Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

CROMIE MUSEI VATICANI, LA SALA MATISSE

Henri Matisse la considerava, «nonostante le imperfezioni», il suo capolavoro. Per realizzare la Chapelle du Rosaire, in Provenza, il maestro francese lavorò intensamente dal 1947 al giorno dell’ inaugurazione: il 25 giugno del 1951. A sessant’ anni precisi di distanza i Musei Vaticani inaugurano la sala Matisse, che accoglie il cartone preparatorio a grandezza naturale per la ceramica del presbiterio raffigurante la Vierge à l’ Enfant e i papiers découpés per le tre splendide vetrate policrome dell’ abside, del coro e della navata. A queste opere monumentali si affianca una fusione in bronzo del Crucifix per l’ altare, donato dalle suore domenicane di Vence nel 1973, in occasione dell’ apertura della Collezione d’ arte religiosa moderna voluta da papa Paolo VI. Presto saranno esposte a rotazione anche le cinque casule colorate, sempre disegnate dall’ artista, e la piccola maquette dell’ alta Flèche che corona la Cappella. Ma sono soprattutto i cartoni delle vetrate ad illuminare la Sala Matisse, allestita in quella che fino ad oggi era chiamata la sala «marescalcia», collocata sotto la Sala Regia, nel cuore della sezione dedicata alle collezioni di arte contemporanea, tra l’ Appartamento Borgia e le sale che precedono l’ accesso alla Cappella Sistina. Cartoni che vengono esposti al pubblico per la prima volta e che riservano la sorpresa di colori freschi e brillanti come se fossero appena creati. L’ artista li concepì usando tre sole tonalità: l’ azzurro, il giallo, il verde. Larghi sei metri e alti più di cinque, realizzati con la tecnica del collage assemblando carte dipinte, sembrano irradiare nella sala la luce della Provenza, grazie anche al lavoro dei tecnici che sono riusciti a illuminarli creando l’ effetto della vetrata vera. «Quando la vetrata sarà finita voglio donare a un museo i cartoni preparatori: sarebbe una follia che il cartone e la vetrata rimanessero nello stesso posto», aveva scritto Matisse al figlio Pierre. E quest’ ultimo, d’ accordo con i fratelli Marguerite e Jean, decise nel 1980 di donare alle Collezioni Pontificie il prezioso nucleo di opere. «Un insieme unico al mondo, una delle maggiori collezioni dell’ artista francese in tutta Europa, assolutamente unica in Italia, mai presentata prima d’ ora al pubblico nella sua globalità», dice Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. Un anno prima, nel 1979, erano arrivate in Vaticano le lettere inviate da Matisse, tra il 1949 e il 1952, alla madre superiora di Saint-Paul-de-Vence, suor Agnès de Jésus, che raccontano anche con disegni e progetti, il percorso della realizzazione della Chapelle. Il carteggio inedito sarà pubblicato nel libro «Comme une fleur. Matisse e la Cappella di Vence», la cui uscita è prevista a dicembre. Micol Forti, che firma il volume, vi ha raccolto tutta la storia della Chapelle, scavando negli Archives Matisse di Parigi, nel fondo Pierre Matisse conservato presso la Morgan Library di New York, negli archivi del comune di Nizza, oltre che nelle biblioteche italiane e internazionali. Storia che ha inizio nel 1942, quando il pittore si trova costretto a letto dopo un serio intervento chirurgico. Lo assiste un’ infermiera, Monique Bourgeois, che in seguito poserà per alcuni suoi quadri e nel 1946 deciderà di farsi suora. Sarà lei, suor Jacques-Marie, la vera ideatrice della Cappella di Vence. Nel 1947 disegna lei stessa una vetrata e la porta in visione al maestro che comincia a interessarsi al progetto. Ma sarà il frate domenicano Rayssiguier, studioso di architettura, a convincere definitivamente l’ artista. Rayssiguier elabora la struttura architettonica della Cappella e a dicembre Matisse inizia a lavorare alle immagini decorative. Alla fine del 1948 appare sulla scena un altro domenicano, padre Marie-Alain Couturier, teorico del rinnovamento dell’ arte sacra in Francia negli anni Quaranta-Cinquanta. Il capolavoro di Vence nasce dalla collaborazione tra l’ artista e questi quattro religiosi, attraverso uno scambio continuo di idee e suggerimenti. Un capitolo unico nella storia dell’ arte contemporanea.
Lauretta Colonnelli