Pier Francesco Borgia, il Giornale 7/11/2012, 7 novembre 2012
L’avvocato che sogna la rivoluzione dei moderati - «Senza contrari non c’è progresso ». Eppure Gianpiero Samorì non ha pensato a William Blake per battezzare il suo progetto Moderati in Rivoluzione
L’avvocato che sogna la rivoluzione dei moderati - «Senza contrari non c’è progresso ». Eppure Gianpiero Samorì non ha pensato a William Blake per battezzare il suo progetto Moderati in Rivoluzione. Ospite della Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5 , l’avvocato e imprenditore modenese prova a sciogliere l’ossimoro con una previsione audace. «Bisogna unire i moderati con un programma che modifichi totalmente lo scenario italiano».Slogan che probabilmentesarà sciolto in un articolato programma quando a Chianciano, i prossimi 16 e 17 novembre, si riunirà la prima assise del movimento che - a detto del suo presidente -conta oltre 100mila iscritti. Non poco, se si pensa che ancora si devono aggiungere i circoli di Liguria e Basilicata la cui apertura è prevista a giorni. Dalle sue parti già lo chiamano il «Berlusconi di Modena». Lui, però, corregge il tiro e si schermisce: «Non sono un imprenditore, ma un avvocato. Magari fossi il Berlusconi modenese!». Da luglio si rincorrono, però, voci di una sua candidatura alle primarie del Pdl. E non è un caso, visto che Samorì è sempre stato molto legato agli ambienti di Forza Italia. Nel 2006 stava per essere inserito nel listinobloccato (cosa che sfumò solo all’ultimo). E prima ancora aveva dato un sostanzioso contributo a Marcello Dell’Utri per l’organizzazione dei Circoli del buon governo. Ora il buon governo immaginato da Samorì poggia su un tema solido: il capitale. Belpietro lo incalza: «Quindi si considera un liberale». E Samorì replica: «La mia idea di politica mette al centro di tutto l’impresa, il lavoro e i consumatori». Per ridurre il debito pubblico pensa, poi, a una grande riforma fiscale che semplifichi le categorie dei contribuenti. E si immagina anche l’introduzione della patrimoniale. «Di solito quelli che la propongono- insiste il direttore diLibero- sono anche quelli che non la pagherebbero». «Io la pagherei, glielo assicuro» replica l’avvocato emiliano. Che da incendiario dei moderati ha anche un nemico adatto a ogni rivoluzionario che si rispetti: la Banca d’Italia. «Per abbattere con un colpo solo il debito pubblico - spiega potremmo dare fondo alla nostra riserva aurea. E si potrebbe anche riflettere se non sia il caso di far passare laspending reviewsopra via Nazionale ». La nostra banca centrale,ricorda Samorì, ha un costo di gestione che supera il miliardo e 800 milioni. C’è margine, quindi, per sostanziosi risparmi. Molto legato a Carlo Giovanardi, il cinquantaquattrenne Samorì vanta anche un «apprendistato politico »all’ombra di Carlo Donat Cattin. Giovane militante della corrente Forze Nuove (la cosiddetta area sociale- cristiana della Democrazia cristiana), l’avvocato modenese ha fatto in tempo a sedersi sui banchi del consiglio provinciale di Modena sotto il segno dello scudo crociato. Altri tempi, si dirà. Ora c’è bisogno di una rivoluzione, magari passando sotto le forche caudine delle primarie. «Candidarmi? Forse. Molti me lo chiedono. Non mi preoccupano le regole del voto. Casomai il tempo a disposizione per prepararlo».