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 2010  luglio 30 Venerdì calendario

I GRANDI VECCHI D´AMERICA NEL CAMPEGGIO DEI MISTERI

Il campeggio per i vecchi bambini del potere americano celebra anche in questo luglio, come tutte le estati, il rito misterioso dei maschi americani di successo, reclusi fra le stupende sequoie della California.
E rinfocola il sospetto che qui, nella terra del vino e delle foreste, tra colossali sbronze, falò rituali e spettacolini di varietà in "drag", in abbigliamento femminile, si decidano i destini del mondo. Si chiama il «Bohemian Club» e da 138 anni, da quando un gruppo di giornalisti californiani che volevano celebrare loro stessi e il loro scapigliato (oltre che precario) stile di vita appunto da boheme lo fondarono, raccoglie ogni estate gli illuminati, gli illustri e gli illusi di essere qualcuno. Signori, sempre e soltanto maschietti, «no women allowed», niente femminucce, che rivivono quella giovinezza da matricole universitarie che non hanno più e coltivano quelle relazioni che hanno ancora e devono riattizzare.
E ogni anno pochi e sempre più disperati attivisti californiani che leggono complotti sotto ogni sasso, e i giornali come il New York Times che li marca a uomo tutte le estati, riscoprono questo camping fintamente rustico, nella foresta di Sonoma in California, dove si ritrovano i Nixon e i Kissinger, i Rockefeller e i Bush padre e figlio - che non si perderebbero mai una società segreta dai tempi del circolo del «Teschio e ossa» a Yale - i Reagan e i luminari del giornalismo come Cronkite, ripropondendo la stessa domanda: è un campeggio per maturi goliardi in cerca di evasione dalla macina delle loro responsabilità quotidiane o è una tresca alla Dan Brown ordita per dominare il mondo? Sono quel supergoverno di "Grandi Vecchi" senza lacci e lacciuoli costituzionali che tutti gli aspiranti despoti sognano, o sono una banda leggermente patetica, che per distrarsi dal proprio mondo arde "fogarazze" felliniane rituali chiamate «la Cremazione delle Nostre Cure»? E giura, per statuto, di «non tessere tele di ragno», cioè di non usare il campeggio per fare affari o decidere le sorti del mondo, sotto gli occhi delle civette vere nella foresta e di quella scolpita nel simbolo del clan?
Per molti anni, lungo la strada che conduce al camping di Monte Rio e che è stata chiamata, molto poco iniziaticamente, «Bohemian Highway» forse per evitare ai cospiratori più anziani e rimbambiti di perdersi, picchetti di attivisti antinucleari, anticapitalisti, antiimperialisti, antimaschilisti, accompagnavano il corteo di automobili pregiate verso il traguardo, densi e rumorosi come tifosi sulle salite del Tour o del Giro.
L´ultima fiammata si riaccese dopo l´11 settembre, quando naturalmente la cricca dei Bohemien fu accusata di avere concepito e partorito l´attentato mostruoso, accusa alla quale Bill Clinton, che del gruppo non fa parte, rispose con ironia: «Se pensate che un gruppo di vecchi repubblicani suonati, che si mettono nudi per grattarsi la schiena contro la cortecce delle sequoie come gli orsi e per inciuccarsi, possano ordire una trama del genere, sopravvalutate i repubblicani».
Esagerava, il polemico Bubba Clinton. Anche oggi che i picchetti sono ridotti a un paio di barbuti "boia chi molla" con troppo tempo libero e anche la mamma delle proteste, Ms. Moore, un´anziana signora della vicina Sonoma, si dedica ad altre cause per salvare il mondo, non sono soltanto «vecchi repubblicani» un po´ rincoglioniti i soci del Club ammessi, nel caso qualcuno fosse interessato, dopo 15 anni in lista d´attesa. Fra i confortevoli bungalow sparpagliati nella foresta incantata dei più alti alberi della Terra, protetti da cartelli che intimano di «keep out», di stare alla larga, e da poliziotti privati, serviti da valletti che circolano con Chardonnay ghiacciato nei secchielli, canapè e acqua di sorgente - niente fuochi accesi strofinando zeppette e sacchi a pelo per questi boy scout del potere - si aggirano non soltanto vecchi arnesi della reazione. Si potevano e si possono incontrare sinceri democratici, come il governatore della California, il democraticissimo Pat Brown senior o il columnist piuttosto antirepubblicano del Washington Post, Broder, o l´insospettabile di simpatie destrorse Walter Cronkite. Negli elenchi di ieri e di oggi, meno di tremila ammessi in oltre un secolo, ci si trova addirittura Pietro Mascagni, l´autore della «Cavalleria», o Mark Twain, lo scrittore che nessuno sospettò mai di pulsioni carbonare. Il Club ora ha anche un addetto alle pubbliche relazioni che smentisce ogni teoria complottista: «Noi cerchiamo soci di chiara fama. Se siete un grande violinista, fate domanda e vi accetteremo».
Ma se il lamento di un violino tra le sequoie è una bella immagine da moderna Arcadia, quella che interessa di più ai campeggiatori è la possibilità di incrociare per i sentieri ombrosi un ex o futuro presidente, un super finanziere come William Draper, il presidente della gigantesca società mondiale di ingegneria Bechtel, un lobbista di prima grandezza, addirittura un capo della Cia come Bill Casey, un ministro in carica come erano i Weinberger (Difesa) o Schulz (Esteri), tutti quasi sempre seminudi («Nudi, mai!», s´indigna l´ufficio stampa) dunque un po´ indifesi di fronte agli attaccabottoni e alle zanzare. Un simile buffet di potere, fra i 154 ospiti di quest´anno, offre notevoli incentivi a violare il divieto contro la tessitura, il networking degli interessi parte fondamentale del successo politico e personale in un´America dove vige il motto: «Non è quel che conosci, ma chi conosci» a importare.
Vanno per rilassarsi, per dimenticare le loro opprimenti e a volte planetarie cure quotidiane, come era per Kissinger quando era ancora importante, stare lontani dalle femmine, soprattutto dalle gentili consorti, che di quelle pressioni quotidiane fanno parte, organizzare buffi cortei in costume con cappucci e stracci e alla fine sketch comici musicali truccati e travestiti da sciantose, lasciando quel vaghissimo retrogusto di omosessualità latente che spesso accompagna questi club «for men only».
Il pericolo, per il camping di anziani e formidabili goliardi in California, più che il parto di piani mostruosi alla «Goldfinger» è che si pietrifichino il fegato, nella terra del vino, lontani da mogli e medici; è che anche il mistero sinistro, l´atmosfera da occultismo di potere che lo circondava e che eccitava la fantasia di chi non poteva entrarci, come un tempo circondava la mitica Commissione Trilaterale e ancora aleggia attorno agli incontri del Gruppo di Bilderberg, svaniscano nella noia di tutti i camping forzati. E nella constatazione che sicuramente proprio loro, se sono così importanti, hanno già chiarissima, che gente di questo calibro non abbia bisogno di raccogliersi tra le sequoie e di strofinare la schiena tormentata dai pungiglioni contro le cortecce per decidere le sorti del mondo, se proprio vogliono. Essendo, questo mondo, già loro.