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 2012  giugno 16 Sabato calendario

LIBRO IN GOCCE

Numero 34 (Massimo Fini, «La guerra democratica»)


Così facciamo la guerra oggi -


New York «Per tutta la vita ho sognato che bombardassero New York».

Africani 1 «A Nairobi, a un convegno sulla guerra cui partecipavano i rappresentanti di numerose etnie, a un certo punto intervenne il re di non so quale tribù e disse: “Anche da noi, qualche anno fa, c’è stata una guerra, una cosa davvero tremenda, terribile. Ma poi, vicino a un pozzo, ci scappò il morto e la guerra finì immediatamente”».

Africani 2 «Ai primi del Novecento l’Africa nera era alimentarmente autosufficiente. Lo era ancora, al 98 per cento, nel 1961. Da quando ha cominciato a essere aggredita dalla pervasività del modello di sviluppo industriale la situazione è precipitata. L’autosufficienza è scesa all’89 per cento nel 1971 al 78 per cento nel 1978».

Africani 3 «Una ventina di anni fa, in contemporanea con una delle periodiche riunioni del G7 (allora c’era ancora il G7), i sette Paesi più poveri del mondo, con alla testa l’africano Benin, organizzarono un controsummit al grido: “Per favore non aiutateci più!”».

Kosovari «È kosovaro il 14 per cento del totale degli arrestati per droga nel mondo su una popolazione di meno di due milioni di persone. In Kosovo l’80 per cento del Pil è frutto del crimine e il resto è rappresentato dai due miliardi di euro (dati Ue) che la comunità internazionale ha investito in questo Paese e che finiscono direttamente nelle mani dei mafiosi».

Iracheni A proposito della Guerra del Golfo (1990-1991): «L’inconsistenza dell’esercito iracheno ha partorito una guerra che si sarebbe tentati di definire comica se non ci fossero di mezzo tanti morti. Di fronte a 110 mila incursioni aeree degli alleati, gli iracheni hanno risposto con una settantina di Scud che hanno fatto tre morti per infarto in Israele. L’unico Scud che ha provocato seri danni è stato quello deviato da un missile Patriot che l’ha indirizzato del tutto casualmente su una caserma fuori Dhahran. Su 110 mila missioni la contraerea irachena ha abbattuto 37 velivoli. I carri armati alleati sono avanzati nel deserto a una velocità operativa di 50 chilometri al giorno. Neanche in autostrada e in tempo di pace avrebbero potuto fare molto di più. A fronte dei 100 mila morti iracheni, ce ne sono 165 avversari. Di questi, 20 sono stati colpiti, per errore, dagli stessi alleati, 27 sono le vittime dello Scud precipitato a Dhahran. Nella battaglia di terra ci sono stati una cinquantina di morti alleati. Ora, quando si muovono 520 mila uomini armati e decine di migliaia di automezzi, 50 morti ci sarebbero comunque (per incidenti vari) anche se di fronte non ci fosse alcun esercito nemico».

Talebani «L’unico periodo in cui l’Afghanistan ha vissuto nell’ordine e nella pace è stato il 1996-2001, quando governavano i Talebani».

Afghani «Ma combattete almeno un po’ all’afghana!» (Karzai ai suoi padroni americani dopo l’ennesima strage di civili compiuta da velivoli senza equipaggio).

Mullah «Stiamo cercando di occidentalizzare a forza la popolazione afghana e, in attesa di corrompere anche le loro donne, in nome naturalmente della dignità femminile, di trasmettere a quegli uomini così belli, così audaci, così virili, feroci e crudeli, le nostre nevrosi, le nostre ossessioni, il nostro vuoto esistenziale e spirituale, la nostra impotenza sessuale. Era meglio il Mullah».

Nazisti «Nella modernità la sola classe dirigente coerente con i propri misfatti è stata quella nazista. Quando Hanna Ritschl, asso dell’aviazione tedesca, negli ultimi giorni di Berlino riuscì ad atterrare, non si sa come, vicino al bunker bombardato da tutte le parti, disse a Hitler: “Mio Führer, salite sull’aereo. Vi porterò in salvo”. Hitler rifiutò, ordinò alla donna di riprendere il volo, e non volle accettare nessun’altra soluzione: “Sono sicuro che se gli americani mi prendono prigioniero, mi esporranno in una gabbia, come una scimmia”. Si suicidò con un colpo di pistola. Mentre Goebbels e la moglie Magda si diedero il veleno dopo averlo fatto con i loro sei figli. Questo non li assolve da nulla, ma li mette perlomeno all’altezza dei loro crimini. La guerra ha almeno questo di buono: rivela gli uomini».

Tedeschi «Quello che la Germania non ha ottenuto con la forza militare, lo conquista oggi con quella economica. Ed è probabile che assisteremo nel prossimo futuro a una sorta di colonizzazione tedesca dell’Europa. Non è colpa dei tedeschi se producono di più, se risparmiano di più, se lavorano meglio, se sono più ordinati e disciplinati della maggioranza delle altre nazioni europee » (da un articolo dell’11 agosto 1990).

Notizie tratte da: Massimo Fini, «La guerra democratica», Chiarelettere, € 14,90