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 2012  novembre 07 Mercoledì calendario

L’America alle urne, duello all’ultimo voto

• Dopo una delle campagne presidenziali più costose e lunghe della storia, l’America ieri è finalmente andata a votare. I giornali italiani non hanno i risultati, arrivati in Italia quando erano circa le cinque di mattina. Ieri notte, dopo la chiusura dei primi seggi, lo sfidante repubblicano Mitt Romney aveva 152 grandi elettori contro i 123 di Barack Obama. Al candidato repubblicano: Texas, Kansas, Oklahoma, Wyoming, Louisiana, South Carolina, Georgia, Tennessee, Alabama, Nebraska, South Dakota, North Dakota, Mississippi, Arkansas, Indiana, Kentucky e West Virginia. Al democratico: Illinois, Massachusetts, New York, Michigan, Maine, Vermont, Rhode Island, Connecticut, Delaware, Maryland, New Jersey e il District of Columbia dove sorge la capitale Washington. Ancora testa a testa in Ohio (con Obama in vantaggio) e Florida, due stati decisivi che assegnano rispettivamente 19 e 29 grandi elettori. La Virginia (13), secondo gli exit poll, tendeva verso Romney, il New Hampshire verso Obama. [Farkas, Cds]  

• Secondo il Wall Street Journal la sfida tra Obama e Romney si gioca su cinque punti. Il primo è l’affluenza alle urne, che, se ampia, darebbe una forte spinta al presidente uscente. Il secondo riguarda il colore della pelle degli elettori. Secondo i sondaggi il candidato repubblicano è il preferito dell’elettorato bianco, mentre il presidente uscente Barack Obama si aggiudica «tutti gli altri colori», dai neri agli ispanici. Terzo punto: il voto degli studenti, «l’arma segreta e allo stesso tempo tallone di Achille di Obama», secondo il quotidiano. Il quarto e quinto punto sono i risultati in Ohio e Virginia. [Farkas, Cds]