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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

RIPARTE LA DOMANDA DEI BOND ISLAMICI

Ritorno di fiamma per la finanza islamica. A due anni dalla crisi del debito del Dubai, che aveva raffreddato gli entusiasmi per il mercato del sukuk, le emissioni di bond islamici hanno totalizzato dall’inizio dell’anno ad oggi la somma di 10,2 miliardi di dollari, in crescita del 68% rispetto a un anno fa. La parte del leone l’hanno fatta nel periodo i corporate bond che hanno raggiunto quota 6,6 miliardi di dollari, pari al 65% del totale e in crescita del 100% rispetto all’anno scorso.

Numeri da capogiro che permettono di inquadrare per la fine dell’anno il record registrato nel 2007, quando il totale delle emissioni toccò i 31 miliardi di dollari. Il comparto aveva successivamente risentito sia della recessione mondiale che in particolare dei timori generati alla fine del 2009 da Dubai World con la richiesta rivolta ai possessori di un bond per 3,5 miliardi di dollari della sua controllata Nakheel, di accettare uno slittamento dei termini di rimborso di 6 mesi rispetto alla data originaria. Da allora, il gruppo immobiliare ha ristrutturato il suo debito e sta per lanciare un nuovo bond islamico come parte del suo piano di rilancio.

Ma se il Medio Oriente rimane un punto di riferimento importante per il mercato dei sukuk, è il sud est asiatico a detenere saldamente il record delle emissioni. La sola Malesia ha registrato bond islamici per 7,8 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno ad oggi contro le obbligazioni per circa 1 miliardo emesse in Arabia Saudita. Non sorprende di conseguenza che le prime tre operazioni siano state condotte tutte in Malesia, la maggior delle quali ha visto la compagnia di gestione delle acque, Pengurusan Aset Air Berhad, raccogliere sul mercato fondi per 1,9 miliardi. A livello di istituti in cima alla classifica si colloca invece la Cimb Bank, il secondo fornitore di servizi finanziari della Malesia, con operazioni per 2,6 miliardi di dollari e una quota di mercato pari al 26%.

Il drappello delle banche occidentali è invece guidato da Hsbc che, secondo quanto dichiarato da Mohammed Dawood, direttore della divisione global capital financing, ha registrato un «aumento significativo dei mandati per sukuk bond» e sta registrando ancor maggiore interesse che nel 2007. Al mercato della finanza islamica intanto guardano anche Stati al di fuori della mappa tradizionale del comparto. Pochi giorni fa, il governo nigeriano ha annunciato che entro i prossimi 18 mesi emetterà il primo debito sovrano sukuk della sua storia mentre il Senegal ha in cantiere un’emissione da 200 milioni entro fine anno. Al settore guarda anche l’Egitto la cui autorità di vigilanza ha appena approvato una proposta in tal senso mentre a inizio gennaio da deciso di passare la mano l’Inghilterra che pure vagliava le sue opzioni fin dal 2007. Alla fine si è deciso di soprassedere ritenendo che l’operazione non avrebbe fornito risultati adeguati.