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Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri sono state rese pubbliche le dichiarazioni Irpef dei parlamentari e dei membri del governo e, diciamo, la notizia non c’è: il più ricco di tutti è Berlusconi.
• Quanto ricco?
Il reddito della dichiarazione 2009 (dunque riferito al 2008) è di 23 milioni 57 mila 981 euro, cioè, in lire, una cinquantina di miliardi. Sono otto milioni e mezzo in più rispetto alla dichiarazione 2008 che era di 14.532.538 euro. In dichiarazione si legge anche l’elenco degli immobili intestati e tra questi – riferiscono le agenzie – ci sono cinque appartamenti a Milano, due box sempre a Milano e un terreno ad Antigua. Alla voce “variazioni in aumento” compaiono l’acquisto di un immobile sul lago Maggiore a Lesa (Novara), la costruzione di un immobile sul terreno di Antigua e l’acquisto di un altro pezzo di terra sempre nei Caraibi.
• Sa che lo facevo più ricco?
Ma questi sono semplici numeri che, relativamente a Berlusconi, hanno poco significato. Per avere un’idea più precisa della sua ricchezza è meglio allora far riferimento – invece che alla dichiarazione Irpef 2009 – ai conti delle sette holding di famiglia, quelle che controllano la Fininvest. Alla chiusura dello scorso 30 settembre, queste sette holding denunciavano un utile complessivo di 219 milioni di euro, inferiore a quello dell’anno prima che era di 252 milioni. Non sono tutti soldi del Cavaliere, intendiamoci, che comunque se ne prende la maggior parte: a fine gennaio (gennaio 2010) ha staccato a proprio beneficio una cedola da 120 milioni, cinque volte quello che si legge nella dichiarazione Irpef di un anno fa. Nelle quattro holding che fanno riferimento direttamente al presidente del Consiglio (le altre sono dei figli) ci sono poi 623 milioni in contanti pronti all’uso. Se si guarda al patrimonio delle società esso, rispetto al 1994, si è moltiplicato per dieci: 1,1 miliardi contro i 164 di sedici anni prima. E senza debiti. Anche questa è solo una parte delle ricchezze del Presidente, il quale ha confessato di avere in tutto un patrimonio di sette miliardi e di possedere 26 ville sparpagliate nel mondo, di cui non saprebbe neanche fare l’elenco. Ville del genere Arcore, per intenderci, mica casette a schiera. Nonostante questo ben di Dio, io sono impressionato soprattutto dalla notizia che diede una sera in casa della Santanché: sono intestati a lui duemila conti correnti. Lei se lo immagina?
• Ah, per me è tutto inimmaginabile.
Per me pure. Si sa però che il 2010 non sarà un anno altrettanto florido, almeno come previsione. Mondandori non ha distribuito la cedola, Mediaset e Mediolanum l’hanno tagliata. Il miliardo di liquidità che si trova nelle casse della Fininvest è stato congelato dai 750 milioni di risarcimento che il Tribunale di Milano in primo grado ha destinato alla Cir per la faccenda Sme. Fininvest ha dovuto negoziare una fidejussione da 806 milioni per tener tutto fermo fino alla sentenza definitiva.
• E gli altri parlamentari?
I più ricchi sono i deputati del Pdl. Santo Versace, 5.190.127 euro; Antonio Angelucci, 3.530.528; Amato Berardi, 2.788.482; Giuseppe Consolo, 2.524.904; Gaetano Pecorella, 1.490.083; Niccolò Ghedini, 1.345.235; Donato Bruno, 1.293.235; Giulia Bongiorno. 1.288.440; Denis Verdini, 1.282.034. interessante notare che, quando non stanno alla Camera, questi ricconi del centro-destra fanno solo due mestieri: o gli imprenditori (Versace, Angelucci, Berardi, Verdini) o gli avvocati (tutti gli altri). E che avvocati! Giulia Bongiorno, Gaetano Pecorella…
• Gli studi continuano a funzionare.
Sì, e non è chiaro se questo sia o no conflitto di interessi. La Bongiorno è andata a difendere Sollecito a Perugia. Altri professionisti famosi hanno preferito ritirarsi, magari temporaneamente, dall’attività. La Russa ha detto l’altro giorno da Mentana che non esercita più. Anche Tremonti ha smesso di fare il commercialista. Su La Russa l’abbandono della professione non ha pesato troppo (il suo reddito è stato nella dichiarazione 2009 di 517.078 euro), su Tremonti invece il taglio, almeno in termini di Irpef, è pesante. Il ministro è passato dai 4,5 milioni di reddito della dichiarazione 2008 a un imponibile 2009 di 176.897 euro, ridotto ulteriormente da oneri deducibili pari a 137.225 euro, per un saldo finale da tassare di appena 39.672 euro. Sono scesi anche Bersani (da 163.551 a 150.450 euro), Casini (da 142.130 a 123.005) e Bertolaso (da 1.013.822 a 613.403). Guadagnano sull’anno precedente Fini (142.243 euro contro 105.633), Schifani (190.643 euro, 31 mila in più rispetto al 2008), Bossi (156.405, + 22 mila), la Carfagna, 149.146 euro, 13 mila più dell’anno scorso. La bella ministra ha anche venduto la casa che aveva a Roma in via Cortina d’Ampezzo (zona di pregio, ma periferica) per comprarsene una in pieno centro, dalle parti del Tritone. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/3/2010]
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