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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

Il gigante del cielo non è più solo - Quando il ciclopico Airbus 380 prende il volo sulla pista di Le Bourget, anche i camerieri, le hostess e le poche fra le persone presenti non interessate all’aviazione, che prima non si erano degnate di muoversi neanche per guardare le evoluzioni a rombo di tuono del supercaccia europeo Typhoon, sciamano fuori dagli «chalet» delle aziende del Salone internazionale dell’aerospazio di Parigi e corrono a godersi lo spettacolo dell’A-380

Il gigante del cielo non è più solo - Quando il ciclopico Airbus 380 prende il volo sulla pista di Le Bourget, anche i camerieri, le hostess e le poche fra le persone presenti non interessate all’aviazione, che prima non si erano degnate di muoversi neanche per guardare le evoluzioni a rombo di tuono del supercaccia europeo Typhoon, sciamano fuori dagli «chalet» delle aziende del Salone internazionale dell’aerospazio di Parigi e corrono a godersi lo spettacolo dell’A-380. Quest’Airbus sovradimensionato, che può portare (a seconda della configurazione) anche 800 e più passeggeri, pare incongruo quando gioca in cielo a fare il velivolo da acrobazia, eppure regge benissimo la parte, esibendosi in alcuni passaggi improbabili; e oggi il gigante europeo dei cieli troverà a Le Bourget un degno competitore nell’americano Boeing 747-8, estremo sviluppo dell’ormai quarantennale «Jumbo jet», che sarà presentato con i nuovi motori GEnx-2B della General Electric. Le compagnie aeree credono nel rilancio dell’aviazione commerciale nonostante due crisi pesanti in meno di un decennio (quella delle Torri gemelle e quella scatenata dal crac della finanza) e i costruttori, a partire da Airbus e Boeing, sono pronti a fornire gli aerei con cui trasportare nuovi milioni di clienti. Soprattutto di clienti asiatici, e non è un caso se ieri l’Airbus di Le Bourget sfoggiava i colori della Korean Air. La lotta fra Boeing e Airbus ha una dimensione epica, ammesso che epica e industria siano compatibili: negli anni scorsi ci sono stati un sorpasso e un controsorpasso, la Boeing che partiva numero uno e staccatissima a un certo punto si è fatta raggiungere e superare dalla rivale Airbus, poi ha ripreso il sopravvento, ma il resto delle storia è ancora da scrivere e di certo ci avranno una parte importante l’A-380 e il B-747-8. Il Jumbo jet ha segnato la nascitadeiviaggiaerei di massa: prima il volo era quasi un fatto di élite, con il Boeing 747 a partire dagli Anni 70 è diventato un fenomeno popolare (e poi con le compagnie «low cost» è diventato popolarissimo, ma questo è un altro discorso, che non riguarda gli aerei intesi come macchine ma i modelli di business). La nuova versione 747-8 serve in un certo modo a rimediare ai guai prodotti dalla stessa crescita del mercato: troppe emissioni di anidride carbonica e consumi di cherosene troppo alti. Le novità del super-jumbo riguardano soprattutto il motore: la spinta arriva da quattro propulsori Gereral Electric che tagliano i consumi del 15% (partendo da una base già migliorata, via via, nelle versioni precedenti) e fra l’altro dotano il velivolo di un’autonomia di 14.815 chilometri, un terzo in più. Meno necessità di scali, e quindi voli più diretti. Un’altra novità, che non riguarda i motori, sta nel disegno delle ali che aumenta la portanza e per i tecnici è la variazione più visibile a occhio rispetto a prima. Il nuovo aereo è prodotto nelle versioni Intercontinental (passeggeri) e Freighter (merci). Noi che non lavoriamo nel ramo forse tendiamo a trascurare l’importanza dei cargo, che invece è sottolineata dal computo degli ordini: su 110 arrivati finora, 37 sono per la versione passeggeri e un sorprendente numero di 73 per il Freighter. Questo totale di 110 andrà aggiornato alla fine del Salone di Le Bourget, perché altre richieste sono in arrivo. Il nuovo jumbo è anche più maneggevole, a dispetto della mole. Nella versione più capiente porta 524 passeggeri. L’Airbus 380 è più massiccio del rivale (fino a 853 passeggeri, con una lunghezza di quasi 73 metri e un’apertura alare di quasi 80, contro i 76 metri per 68 del Jumbo), eppure a vederlo da lontano, senza metro di paragone, sembra più piccolo, perché è più tozzo: la carlinga ospita infatti due piani. Invece da vicino le sue dimensioni si valutano bene, anche per via delle porte che si aprono su due livelli: non ci sono solo le scale interne, ma anche le doppie scale esterne per accedere a ognuno dei due piani. L’Airbus vola in 51 esemplari e ha 234 ordini. Adesso fra i due giganti vinca il migliore.