Vittorio Da Rold, Il Sole-24 Ore 30/7/2010;, 30 luglio 2010
LA GRECIA SI PREPARA ALL’AGOSTO PIÙ TRISTE
Atene si scopre con uno spleen melanconico, parsimonioso, insicuro del futuro, senza gusto per la satira né per la risata guascona. I musi sono lunghi, le facce tirate come se se si stesse celebrando la fine di una giovane estate morta prematuramente. Basta andare nel quartiere di Plaka, ad Atene, solitamente rumoroso e vivace, il regno un tempo della fiesta mobile e permanente della capitale, per accorgersi che qualcosa è cambiato nell’atmosfera dell’estate greca. Di solito momento culminante di una stagione sfavillante e spensierata, oggi cupa e svogliata. Anche il suono stridulo delle cicale sul monte Lycabettus, l’antico monte dei lupi, pare più cupo e tetro del solito.
Ioannis Morakakis, un pensionato, fa la coda da questa mattina davanti alla porta di Via Akademia 40, della Cassa depositi e prestiti ( Tpd),che promette l’incredibile tasso del 5% (contro una media del mercato dello 0,250%) per chi apre un conto pronto termine presso la banca al 100% di proprietà statale. La mossa è stata studiata dal Tesoro, dal ministro George Papaconstantinou, per ridare fiducia ai risparmiatori e convincere chi ha spostato in tutta fretta da gennaio scorso i soldi in una filiale di una banca greca a Cipro di riportare i soldi in patria, attratto da un tasso stratosferico. «Sono arrivato tra i primi questa mattina, ma ho ottenuto il numero progressivo 813, dovrò aspettare a lungo, forse dovrò tornare domani, ma non desisto. Certo, devo calcolare il 10% di ritenuta secca sugli interessi destinato al fisco ma con il taglio alla mia pensione del 20% devo cercare di migliorare la redditività del mio scarso gruzzoletto in banca», dice Ioannis tra l’assenso generale del resto della coda che evidentemente ha lo stesso problema e la pensa allo stesso modo.
«Sono depresso»,ammette Georgos Karytinos – tassista inoperoso da tre ore a Piazza Omonia.
«Oggi ho raccolto appena 20 euro. I turisti latitano ad Atene. Hanno paura di scontri, manifestazioni dei folli estremisti anarchici di Exarchia, scioperi dei traghetti, terrorismo risorgente che ha lasciato morto sul terreno il giornalista Socrate Giolias: una brava persona che sentivo sempre a Radio Thema.
Penso che siamo al -40% di presenze turistiche ad Atene rispetto all’anno scorso, anche se le previsioni ufficiali parlano di -15% di arrivi». «Non credo - continua sconsolato - alla versione ufficiale. Così domani me ne andrò a Vo-los, l’isola di mio padre, dove ho una casa al mare. Restare qui ad agosto non ha senso. La benzina è salita a 1,6 euro al litro, record europeo, mentre un navigatore nuovo per il mio taxi è aumentato del 10% in pochi giorni a causa dell’incremento dell’Iva. Conviene prendersi una pausa, tanto ad Atene ci devo tornare per altri undici lunghi mesi e non saranno facili».
John Mayor, 68 anni, canadese dell’Ontario, è imbufalito con i custodi che hanno indetto uno sciopero selvaggio che gli ha impedito l’ingresso al Partenone.«Sono molto arrabbiato», dice paonazzo per il caldo e l’ira. «Ho fatto 12mila chilometri per arrivare fino qui con mio nipote e ora non posso entrare sulla collina. Sono venuto ad Atene proprio per ammirare il Partenone e adesso devo rinunciare poiché ho il viaggio organizzato e stasera parto per l’isola di Santorini. Peccato, i greci si stanno facendo del male da soli».
La polemica sugli scioperi infuria sui giornali e tv che mandano in onda con regolarità il bollettino di guerra degli scioperi selvaggi di spazzini, guardiani di siti archeologici, controllori di volo, marinai dei traghetti per le isole, come fossero previsioni metereologiche. Ieri ci sono stati degli scontri, pur non gravi, tra la polizia e alcuni au-totrasportatori di carburanti, giunti al quarto giorno consecutivo di sciopero contro le liberalizzazioni e le misure di austerità di bilancio del governo, che toccano anche la loro categoria. Un’agitazione che rischia di lasciare il paese a secco, nel pieno della stagione turistica: già ieri il 70% delle stazioni di servizio della capitale era senza carburanti. La situazione è talmente pesante che il governo ha deciso di procedere con una precettazione di emergenza, che normalmentepuò scattare o durante disastri naturali o in tempo di guerra, e obbliga gli autisti a tornare al lavoro o a rischiare processi penali e condanne detentive.
La Grecia è un paese che ha vissuto al di sopra dei propri mezzi truccando i conti per anni e ora il premier George Papandreou deve ricondurre tutti alla ragione dopo anni di sperperi e corruzione. Molti lottano per mentenere intatti i propri privilegi sociali, altri per la sopravvivenza. È il caso di una commessa che ha perso il posto di lavoro. «I francesi se ne vanno e chiude la catena Fnac ad Atene. La decisione è stata una sorpresa, e se si escludono i tre giorni prima dell’annuncio ufficiale non sospettavamo nulla», dice Christina Barbati, 27 anni, che dopo gli studi in fotografia, ha iniziato a lavorare quattro anni fa come commessa presso il negozio-libreria di Monastiraki, l’altro quartiere turistico di Atene oltre a Plaka proprio sotto il Partenone.
«Ora come i miei colleghi sto cercando di non pensare a quello che è successo. Ho fatto alcune domande di lavoro e attendo le risposte. Vorrei, ma posso essere ottimista di questi tempi?».