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 2012  novembre 07 Mercoledì calendario

L’ESORDIO DI BATTIATO: TAO E FISICA QUANTISTICA IO NON FARO’ POLITICA —

La gag potrebbe diventare materia prima per l’imitazione di Fiorello perché la conversazione con Franco Battiato, al debutto da assessore di Rosario Crocetta, inciampa se lo chiami come non gradisce. «Assessore a me?». Va bene, Maestro. «Maestro, no no». Problemi di identità? «Non mi piacciono gli appellativi». E se azzardi che comunque, da assessore a Turismo e spettacoli, il cantautore amato anche come regista e scrittore, pittore, filosofo e poeta, scopre la politica, ecco la reazione: «Ma cosa dice? Sono affittato. Non faccio politica e non mi interessa avere a che fare con i politici».
Considerato da Crocetta il pezzo forte di una giunta che il governatore vorrebbe trasformare nella vetrina di una Sicilia presentabile, Battiato è chiamato a organizzare grandi eventi. Ma lui corre sempre dove lo porta il cuore. Offrendosi alle manifestazioni minori dove arriva senza prendere un centesimo, dal poverissimo Festival di Marzamemi, appena un proiettore nella piazza dove si girano i film del commissario Montalbano, al Festival di Salina perché si parla dei Sud del mondo. E ora, invece, «grandi eventi» per l’autore del vecchio refrain che per «direttori artistici e addetti alla cultura» proponeva la soluzione finale: «Mandiamoli in pensione». Erano solo canzonette? «Intanto, cambiare idea fa bene», sorride. Poi fissa i paletti: «Non sarò l’assessore alla Cultura. Mi occuperò di eventi speciali per mettere in contatto la Sicilia con il resto del mondo, dalla Cina all’America». Lo ripete anche nella bolgia della conferenza stampa di Catania implorando i cronisti: «Vi assittati ppi favuri?».
Non s’era mai visto così ironico e sereno Battiato, quasi riappacificato con la Catania dove nel 2005, quando vinse Lombardo sostenendo Scapagnini sindaco, tuonò il suo dissenso minacciando di espatriare. «Me ne andai davvero da Catania. Vendendo una casa stupenda in pieno centro per quell’aria irrespirabile di destra», precisa, anche se si trasferì a pochi chilometri, a Milo, sotto l’Etna. «E mica è Catania. A Milo ho trovato una pace fantastica. Senza i problemi che sfioro, quando parto, per arrivare in aeroporto». Problemi nei quali da assessore dovrà immergersi. Ma su questo il Battiato riappacificato sgancia un po’ del suo pessimismo cosmico: «Tanti siciliani credono nel progetto di Crocetta. E, chiamato in causa, mi sono sentito in dovere di dire di sì». Però? «Però ho messo le cose in chiaro con Rosario: se mi fanno vedere qualcuno che non mi piace mollo. Non voglio assolutamente nessun tipo di contaminazione». Refrattario alla regola di tanti politici: «Non sopporto lo scambio: io ti do un pezzo di Rai, tu prendi quell’ente...». Nei patti invece non c’è niente per lui, così battendo i grillini che si riducono lo stipendio: «Non un euro. E nemmeno l’auto blu. A Palermo andrò con la mia. Anche questo è un fatto di libertà per non avere condizionamenti».
Sa che la politica è anche mediazione, ma la cosa non lo riguarda. Intransigente. Proprio come appare, con i suoi no a raffica, Crocetta, al quale dentro la maggioranza sussurrano di essere «ingrato», pronto com’è a dialogare con i «grillini». Termine sgradito non solo a Grillo, ma anche a Battiato, soddisfatto da una informazione di prima mano: «Mi hanno detto che, sapendo della mia partecipazione, avrebbero deciso di votare a favore della giunta». Che consideri positiva la spinta del gran capo delle Cinque Stelle contro la vecchia politica lo ammette: «Un attacco duro, sgradevole è quello che ci vuole per certa gente». Ma quando viene il dubbio che Battiato abbia votato Grillo e non Crocetta un sorriso azzera la domanda: «Non si dicono queste cose». Restano dubbi, mentre presto voterà Bersani, come dice in tv alla Gruber: «Andrò alle primarie per battere Renzi»..
Che fare subito? «Ho preso la mia vita sul serio da tempo. I miei interessi sono innanzitutto spirituali. Un fanatico dei mistici che hanno attraversato culture e religioni, ebraismo, taoismo, induismo... Troveremo pure questo negli eventi, oltre fisica quantistica, musica classica, anche leggera, ma di alto livello, danza, mostre...». E i compagni di viaggio di Crocetta? Dal Pd all’Udc? «Se un mio amico sposa una che non mi piace, che faccio, non vado al matrimonio?». L’«amico» in questo caso non piace a Fava che l’attacca sulla mafia, ma Battiato sceglie il campo: «Fava sbaglia». E Ingroia? «Un magistrato deve sempre poter dire quel che pensa». La valigia per il Guatemala è già imbarcata. «Gliel’avrei disfatta».
Felice Cavallaro