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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

AFFRESCHI E PANORAMA, RINASCE LA VILLA CAPOLAVORO CHE ISPIRO’ PALLADIO —

Nella cornice suggestiva dei Colli Euganei, s’inaugura Villa dei Vescovi, gioiello dell’architettura rinascimentale, restituito a nuova vita dopo 4 anni e più di restauri, e l’occasione è buona per denunciare l’immobilismo che imprigiona il patrimonio architettonico-artistico del nostro Paese. Complice la crisi economica, certo. Ma le istituzioni italiane hanno sempre dato l’impressione di non credere fino in fondo al valore dei tesori d’Italia. «Coraggio, Galan. Batta cassa, si faccia sentire. Dica una parolina a Tremonti. La cultura merita molto di più» . È Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fai (Fondo ambiente italiano), a cui oggi appartiene Villa Vescovi, ad incalzare il ministro dei Beni Culturali. Che raccoglie l’appello, ma non può fare a meno di notare con disappunto che «lo Stato italiano destina soltanto lo 0,28 per cento del Bilancio ai Beni Culturali. Da vergognarsi, soprattutto quando si va all’estero» . «Per fortuna — aggiunge Giancarlo Galan — ci sono i mecenati che fanno la loro parte. Purtroppo, gli investimenti in questo importante settore non godono di incentivi. Bisogna cambiare rotta» . Gli accenti critici non appannano la festa. Anzi. Il recupero Villa dei Vescovi (costato quasi 7 milioni di euro), che aprirà al pubblico domani, è la testimonianza di una buona pratica, una delle tante in cui eccelle il Fai. Donata all’istituzione, nel 2005, da Maria Teresa Olcese e dal figlio Pier Paolo, in memoria di Vittorio Olcese («esponente di spicco della borghesia illuminata, tra i fondatori di quella fucina politico-culturale che fu il Club Turati, a Milano», » , sottolinea Giulia Maria Crespi), la Villa è un complesso di eccezionale importanza e dal fascino unico. «È il primo esempio di villa, nata e costruita come edificio specifico per la vita in campagna — spiega Guido Beltramini, direttore del Centro internazionale studi di architettura Andrea Palladio —. Si apre al paesaggio, e lo guarda. E quando il Palladio progetta La Rotonda, cita la Villa dei Vescovi. Con essa, è cominciata una storia» . Commissionata dal Vescovo di Padova, Francesco Pisani, come casa di villeggiatura e costruita tra il 1535 e il 1542, è stata concepita dal suo curatore, il nobile veneziano Alvise Cornaro, come un luogo di pace, dove coltivare l’intelletto, in armonia con l’ambiente circostante. Contribuirono alla sua realizzazione Giovanni Maria Falconetto, Giulio Romano, Andrea della Valle, Vincenzo Scamozzi e il pittore fiammingo, autore degli affreschi, Lambert Sustris. «Il restauro esemplare, compiuto con il sostegno di Banche, Fondazioni e privati, riporta oggi la villa all’antica fruizione» nota la presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni. Uno stimolo per i visitatori. Che entrano, ammirano le stanze, gli affreschi, il paesaggio. E possono sostare, facendone il proprio «pensatoio» , dove meditare, leggere, partecipare ad eventi culturali. Esperienza tutta da vivere.
Marisa Fumagalli