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 2011  giugno 22 Mercoledì calendario

E PER L’EX UDC BACCINI ECCO L’ENTE MICROCREDITO. GETTONE DI 108 MILA EURO —

Il «Microcredito» ha cambiato la vita di milioni di persone che prima della sua invenzione, nei Paesi che una volta si definivano «in via di sviluppo» , non potevano avere accesso ai canali tradizionali di finanziamento. Basterebbe questo per descrivere l’importanza sociale indiscutibile di questa parola. Più difficile, invece, è spiegare perché in Italia, proprio mentre si sta raschiando il fondo del barile dei conti pubblici e si cerca di ridurre e accorpare le strutture statali, il governo abbia sentito il bisogno di creare con la scusa di quel meritorio vocabolo l’ennesimo Ente pubblico. Non vi sembra possibile? Allora date un’occhiata al maxiemendamento del decreto pomposamente battezzato «Sviluppo» . L’Ente nazionale per il Microcredito nascerà dalle ceneri di un Comitato che era stato già istituito presso la presidenza del Consiglio nell’ormai lontano marzo del 2006, durante le ultime settimane di vita del precedente esecutivo presieduto da Silvio Berlusconi. I maligni avrebbero potuto argomentare che si trattava soltanto di una poltrona in più da distribuire. La occupò, e la occupa ancora oggi, un signore che non è esattamente uno sconosciuto. Il suo nome è Mario Baccini: già fra i leader dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, ex ministro della Funzione pubblica proprio nell’ultimo governo Berlusconi. Ma avrebbe mai potuto sperare di trovarsi un giorno, con questi chiari di luna delle nostre finanze, non più alla guida di un semplice e magari effimero «Comitato» ma addirittura di un vero e proprio Ente pubblico? Mai mettere limiti alla provvidenza. Così, nelle pieghe del decreto «Sviluppo» si è trovato lo spazio anche per questo piccolo miracolo. Briciole, naturalmente: le stesse, un milione 800 mila euro, che erano previste per la struttura già esistente. Si dirà che cambia poco, visto che i soldi sono gli stessi di prima. La differenza, però, è lo status. Volete mettere un semplice «Comitato» con un Ente pubblico in piena regola, pianta organica e tutto il resto? I dipendenti saranno 20, di cui 15 comandati da altre amministrazioni e 5 assunti per concorso. Poi ci sarà, naturalmente, un segretario generale e perfino un vice segretario generale. I quali, a scanso di equivoci, continueranno a percepire (è previsto nero su bianco, nella relazione tecnica al maxiemendamento), gli emolumenti attuali. Infine il consiglio di amministrazione, i cui componenti intascheranno davvero una miseria: 5.400 euro. Tutti, tranne il presidente, che avrà diritto alla meno simbolica cifra di 108 mila euro l’anno. Bontà loro, si prevede che le retribuzioni non possano essere aumentate per almeno due anni. Poi si vedrà. A chi toccherà, infine, il gravoso incarico? Leggiamo la relazione tecnica al maxiemendamento: «Al fine di assicurare l’assolvimento dei compiti istituzionali, viene prevista la permanenza in carica, per un periodo di quattro anni, dei componenti degli organi dell’ente, del segretario generale e del vice segretario generale, che possono essere confermati» . E ti pareva...
Sergio Rizzo