Guido Olimpio, Corriere della Sera 16/06/2012, 16 giugno 2012
NUOVE INDAGINI SULLE MORTI SOSPETTE: I SIOUX PREPARANO L’ULTIMA BATTAGLIA
Troppe ferite ancora aperte. Troppe terre rubate. Troppe ingiustizie. Che le scuse e i risarcimenti tardivi non potranno mai lenire. Se i nativi americani — gli indiani — hanno sepolto da tanto l’ascia di guerra non hanno certo sotterrato la voglia di giustizia. L’ultima battaglia legale è stata innescata dai Sioux Oglala del South Dakota. Chiedono alle autorità di riaprire le indagini su 28 morti sospette avvenute nella riserva di Pine Ridge negli anni 70. Decessi che hanno seguito la famosa rivolta di Wounded Knee (ginocchio ferito) che vide confrontarsi con le armi agenti federali, i seguaci del presidente della riserva, Richard Wilson, e i militanti dell’Aim, movimento indiano americano. Anni difficili seguiti da episodi certamente a dir poco inquietanti.
Quasi una trentina di persone — in gran parte legate all’Aim — che vivevano a Pine Ridge hanno fatto una brutta fine. Come Hilda Good Buffalo trovata senza vita nella sua casa nel 1975. Aveva una ferita al collo ma l’Fbi dichiarò che era stata avvelenata dal monossido di carbonio. O Julia Hips uccisa «dalla polmonite» l’anno successivo. E ricordano ancora la povera Anna Mae Aquash. Il suo corpo viene rinvenuto in un campo nel 1976 e le autorità federali sostengono che il decesso è da imputare al freddo. Solo una successiva autopsia svela la presenza di una ferita alla nuca provocata da un proiettile. E i suoi familiari devono aspettare 28 anni per scoprire il colpevole.
Questi casi freddi sono delicati perché c’è chi tra gli indiani ritiene alcune delle uccisioni possano essere legate ai «federali». Omicidi mascherati da incidenti per eliminare gli attivisti dell’Aim. Oppure che le indagini non siano state fatte con la dovuta attenzione. Sospetti che l’Fbi respinge con forza e sdegno. Noi siamo la legge — ribattono — non i fuorilegge. Ma forse per allontanare queste brutte voci sarebbe opportuno rivedere i fascicoli, le circostanze, le prove. I nuovi strumenti investigativi aiutano. Lo è stato fatto per i delitti razziali nelle contee del sud, lo si può fare anche per gli indiani di Pine Ridge.
Guido Olimpio