scorso. Ma ieri sono certamente entrati in conflitto: Rutelli ha presentato alla Commissione Affari costituzionali del Senato, dove si sta discutendo la legge, un emendamento in base al quale il premio di maggioranza di 76 seggi viene attribuito al partito o alla coalizione vincente solo se questo partito o questa coalizione hanno raggiunto il 42,5% dei consensi. L’hanno votato e fatto approvare Pdl, Udc, Lega, Mpa. Quelli del Pd l’hanno presa malissimo: «Allora salta ogni accordo e ci vediamo in aula», ha detto la Finocchiaro. Bersani: «Qualcuno teme che governiamo noi». Vendola: «È andata in scena la notte dei morti viventi. Il centro-destra è disperato e tenta di rendere ingovernabile il paese».  

Il Pd con i suoi alleati non raggiungerà mai il 42,5.
Forse con Di Pietro, Vendola e Casini tutti insieme. Ma finora Casini e Vendola sono apparsi incompatibili. E Bersani non vuole avere a che fare con Di Pietro, il cui partito oltretto è entrato in fase liquefazione. Il Pd vuole che quella soglia sia portata al 40% e presenterà in questo senso un emendamento in aula.  

È vero che in questo modo il paese sarà ingovernabile?
Molto probabilmente sì. Per quelli che hanno votato l’emendamento Rutelli i vantaggi di una situazione di stallo sono i seguenti: per quanto ridotta, la pattuglia del centro-destra conterà in questo modo ancora qualcosa; le probabilità che, non godendo nessun partito di una maggioranza certa, si continui con una figura terza come Monti sono più alte. Che è quello che vuole Casini. Per tutti, la palude in cui le forze si annullano a vicenda costituisce l’ambiente ideale per neutralizzare la valanga grillina
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 7 novembre 2012]
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