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 2010  luglio 30 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Al termine di una riunione dell’ufficio di presidenza del Popolo della Libertà, è stato votato un documento politico durissimo con il presidente della Camera Fini a cui ha fatto seguito una conferenza stampa dello stesso Berlusconi altrettanto violenta. I tre finiani Bocchino, Briguglio e Granata sono stati deferiti ai probiviri. A Fini è stato intimato di lasciare la presidenza della Camera, diktat a cui il cofondatore ha risposto seccamente: «Quella posizione non è nella disponibilità del presidente del Consiglio»

Che cosa dicono Berlusconi e il documento?
Il documento parla di una insopportabile «forma di dissenso all’interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando già l’esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al Popolo della liberta». In conferenza stampa, poi, Berlusconi ha detto: «Le posizioni dell’onorevole Fini sono assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del partito. I nostri elettori non tollerano più che nei confronti del governo ci sia un atteggiamento di opposizione permanente». A questo punto il Cavaliere ha parlato in prima persona: «Non sono più disposto ad accettare il dissenso, un vero partito nel partito. Vogliono fare il gruppo? Facciano quello che vogliono, sono fuori». Qualcuno ha chiesto se non c’è un problema per il governo. Berlusconi ha risposto: «Non c’è problema per il governo, la maggioranza non è a rischio». I ministri vicini alle posizioni di Fini? «Non ho difficoltà a continuare una collaborazione con ministri validi».

Ma i finiani che faranno?
Secondo un’Ansa della tarda serata «le dimissioni di 34 deputati finiani dal gruppo del Pdl sono già in mano al capogruppo Fabrizio Cicchitto e domani dovrebbero arrivare a Maurizio Gasparri, ex compagno di strada, quelle di 14 senatori. In tarda mattinata i gruppi autonomi dei fedelissimi del Presidente della Camera dovrebbero già essere costituiti, con correlata conferenza stampa di Gianfranco Fini, politicamente espulso dall’ufficio di presidenza del Pdl.

Si sanno i nomi di quelli che lasceranno il Pdl?
Ieri circolava questa lista di parlamentari: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso, Tremaglia, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Ruben, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino, Polidori, Consolo. e forse Souad Sbai. Con Fini sarebbero 34. Al Senato i finiani diventerebbero 14 con l’ingresso di Adriana Poli Bortone e Giovanni Pistorio.

Sono numeri che mettono in pericolo il governo?
Fini e i finiani hanno sempre detto che appoggeranno questo governo, secondo il mandato ricevuto dagli elettori. Certo lo condizioneranno fortemente e forse in modo intollerabile per il presidente del Consiglio. I numeri dicono che la crisi potrebbe essere vicina: alla Camera fino ad oggi la maggioranza ha avuto 342 voti sul minimo indispensabile di 316. Al Senato ci vogliono 162 parlamentari. Oggi sono 175 e dunque anche qui 14 voti in meno possono significare crisi.

Fini non aveva offerto, all’ultimo momento, una specie di pace?
Sì, con un’intervista al Foglio aveva proposto di «resettare tutto senza risentimenti». Nell’intervista c’era una proposta in cinque punti, che lo stesso Italo Bocchino ha riassunto così sul blog di Generazione Italia: «1. Un nuovo patto di legislatura e un nuovo programma; 2. Gli Stati generali dell’economia per rilanciare il Paese e renderlo maggiormente competitivo nello scenario internazionale; 3. Un codice etico per il Pdl; 4. Una commissione per studiare la compatibilità del federalismo con i conti pubblici e la coesione nazionale; 5. L’azzeramento dell’organigramma del partito». Si tratta di cinque proposte, in realtà, irricevibili. La prima imporrebbe un rimpasto di governo, orientato dai finiani. La terza e la quinta rappresenterebbero il riconoscimento che nel Pdl esiste una questione morale, che i magistrati non hanno tutti i torti e che quindi l’attuale trio dei coordinatori va messo in crisi con le dimissioni come minimo di Verdini. La quarta mette in dubbio la compatibilità economica del federalismo e va contro Bossi. La seconda mette in mora Tremonti e apre a Bersani, verso il quale c’è un riconoscimento esplicito: «Bersani oggi alla Camera […] è stato convincente». Bersani, stanotte, ha chiesto che il capo del governo si presenti in Parlamento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/7/2010]

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