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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

VOCE UNICA, COME GLI ECCESSI. LA PARABOLA DELLA WINEHOUSE —

«Amy Winehouse si ritira da tutti i concerti in programma. Tutti noi faremo il possibile per aiutarla a ritornare al meglio e per questo avrà a disposizione tutto il tempo necessario» . L’ultima variazione, ieri, sul tema recitato dal portavoce Chris Goodman per i media globali da cinque anni. L’ultima umiliazione, l’annullamento di un tour europeo partito vergognosamente sabato scorso in Serbia con la cantante che barcollava incapace di cantare seppellita dai «buu» , dagli insulti e dalle risate del pubblico inferocito, immortalata su YouTube. Prima la cancellazione delle date di questa settimana (Istanbul e Atene), ieri l’ammissione di ciò che appariva ovvio a chiunque avesse dato un’occhiata a YouTube: nelle attuali condizioni la cantante 27enne non può esibire voce e talento ma soltanto i postumi di chissà quale abuso di sostanze. Inevitabile l’affondamento di tutto il tour (Spagna, Svizzera, Italia, Austria, Polonia, Ungheria, conclusione in Romania a Ferragosto: il 16 luglio avrebbe dovuto cantare al Summer Festival di Lucca e i biglietti potranno essere rimborsati presso le prevendite da domani fino al 31 luglio 2011, chi ha acquistato online su Ticketone invece riceverà una mail con le istruzioni per la richiesta di rimborso). Il ritiro letteralmente sine die avviene a quasi cinque anni dall’uscita di «Back to Black» che ha mostrato al mondo la nascita di un talento cristallino, e il cui seguito non si è ancora materializzato nei negozi. Avviene dopo una lunghissima serie di passi falsi personali (il matrimonio finito con l’impresentabile Blake Fielder-Civil, tossicomane e galeotto), di problemi di salute (l’enfisema polmonare, una serie di infezioni che le ha provocato la perdita di alcuni denti), di problemi emotivi (l’autolesionismo: Amy per un certo periodo si tagliava le braccia con un coltello), le dipendenze (da crack e alcolici) il tutto ripreso in tempo reale dai paparazzi appostati ovunque (tra i punti più bassi, i crudeli primi piani su quella povera bocca sdentata ingranditi col teleobiettivo e fatti rimbalzare sui siti di gossip del mondo). Il tutto con un bonus di interviste infelici rilasciate imprudentemente dal padre gaffeur (e aspirante musicista) ai tabloid. Sulle pagine dei quali Mitch Winehouse in questi anni ha commentato ogni notizia relativa alla figlia, dall’enfisema «che potrebbe ucciderla da un momento all’altro se fuma crack» alla sua decisione di rifarsi il seno spendendo 40mila euro. E viene spontaneo pensare che se invece di dichiarare cose volgari del tipo «ora le sue poppe sono fantastiche» (dopo il ritocco) e avesse fatto di più per tenere sotto controllo le pessime abitudini (e frequentazioni) della figlia, forse oggi la musica avrebbe in più un talento straordinario capace di stare in equilibrio come un’acrobata sul filo sottile teso tra il R&B, il soul, il pop e il jazz, cantando con una voce straordinaria per colore, estensione ed espressività. E una clinica di disintossicazione per ricchi avrebbe una paziente di meno.
Matteo Persivale