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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Francesco Saverio Romano
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Giornata buona ieri per il governo. Alla Camera, il decreto sviluppo, su cui era stata posta la fiducia, è passato con 317 “sì”, cioè per la prima volta dall’uscita dei finiani Berlusconi ha ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi (che è di 316 voti). Nel pomeriggio al Senato il Cav ha poi parlato per poco meno di quaranta minuti, prendendosi un paio di applausi e senza che dall’opposizione si avanzassero mozioni di sfiducia o documenti capaci di mandar sotto il governo. Pd e Idv hanno valutato che un tentativo di verifica – per esempio sulla questione dei ministeri da portare al nord – se respinto, avrebbe potuto produrre un involontario rafforzamento del governo.

  Già, com’è finita la questione dei ministeri?
L’altra notte leghisti e pidiellini hanno raggiunto un accordo per spostare “alcuni dipartimenti”. Anche se lo faranno davvero, sarà un’operazione lunga. Le probabilità che – al di là delle enunciazioni – non se ne faccia niente in assoluto sono alte.

E il discorso di Berlusconi? Come mai è andato a parlare in Senato?
Visti i cambi nella maggioranza, con l’uscita di Fini e l’ingresso dei cosiddetti Responsabili, Napolitano aveva chiesto al premier un passaggio parlamentare per spiegare ufficialmente a deputati e senatori che cosa era successo e saggiare, se qualcuno lo avesse ritenuto opportuno, la tenuta del nuovo schieramento. Berlusconi andrà oggi alla Camera a ripetere il discorso. È possibile che qui qualcuno tenti la strada di un voto, magari su una risoluzione. Il voto di fiducia di ieri dovrebbe però risultare scoraggiante. Nel suo discorso, peraltro, Berlusconi è apparso stanco, ma sicuro del fatto suo. Ha respinto tutte le accuse, tutti gli attacchi, negato ogni divisione, minimizzato la sconfitta alle amministrative. Il referendum l’ha nominato solo per annunciare una nuova politica energetica che dovrà tener conto della diversificazione delle fonti senza deturpare il paesaggio. A Bossi ha risposto? Sì, e credo esaurientemente, a parte forse la Libia, dove non ha potuto far altro che richiamarsi agli impegni internazionali del nostro Paese e alla volontà annunciata della Nato di por fine alle operazioni entro settembre. Sulla riduzione dei contingenti all’estero ha rinviato alla discussione che si svolgerà al Consiglio Supremo di Difesa, mostrando disponibilità. Il premier ha peraltro rivendicato i successi umanitari della missione, che avrebbe salvato migliaia di civili e di centri abitati dalle distruzioni a cui era pronto Gheddafi.

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 22 giugno 2011]

I punti di Bossi eran i ministeri al nord, la riforma fiscale, il dimezzamento dei parlamentari, il senato federale.
Sui ministeri al nord non ha detto una parola. La delega per la riforma fiscale sarà varata dal consiglio dei ministri prima dell’estate. Il nuovo sistema avrà le caratteristiche che aveva già anticipato Tremonti alcuni giorni fa: tre aliquote invece di cinque, e più basse; cinque imposte in cui concentrare le miriadi di tributi esistenti. I soldi si troveranno scavando dentro le centinaia di privilegi fiscali. Il Cav ha negato qualunque contrasto col suo ministro dell’Economia: è grottesca la rappresentazione della stampa, secondo cui vi sarebbe, all’interno della maggioranza, una componente pronta a buttare i soldi pur di abbassare le tasse e un’altra componente a guardia invece del rigore. Il presidente del Consiglio ha anzi rivendicato, parlandone a lungo all’inizio, la politica economica del governo, capace di difendere i conti del Paese e di risparmiargli pericoli greci. Ha promesso anche che prima dell’estate sarà presentato un disegno di legge costituzionale relativo alla creazione del senato federale e al dimezzamento del numero dei parlamentari. Ha definito “storica” questa riforma, da realizzare entro la fine di questa legislatura.

Politicamente niente? Possibile che tutta quest’ira di Dio dell’ultimo mese non abbia suscitato neanche un commento?
Sì, il commento c’è stato, ed è quest non esiste al mondo un governo, legittimamente eletto in regolari elezioni politiche, che si dimetta perché non è andato bene a un voto amministrativo di mezzo termine. Era implicita, in questa considerazione, anche la constatazione che tutti i governi, in genere, hanno un brutto risultato quando sono a metà strada. Il Cavaliere ha invece rivendicato i successi della sua amministrazione, dalla lotta alla criminalità alle riforme (università, giustizia civile, ecc.)

A proposito di giustizia: insiste con la riforma?
Sì, ha ribadito i cinque punti su cui aveva ottenuto la fiducia l’anno scorso. E uno dei cinque era appunto la riforma della giustizia. Ha invitato i moderati dell’opposizione a entrare nella maggioranza per rafforzarla. Cioè l’Udc come partito o i suoi parlamentari singolarmente. Ha chiuso invitando anche l’opposizione a collaborare – come vuole Napolitano – ed esclamand «Viva l’Italia». (leggi)

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