Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 16 Sabato calendario

RUBY, IL RACCONTO DELLE TESTIMONI “LA MINETTI BALLÒ LA LAP DANCE RESTÒ NUDA DAVANTI AL CAVALIERE”

MILANO — Più passano le udienze e più domande si fanno nelle aule dei due processi, Ruby-Silvio e Ruby-Fede. Più risposte si ottengono e più Nicole Minetti, anche ieri presente, diventa di ghiaccio: «La sera in cui c’eravamo noi, Nicole Minetti fece uno spettacolo al palo della lap dance e rimase nuda, solo con le scarpe con i diamantini argentati, poi — racconta Ambra Battilana — si mise a ballare vicino a Berlusconi, toccava e si faceva toccare come le altre» ospiti. Che ricevevano soldi, benefit vari come affitti gratis: tramite lei, consigliere regionale ora più che mai contestato in una Regione Lombardia sempre più inquisita.
Grazie all’ex concorrente di miss Italia Ambra Battilana e alla modella marocchina Imane Fadil, è diventato molto più chiaro uno schema. E va ricapitolato, a partire dalla sortita de, Niccolò Ghedini e Pietro Longo. La loro replica, fuori dall’aula, non era mai stata così netta come ieri: «Le dichiarazioni rese
da alcuni testimoni, in particolare Ambra Battilana e Imane Fadil, sono destituite di ogni fondamento, totalmente smentite da numerosissimi altri testimoni… I processi non potranno che dimostrare l’assurdità di tali incredibili testimoni».
INTERCETTAZIONI E AULA
Incredibili testimoni? Assurdità? Vediamo i fatti. La procura milanese, nel totale segreto, nell’estate 2010 aveva indagato sulla curiosa liberazione della minorenne Karima El Mahroug, alias Ruby, dalla questura milanese. I detective avevano inquadrato praticamente in diretta, grazie all’intercettazione della ballerina Maria Magdum, lo stile delle serate a Villa San Martino. Stessa valenza delle intercettazioni di Melania Tumini, compagna di liceo di Nicole Minetti, che parlava di «puttanaio», di «disperate delle favelas », di un presidente del consiglio diventato «come una caricatura del Bagaglino». Come si sa, la prova si forma in dibattimento: in questo 2012 quelle «ragazze vestite da infermiere, come la Roberta Bonasia, che aveva anche un frustino» non rappresentano dunque più solo il racconto di una ragazza ventenne, alta, magra e vagamente fragile come Ambra. Diventano davanti al giudice Anna Maria Gatto un riscontro al contenuto delle intercettazioni
telefoniche depositate al
processo.
Molte di queste intercettazioni sono state pubblicate per il loro interesse e valore anche politico su www. repubblica. it: e ogni lettore può farsi un’idea. Compare già Roberta con il camice da infermiera, si sentono gli imputati Lele Mora ed Emilio Fede mentre discutono al telefono di quello che fa questa Roberta («le abbiamo dato un tesoro») e mentre provano a «inserire » la testimone di oggi, proprio Ambra, in questo circuito di serate bollenti
per «il capo».
IL PRIAPO
Berlusconi banalizza in «burlesque » quello che il pubblico ministero Antonio Sangermano chiama «sistema prostitutivo»? La risposta arriva, a differenza di quanto sostengono gli avvocati berlusconiani, da Ambra: «A cena — racconta la giovane figlia di una colf filippina — Berlusconi fece portare la statuetta del priapo. C’era un omino con sopra una botte, togliendo la botte rimaneva l’omino, con un pene sproporzionato». Ci sono Nicole Minetti e altre ospiti che ballano sulle note dell’inno del Pdl, «Meno
male che Silvio c’è». E frase dopo frase, l’ottava sezione del tribunale ascolta anche l’approccio di Berlusconi alle ospiti: «Chiede se siamo pronte a fare il bunga bunga, invitandoci a fare un giretto delle sale… C’era questa sala molto grande, coi palloncini con la scritta “viva Silvio”. Mentre facevamo il giro della villa, Berlusconi ci dava dei colpi sul sedere per farci andare più veloci. Ebbi la percezione — aggiunge Ambra — che fosse come un palpeggiamento ». Come reagisce di fronte al miliardario in euro e padrone di casa ultrasettantenne? «L’ho solo guardato e lui è passato avanti, come se avesse capito che non doveva farlo».
IMANE E LA RETICENZA
Questo dunque il quadro di ieri. E dopo la giovane torinese, in aula è la volta della modella marocchina Imane Fadil. Come svelato già al processo a carico del Cavaliere, Imane ricostruisce, questa volta con nuovi particolari, il tentativo di un misterioso siriano, Saed Ghanayami, 53 anni, di farle ritrattare le accuse a carico di Berlusconi. L’episodio risale alla primavera dello scorso anno. Saed compare nello studio di un avvocato penalista dove
Imane era andata per capire cosa fare, se costituirsi o no parte civile al processo milanese sul Rubygate. Il nuovo arrivato «diceva di essere amico di Berlusconi. Mi ha chiamato tante volte — spiega Imane — e mi diceva di salire su un taxi e andare ad Arcore a prendere dei soldi». Come risarcimento o per le dichiarazioni da fare al processo?, viene chiesto. «Per tutt’e due».
Quando il siriano capisce che Imane è coraggiosa e non è in vendita le spiega: «Fossi in te, non mi scontrerei con certe persone, stai zitta, non mi hai né visto né sentito, se salta fuori questa cosa ci saranno conseguenze». Imane però prende come avvocato Danila Di Domenico e va dai magistrati (estate 2011) a dire quello che sa. E che ripete in aula.
I FILMATI DI ARCORE
«Barbara Faggioli mi aveva parlato di filmati ad Arcore, c’è chi li ha visti e me ne ha parlato», dice Imane Fadil. Questo dei filmati è un giallo, ma chissà se si vedrà la soluzione in questi processi. Nelle discoteche e nei bar dove va la Milano della notte sono in molti a dire, informalmente, che i filmati esistevano. Però nessuno ammette di averli visti.
“RUBY MI OFFRÌ SOLDI”
«Ruby, che ospitai a casa mia per qualche giorno, mi offrì anche soldi in cambio di sesso, 4mila euro a settimana, io dissi di no, perché non credevo a nulla di ciò che diceva anche quando accennò all’amicizia con Berlusconi». Questa è la versione di Antonio Passaro, laureato in legge, ma convertito al mondo dello spettacolo come modello e ballerino. Alto, robusto, grande proprietà di linguaggio, Passaro è stato a lungo l’oggetto del desiderio di Ruby, ma per lui «Ruby era una bugiarda, mi voleva far credere di avere 26 anni ed essere egiziana. Sicuramente dimostrava più di vent’anni».
Emerge dal suo affresco una Ruby ben diversa dalla «nipote di Mubarak», che pure è stata una versione credibile per oltre metà del parlamento italiano. Come si ricorderà, Camera e Senato hanno sollevato un conflitto di attribuzioni davanti alla corte costituzionale, perdendo: Berlusconi — ha stabilito la suprema corte, non agiva da capo di stato, quando aveva chiamato in questura per ottenere il rilascio di Ruby. Forse agiva per evitare quello che sta accadendo adesso: scandalo, perdita del prestigio, processi, polemiche. E una difesa in aula molto, molto impervia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nicole Minetti, consigliere regionale Pdl, imputata nel processo Ruby, era ieri in aula a Milano
FOTO:FOTOGRAMMA
Ambra Battilana
(sopra),
20 anni, ex miss Piemonte, e Imane Fadil
(in alto),
modella marocchina, entrambe parte civile nel processo sul caso Ruby, hanno testimoniato ieri in aula a Milano