Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 07 Mercoledì calendario

BATTIATO ASSESSORE

[Tutti i cantanti della politica] –
Franco Battiato ha annunciato ieri di aver accettato la proposta del nuovo Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: sarà assessore alla Cultura nella giunta da lui guidata. «La parola assessore mi offende, preferisco essere chiamato Franco», ha detto. È la prima volta che un cantante/cantautore assume una responsabilità di governo?
È certamente uno degli incarichi politici più impegnativi mai assunti da un esponente della canzone. È particolarmente sorprendente perché Battiato, a parte alcune dure invettive come «Povera patria» o la più recente «Inneres Auge» («Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro?»), non è mai stato considerato un cantautore «politico». Nella stessa «Inneres Auge» il testo prosegue dicendo: «La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito». Evidentemente questa volta la linea orizzontale ha prevalso.

È possibile un bilancio dell’impegno politico diretto dei nostri cantanti?
Gino Paoli, che è stato eletto alla Camera come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano nel 1987, concluse la legislatura dicendosi fortemente disilluso riguardo alla vita parlamentare, fatta perlopiù di noiose sedute in un’aula semideserta e senza possibilità di incidere davvero nelle scelte. Forse per questo, appena uscito dal Parlamento, nel 1992, accettò l’offerta del sindaco democristiano di Arenzano (Genova) e divenne assessore alla Cultura in una giunta DcPds. Di quel periodo, interrotto dalle dimissioni dello stesso Paoli prima della scadenza naturale del mandato, si ricorda soprattutto la manifestazione «Figuriamoci un gatto», ispirata alla sua canzone «La gatta», che rilanciò la località turistica del Genovese, interrotta poi per mancanza di fondi (di qui le dimissioni).

Chi altri è stato in Parlamento?
Tra i grandi della musica italiana, Domenico Modugno, che nel 1987, nella stessa legislatura di Paoli, fu eletto con il Partito Radicale. Dal 1984 Modugno, colpito da un ictus, era parzialmente paralizzato: iniziò a interessarsi alle iniziative del partito a favore dei disabili, fino a sposarne la causa. Si dimise il 18 aprile 1990 per rispettare le indicazioni dello statuto del partito: durante la permanenza in Parlamento, Modugno si impegnò sui temi dei diritti delle persone disabili e sulle norme a tutela degli artisti. In quel periodo si battè per la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Agrigento, in cui i malati vivevano in condizioni disumane, e nel 1988 contribuì a farlo chiudere, dedicando ai ricoverati il primo concerto dopo la malattia. Nel 1990 Domenico Modugno divenne consigliere comunale proprio ad Agrigento.

La «discesa in campo» di Silvio Berlusconi ha trascinato in Parlamento cantanti?
Il caso più eclatante è quello di Iva Zanicchi, eurodeputata di Forza Italia dal 2008, che fu bocciata dagli elettori nel 1999, nel 2004 si ritrovò esclusa dal Parlamento europeo solo dopo un riconteggio dei voti. L’ex Aquila di Ligonchio, arrivata a Strasburgo grazie alle dimissioni di un altro onorevole, è tuttora la donna italiana che ha vinto più volte Sanremo (1967, 1969, 1974). Nei primi mesi di mandato fu al centro di una polemica in quanto europarlamentare italiana più assenteista, con 23 assenze su 43 assemblee e un solo intervento in aula. Per quanto riguarda Forza Italia, non va dimenticata Ombretta Colli, attrice e cantante con cui, alla fine degli Anni Sessanta collaborò lo stesso Battiato. Colli, a lungo moglie di Giorgio Gaber, è stato europarlamentare, deputato e senatrice. La sua attività politica si è svolta principalmente in Lombardia: è stata assessore ai Servizi sociali per il comune di Milano, ha presieduto la Provincia di Milano dal 1999 al 2004. È stata inoltre assessore alle Periferie a Milano, sottosegretaria alle Pari Opportunità della Regione Lombardia.

E la Lega Nord?
A meno che non si voglia considerare Umberto Bossi un ex cantante (nel 1961, con il nome d’arte di Donato in effetti partecipò al Festival di Castrocaro, nel 1964 incise un 45 giri), deve essere citato Gipo Farassino, chansonnier torinese che dal 1987 al 1996 è stato segretario della Lega Piemont, entrata poi a far parte della Lega Nord. Parlamentare europeo dal 1994 al 1999, ha fatto parte della Commissione per i trasporti e il turismo, della delegazione per le relazioni con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Slovenia e della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

Esistono politici che poi, e solo poi, sono diventati cantanti?
C’è un caso di quel tipo, anche se definire Luciano Ligabue un ex politico è certamente azzardato. Prima di pubblicare il primo album, nel lontano 1990, il rocker di Correggio fu, appunto, consigliere comunale del Pds a Correggio (Reggio Emilia). Discendente da una famiglia di sinistra che vanta anche un eroe della Resistenza, Ligabue resistette per sei sedute: «Mi sono annoiato moltissimo e ho capito che in politica ci vogliono pazienza, diplomazia, disponibilità ad adeguarsi a certe regole... Il processo politico è faticosissimo, non fa per me».