Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il governo mette a disposizione di famiglie e imprese cento miliardi di euro, ottanta subito e venti «tra qualche mese», con il cosiddetto “decreto sviluppo” avversato fino a ieri dalla Ragioneria centrale dello Stato con l’argomento che i soldi per fare tutto quello che Passera si propone non ci sono. Monti deve aver fortemente mediato tra le due istituzioni in conflitto, e ieri il consiglio dei ministri ha sbloccato il provvedimento. È una legge molto corposa, e non semplicissima da decifrare, tanto è vero che lo stesso Bersani ha dichiarato: «Ci sono cose buone ed altre che si capiscono poco». Passera, si direbbe, ha dato fondo a tutta la sua cultura bancaria, prevedendo tra le altre cose la possibilità di nuovi strumenti finanziari per le piccole e medie imprese: strumenti negoziabili, che dovrebbero facilitare, per soggetti in difficoltà col credito tradizionale, la raccolta di denaro. Si parla di cambiali finanziarie, obbligazioni partecipative subordinate e persino dei famosi project bond che in Europa dovrebbero anticipare gli eurobonds e che il nostro ministero dello Sviluppo prova a introdurre anticipatamente sul mercato.
• Sarà stato questo il punto più difficile da capire per Bersani.
Probabilmente. Il governo ha messo a disposizione dei giornalisti 16 pagine di spiegazioni. Ostiche, ma in definitiva non così oscure. Alcuni punti sembrano davvero importanti. Quello più importante di tutti, e secondo me dalle conseguenze imprevedibili, è il numero 8, intitolato: «Controllo dei cittadini sulla spesa pubblica». Ecco il testo, che non ha bisogno di spiegazioni: «Dovranno obbligatoriamente essere pubblicati su Internet dati e informazioni relativi alle somme di danaro superiori a 1.000 euro erogate a qualsiasi titolo dalla pubblica amministrazione a imprese e altri soggetti economici». Capisce? In Inghilterra si fa da un pezzo, in Italia non s’è fatto mai e chi ci ha provato è stato in genere subissato dalle risate. Vale anche per le consulenze a privati cittadini, naturalmente.
• In che modo questo sta nei cento miliardi annunciati?
Forse non sta nei cento miliardi annunciati, ma certo spinge nella direzione del risparmio o almeno di una spesa pubblica più responsabile. La consulenza all’amico dell’amico dovrebbe essere più complicata. E la somma di queste somme fa milioni, se non miliardi di euro. Il decreto ha parecchi altri punti di razionalizzazione e semplificazione. Viene tagliato l’organico di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia (Catricalà: «Gli altri si adeguino»), è prevista la soppressione dei Monopoli di Stato e dell’Agenzia del Territorio, i cantieri della Salerno-Reggio Calabria chiuderanno entro la fine dell’anno prossimo, chiusi entro l’anno prossimo anche i vari commissariati istituiti “sine die” per affrontare l’emergenza del terremoto dell’Irpinia (1980) e che erano ancora funzionanti, con taglio immediato di consulenze o deleghe oppure carico dei costi delle medesime sullo stipendio del commissario.
• Questi sono tutti risparmi. Che c’è invece, concretamente, nei cento miliardi?
Il decreto prevede, oltre al resto, misure per il lavoro, per la casa e per le famiglie, per il rilancio dell’edilizia, per «sostenere la crescita delle imprese» (è qui che si trovano, tra l’altro, i project bond e l’«apertura al mercato dei capitali per le società non quotate» di cui abbiamo accennato all’inizio), per accelerare la giustizia civile (gli appelli potranno essere giudicati dal giudice “inammissibili” quando interposti col fine evidente di ritardare il pagamento del danno: il 68% degli appelli conferma la sentenza di primo grado), per spingere su turismo e agroalimentare. Parecchie norme impattano sulla politica ambientale.
• Mi interessano in particolare le misure per il lavoro e per le famiglie.
Chi assume personale altamente qualificato («laurea magistrale a carattere tecnico o scientifico impiegato in attività di ricerca e sviluppo o in possesso di dottorato di ricerca») potrà vantare sul fisco un credito d’imposta pari al 35% del costo aziendale del nuovo assunto. Agevolazioni anche per chi assume tecnici specializzati nell’ambito della cosiddetta Green Economy (cioè l’ambiente).
• E per le famiglie?
È istituito un Fondo nazionale per la distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti (i soldi disponibili non sono però molti: appena un milione di euro). Le famiglie che ristrutturano casa potranno rientrare del 50% delle spese se eseguono lavori il cui costo non superi i 96 mila euro. Aiuti prolungati fino al giugno 2013 anche per «interventi di riqualificazione energetica».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 16 giugno 2012]