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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

Il pallone spagnolo fa crac Liga in rosso per 4 miliardi - La Liga rischia il crac. Il calcio spagnolo ha accumu­lato molti debiti nelle ultimi stagioni e con l’approdo del fair-play finanziario potreb­be rischiare anche in Euro­pa

Il pallone spagnolo fa crac Liga in rosso per 4 miliardi - La Liga rischia il crac. Il calcio spagnolo ha accumu­lato molti debiti nelle ultimi stagioni e con l’approdo del fair-play finanziario potreb­be rischiare anche in Euro­pa. Quello che gli spagnoli chiamano il «miglior cam­pionato del mondo», cioè il loro, è nei guai. Finanziari. È sull’orlo della bancarotta, sommerso da circa 4 miliar­di di debiti, quattromila mi­lioni di euro avverte Marca , il più letto dei quotidiani sportivi del Paese. «L’estate sarà calda», scrive. La realtà­dietro i trasferimenti astro­nomici di «galattici», gli sti­pendi stratosferici delle star, da Messi a Cristiano Ronal­do - è in effetti preoccupan­te. Almeno 21 società di Pri­ma e Seconda Divisione han­no già fatto ricorso alla «Ley Concursal», la legge che con­sente di sospendere o dila­zionare il pagamento dei de­biti senza essere dichiarati in bancarotta formale. Cosi i club vanno avanti senza che la Federcalcio possa punirli con retrocessioni o perdita di punti. Oltre 300 giocatori hanno già denunciato insol­venze da parte dei loro club nel massimo campionato di Liga o in Seconda Divisione. E il loro sindacato minaccia lo sciopero generale e il bloc­co del prossimo campionato se prima non sarà garantito il pagamento degli arretrati. Una richiesta che la Lega spa­gnola (Lfp) ritiene «irrealiz­zabile » scrive Marca , secon­do il quale ormai «lo sciope­ro è una opzione reale, ed i club lo sanno». Praticamente solo i due grandi, Barcellona e Real Ma­drid, riescono a gestire l’enorme debito accumulato - poco meno di un miliardo ­con introiti annuali superio­ri. Solo con i diritti tv incassa­no 600 milioni di euro, la me­tà di quanto va a tutte le socie­tà di Liga. Gli altri, a parte quelli che hanno avuto la for­tuna di essere rilevati da sce­icchi arabi o da investitori stranieri, come il Malaga ­che sotto la guida del cileno Manuel Pellegrini sta facen­do una campagna acquisti senza complessi e punta a es­sere fra i grandi la prossima stagione - o il Getafe, anna­spano. Fra quelli che già hanno fat­to appello alla «Ley Concur­sal » - rileva Marca - ci sono club del calibro di Saragoz­za, Rayo Vallecano, Hercu­les, Betis, Cadice, Granada, Maiorca, Recreativo, Xerez, Cordoba.L’applicazione del­la legge potrebbe far perdere ai calciatori il 50% degli sti­pendi arretrati. Il rubinetto degli aiuti pubblici, dei Co­muni, che finora è servito a tappare alcune falle, ora è chiuso, la crisi ha prosciuga­to le casse degli enti locali. Dietro le cifre mirabolanti sparate in questi giorni per i possibili nuovi trasferimenti eccellenti - 50 milioni per Sanchez al Barça o 40 per Fa­bregas - c’è ora la realtà degli stipendi dimezzati ai calcia­tori nelle squadre più picco­le. «A giocatori che prendeva­no 500mila euro all’anno ora si propone la metà - spiega Marca­e nella Seconda Divi­sione si prendono giocatori per 90mila euro all’anno». I club della Spagna campione del mondo, avverte il quoti­diano, devono «cambiare modello» prima che nel 2012 scattino le nuove norme Ue­fa del «fair play» finanziario: ma «prima ci sarà una estate molto calda». Ma la crisi che sta colpendo il calcio non risparmia altre disci­pline «nobili» in Spagna. Situa­zioni critiche si registrano an­che nel basket, con Estudian­tes, Joventut,Minorca,Vallado­lid e G­ranada che hanno sospe­so i pagamenti e con l’Alicante a un passo dalla definitiva scomparsa. Non è tutto: nel ciclismo, in­fatti, sono sempre di meno le prove inserite nel calendario professionistico e nella palla­mano la crisi sta investendo persino la Ciudad Real, uno dei club più prestigiosi. Non va meglio nel volley, dove secon­do Marca solo cinque squadre si sono iscritte ai campionati.