la Repubblica 16/06/2012, 16 giugno 2012
LETTERE
Si dice che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli, ma in Italia sono piuttosto i meriti, o meglio i lavori e le carriere, ad essere trasmessi per via ereditaria. È quanto emerge, per l’ennesima volta, dal concorso dell’avvocatura dello Stato che si sarebbe dovuto svolgere in questi giorni: mille persone sono tornate a casa dopo un nulla di fatto perché la prova si è conclusa nel caos più totale dopo la scoperta di alcuni candidati con documenti non autorizzati, ma con il timbro della commissione. Dalle cronache emerge che alcuni candidati fossero figli di avvocati dello Stato. Da qui un’umile proposta: dato che, purtroppo, non c’è da aspettarsi che i padri ricevano alcun tipo di sanzione, perché non impedire semplicemente che a concorsi di questo tipo possano partecipare figli e parenti?
Giacomo Roma, Roma