Corriere della Sera 22/6/2011, 22 giugno 2011
LETTERE
Caro Romano, traggo a caso dalla Legge Regione Lombardia n. 3 del 21 febbraio 2011, che introduce modifiche alla Legge regionale n. 24 dell’ 11 dicembre 2006: «... e) alla fine del comma 3 dell’articolo 25 sono aggiunte le parole: "né all’accreditamento all’esercizio delle attività di diagnosi e certificazione energetica". (...) j) al terzo periodo del comma 17 quater dell’articolo 27, dopo le parole: "Se la difformità comporta" sono aggiunte le seguenti: "la violazione delle prescrizioni relative all’uso delle fonti rinnovabili"». Mi domando per quale motivo si debba legiferare in modo così contorto! Non sarebbe più semplice e più comprensibile per tutti (anche per gli stessi che la scrivono!) scrivere la nuova legge per intero e stabilire che la vecchia legge viene sostituita dalla nuova? Salvatore Caruso
salvatore.caruso45@tin.it
Ho già ricordato in altre occasioni che Sabino Cassese, quando fu ministro della Funzione pubblica del governo Dini, cercò di umanizzare il linguaggio burocratico. Vedo che non è stato ascoltato.