il Giornale 30/7/2010, pagina 3, 30 luglio 2010
Espulsione impossibile, Gianfranco non è iscritto al partito (e non paga) - Ieri Gianfranco Fini ha parlato alle sue truppe da generale: «Tranquilli, se sospendono dal Pdl anche uno solo di noi, mi autosospendo subito anche io»
Espulsione impossibile, Gianfranco non è iscritto al partito (e non paga) - Ieri Gianfranco Fini ha parlato alle sue truppe da generale: «Tranquilli, se sospendono dal Pdl anche uno solo di noi, mi autosospendo subito anche io». Un’assunzione di responsabilità da vero leader, molto nobile e coraggiosa. Ma, tecnicamente, nient’altro che una promessa inutile. Già, perché Fini avrà anche fatto nascere il Pdl, fondendo nel nuovo partito Alleanza nazionale. Ma non ha mai preso la tessera del nuovo soggetto politico, e non ha mai pagato una quota. Difficile cacciare da un circolo un socio che non è socio. Altrettanto difficile autosospendersi. Nemmeno in questo Gianfranco Fini ha dato soddisfazione al premier, Silvio Berlusconi, che a dicembre dell’anno scorso invitò i militanti del partito a regalare, per Natale,l’iscrizione al Popolo della Libertà. «Sotto l’albero mettete una tessera del Pdl», suggeriva il Cavaliere. Ma l’alleato-avversario ha preferito fare, o almeno ricevere, doni di diversa natura. Lui, che da un lato continua a promettere di non voler abbandonare il Pdl, dall’altro semplicemente non c’è mai entrato. E mentre la struttura organizzativa del partito lanciava la campagna di tesseramento, Fini si chiamava fuori. Non per distrazione né per mancanza di tempo. Dicono che sia una scelta deliberata e consapevole, un «sacrificio» fatto dal presidente della Camera proprio per dare un segnale di «terzietà» rispetto alla sua carica istituzionale. Sarà. Ma, per fare un esempio, l’uomo che sedeva sulla sua poltrona nella scorsa legislatura, Fausto Bertinotti, questa esigenza non l’ha mai avvertita. Coniugando felicemente la presidenza di Montecitorio con quella tessera di Rifondazione nel portafoglio.