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 2010  luglio 30 Venerdì calendario

I GIORNALISTI CHE FANNO LE INTERVISTE COME FOSSERO INTERROGATORI

La verità è che certa classe giornalistica sta sclerando. Oddio, dicono che Claudia Fusani sia sciroccata ma simpatica, a dispetto di quell’aria frigidina e wannabe che hanno tutte le amiche di Concita De Gregorio, sua direttora all’Unità. A riguardare su youtube l’ormai celebre conferenza stampa di Denis Verdini l’unico la cui immagine è uscita migliorata colpisce tuttavia una cosa tra altre. Non tanto che basta socchiudere gli occhi, ascoltando solo l’audio, perché sembri un processo penale in piena regola: lei che fa una domanda (ineccepibile) alla quale poi ne segue però un’altra, e un’altra, e un’altra, e sembravano più contestazioni che domande, dunque un esame, un interrogatorio; Corrado Zunino di Repubblica, poi, col suo quesito-affermazione lungo un chilometro e mezzo, sembrava un pm in seconda: «Gestiamo noi la modalità della domanda», obiettava a un certo punto come a dire: «Qui le domande le facciamo noi». La cosa che colpisce, dicevamo, è che ogni volta la Fusani per replicare non solo a Verdini ma anche a chi la contestava pretendeva assolutamente il microfono. I suoi contestatori, Giorgio Stracquadanio e Giuliano Ferrara, non erano amplificati e ce li aveva lì a pochi metri: ma lei voleva il microfono perché tutti potessero sentire, e forse riprendere, registrare, e dove c’è un microfono c’è un palco, dunque un riflettore, dunque una stampa ormai sclerata che si sta appunto impalcando in un ruolo che non è più suo, forse. Vale poco come metafora?
A noi pare di no. C’è stato un tempo in cui occuparsi solo di magistrati ciarlieri e furbacchioni ai quali la stampa, per vizio e per mestiere, mendicava notizie e cartacce. Tema ancora attualissimo, se non fosse che adesso la stampa sta anche facendo un’altra cosa: non sta soltanto coadiuvando le inchieste delle toghe, ma sta assumendo un ruolo di primattore e compensando in chiave sgangherata e inquisitoria ciò che la magistratura, magari, non si è neppure mai sognata di dire e sostenere. Senza tirare in ballo il Sismi e i trascorsi di Claudia Fusani e Fiorenza Sarzanini, in questo
senso si potrebbe osservare che le due di cazzate ne hanno dette e scritte anche parecchie, ultimamente: ma il problema non sono loro, è, come si dice, più ampio. A proposito: pare che il famoso «Cesare» non sia Berlusconi o non sia soltanto lui: qualcuno ha niente da rettificare?
Macché, c’è altro di cui occuparsi. E torniamo alla mitica conferenza stampa di Denis Verdini. Unità e Corriere della Sera, come dire, sono andati fuori di testa: il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e affondato da Walter Veltroni ha titolato «SQUADRISTI» prima di artefare la realtà (riguardatela su youtube, davvero) e mischiare il calmo Verdini agli scazzi di Stracquadanio e Ferrara (quest’ultimo un collega, sino a prova contraria) in una sola maionese politica. Il direttore del Foglio, secondo la cronaca surreale, era «mimetizzato in platea», come un alligatore; Stracquadanio, parlamentare ma pure direttore de Il Predellino, risultava anche lui «confuso tra i giornalisti», sacrilegio. Il vicedirettore dell’Unità, Giovanni Maria Bellu, intanto scriveva un editoriale per testimoniare la portata «storica» di quanto andava succedendo. Ampio spazio, ovviamente, alla solidarietà dei vari Di Pietro e Federazione della Stampa (forse nel periodo più basso della sua storia) per non parlare peggio di quanto pubblicato dal Corriere della Sera: un comunicato del comitato di redazione neppure contro Stracquadanio e Ferrara, che piaccia o meno hanno creato il casino prendendosela con la citata Fusani, ma contro Verdini. Senza difenderlo oltremodo (l’hanno già fatto in tanti, soprattutto lui) il Corriere se l’è presa col fatto che il coordinatore del PdL «ha gratuitamente ironizzato sull’assenza della nostra collega Fiorenza Sarzanini durante la conferenza stampa...», massima solidarietà a lei «e anche alla collega dell’Unità Claudia Fusani».
Bene, ecco l’arrogante e gratuita ironia fatta da Verdini, testuale: «Ma la Sarzanini non c’è, che scrive quei bellissimi pezzi...? Come, scrive di me e non viene? Sono offeso da questo.... ». Nient’altro.
Ora: qui stiamo sclerando davvero.