la Repubblica 16/06/2012, 16 giugno 2012
LETTERE
Il Piemonte sopprimerà, dal 17 giugno, ben dieci (sì, dieci!) linee ferroviarie. Per sempre, pare. Leggendo questi progetti di distruzione (chiamiamoli col loro nome), si nota la tragica insipienza di certa politica. Gli stessi politici locali che hanno ostacolato in ogni modo la concorrenza ferroviaria (si veda Arenaways o la cancellazione delle proposte “ribelli”
dell’ex governatrice Bresso) oggi abbandonano un intero servizio ferroviario senza battere ciglio. Le linee sono state lasciate marcire fino a questo punto, tra gli appetiti di qualche gruppo internazionale per la gestione degli autobus; salvando (misteriosamente) solo due linee la cui condanna dava forse “fastidio” a qualcuno. Niente rilancio turistico, niente trasporto svincolato dalla strada: idee che non si vedevano nemmeno nei peggiori anni Sessanta. Cavour costruiva le ferrovie piemontesi, il «governatore » Cota e l’assessore Bonino le eliminano per sempre. A ciascuno il giudizio (e i paragoni) che vuole.
Marco Rossotti, Torino