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 2012  giugno 16 Sabato calendario

VENDITE AUTO, NUOVO TONFO IN EUROPA GIÙ DELL’ 8,4% A MAGGIO, FIAT -12,1%


TORINO— La Fiat sta cercando un partner industriale per realizzare la Grande Punto. Lo rivela Sergio Marchionne elencando le ragioni che lo hanno portato a decidere «il taglio di 500 milioni negli investimenti per l’Europa nel 2012». Una delle conseguenze di quel taglio è proprio il rinvio del lancio della nuova utilitaria: «E’ uno dei progetti che stiamo riconsiderando, in linea con i cambiamenti del mercato europeo», conferma l’ad all’agenzia
Bloomberg.
E proprio a causa dei pessimi risultati del mercato continentale (sceso a maggio dell’8,4 per cento) il manager di Torino rivela: «Stiamo discutendo di partnership con diversi soggetti e in alcuni casi le nostre architetture, compresa quella della Punto, sono coinvolte nei colloqui».
Sarebbe la prima volta che la Fiat decide di dividere con un partner l’investimento sul suo core business, l’utilitaria del segmento B, quella che è sempre stata il fiore all’occhiello del gruppo di Torino. Ma sarebbe una scelta comunque in linea con il recente annuncio di Marchionne che, di
fronte alla sovracapacità produttiva delle sue fabbriche europee, si era detto disposto anche ad affittarle pur di utilizzare appieno gli impianti. Il mercato del Vecchio continente spinge comunque alla prudenza. Secondo l’ad del Lingotto — che parlava da Madrid in occasione del board dell’associazione del costruttori — «Italia e Spagna possono farcela ma il grandissimo calvario che stiamo attraversando lo supereremo solo con l’impegno di tutti i paesi europei». Tra i modelli rinviati, oltre alla nuova Grande Punto ci sarebbe anche l’erede della Bravo (realizzata a Cassino) mentre sono confermati gli investimenti a Mirafiori. Gli annunci preoccupano tutti i sindacati, in particolare quelli di Melfi e Cassino, i due stabilimenti interessati mentre per la Fiom «Marchionne utilizza le difficoltà dell’eurozona per nascondere la sua strategia di trasferimento in Usa». Per una evidente coincidenza, nelle stesse ore l’autorevole magazine di Detroit,
Automotive newsdedica
proprio a Fiat-Chrysler l’approfondimento mensile di giulavoro
gno pubblicando un fotomontaggio in cui sulla sede del Lingotto sventolano quattro grandi bandiere americane. Il titolo è: « L’americanizzazione della Fiat». L’articolo spiega che «si
stanno spostando i pesi» sulle due sponde dell’Atlantico. Il timore che la Fiat si disimpegni dall’Italia sono rilanciati dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che dalla conferenza di partito sul
denuncia: «La Fiat è sparita, manca da troppi tavoli. Dovremo chiamare Chi l’ha visto?».
A favorire la sponda americana dell’impero di Marchionne sono certamente i dati di mercato. In maggio le vendite delle quattro ruote perdono l’8,4 a livello continentale, sesto calo consecutivo. Il gruppo Fiat fa peggio del mercato perché scende del 12,1 per cento ma mantiene la quota sopra il 7 per cento e per questo viene premiato dalla borsa. Quel che preoccupa i costruttori è il dato disaggregato. Nei paesi della zona euro, dove le politiche recessive fanno sentire il loro effetto, il calo del mercato è dell’11,9 per cento mentre fuori dall’euro, come fa notare il Centro Promotor di Bologna, le vendite crescono del 3,9 per cento. Ma nel Vecchio continente i mercati che pesano sono quelli in cui circola la moneta sotto attacco e ormai molti (ma non Marchionne), pensano che per rilanciare l’economia dell’eurozona sia necessario partire proprio dagli incentivi alle quattro ruote.