Varie, 16 marzo 2010
LAZZARI Roberto
LAZZARI Roberto Brasile 1992 (~) Ballerino • «Il primo successo importante è arrivato a gennaio 2010, quando è stato scelto tra i venti selezionatissimi giovani ballerini di tutti i continenti per l’Arsenale della danza, a Venezia, superscuola internazionale della Biennale dove dialogano nuove generazioni e vecchi maestri. L’altro successo è la borsa di studio per un corso a New York alla prestigiosa Alvin Ailey American Dance [...] alto, sottile, aria dolce e ridente è il più giovane talento della danza italiana, il primo nero, figlio di quel melting pot etnico che fa guardare al nostro paese con meno paura. Di origini afrobrasiliane, adottato neonato da una famiglia del Veneto [...] racconta una storia felice. ”Sono nato nello stato di Bahia e sono venuto in Italia a otto mesi. Ho una foto del mio arrivo, accolto da una festa di tutto il condominio. I miei genitori sono veneziani. Mio nonno da bambino mi chiamava risoetto, il riccioletto, per via dei capelli neri e ricci. Vivo a Marcon, in provincia di Venezia, dove tutti mi conoscono e dove ho già ricordi bellissimi”. Umiliazioni, diffidenze, prese in giro per la sua pelle, quelle cose che riportano le pagine dei giornali, non le ha mai vissute. ”Ho letto di Balotelli, dei tifosi negli stadi… Purtroppo se hai la pelle di un altro colore, predomina uno stereotipo, invece di considerare la diversità una ricchezza. Ma a me non è mai capitato. L’Italia che conosco è un posto fraterno e pieno di passioni. [...]”. A segnargli la traccia della danza è stato l’animatore di un villaggio turistico in Sardegna, durante una vacanza. ”Disse ai miei che io e mia sorella - lei ha tre mesi meno di me ed è di origine etiope - eravamo molto portati. A 11 anni mi sono iscritto a Venezia al Centro di formazione professionale di Sabrina Massignani, l’insegnante che mi ha plasmato e mi ha fatto capire che la danza è la mia strada. Sì, forse c’entra anche il Brasile. Non ci non sono mai tornato, ma dipenderà da quelle radici se la danza è per me un modo di relazionarmi col mondo, di esprimere me stesso, una cosa che mi viene da dentro”. Lo dice anche Ismael Ivo, il direttore del Festival Internazionale di danza della Biennale di Venezia [...] ”Il corpo è come una biblioteca culturale e in questo Roberto ha un grande talento. [...]” [...]» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 16/3/2010).