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 2010  marzo 16 Martedì calendario

CALABRO’ E LA GARA DI ESPOSTI E TELEFONATE PER CONVINCERLO A FERMARE «ANNOZERO»

Mille carte volano intorno a a Michele Santoro e alla sua trasmissione. Ma anche tante telefonate. Ore 22 del 12 novembre 2009. Su Raidue sta andando in onda Annozero con una puntata dedicata alla richiesta di arresto per Nicola Cosentino. Mentre in studio parla Antonio Di Pietro, squilla il telefonino di Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Telecomunicazioni. Silvio Berlusconi: «Ma sta vedendo Annozero? Risposta: «Veramente no, sto seguendo un documentario...». Berlusconi: «Ma è una cosa indegna, indegna... » . Calabrò: «Presidente, domani visioneremo la registrazione e, se ci saranno gli estremi, interverremo. Buona sera». La registrazione viene visionata il giorno dopo ma gli uffici dell’Autorità non riscontrano irregolarità da sanzionare.
La telefonata di Berlusconi è solo uno dei tanti interventi compiuti a vario titolo e con vari metodi sull’Agcom, sempre sulla trasmissione condotta da Michele Santoro. E incrociando varie fonti si scopre che anche Corrado Calabrò, magistrato e uomo certo non vicino politicamente alla sinistra, resiste a mille pressioni concentrate su un punto: neutralizzare la trasmissione di Michele Santoro.
Esempio clamoroso il 23 settembre 2009. Mauro Masi, travolto da un mare di polemiche per il contratto di Marco Travaglio ancora da chiudere, scrive a Calabrò ricordando la multa inflitta alla Rai per la partecipazione del giornalista alla puntata del 10 maggio 2008 di Che tempo che fa (Travaglio paragonò Schifani a «una muffa» e parlò di «amicizie mafiose». La Rai venne sanzionata dall’Agcom per 10.000 euro): «Voi, con delibera del 21 gennaio 2009, avete ravvisato la violazione dei principi di completezza, lealtà, imparzialità e correttezza propri del servizio pubblico... Si chiede che codesta Autorità voglia cortesemente specificare se la diffida assuma rilevanza (eventualmente anche ai fini di paventati profili di « culpa in eligendo ») in ordine alla contrattualizzazione, quale collaboratore esterno, del giornalista Marco Travaglio, già oggetto di provvedimento sanzionatorio. Nell’ambito della procedura di contrattualizzazione non può comunque prescindersi da quanto rilevato da codesta Autorità considerato che Annozero, per la quale la stessa dovrebbe formalizzarsi, è parimenti oggetto di sanzioni». Il riferimento di Masi è alla delibera votata sempre il 21 gennaio 2009 quando la Rai venne multata (51.646 euro) per l’Annozero del 1° maggio 2008 per il servizio su Beppe Grillo in piazza che attaccava duramente Giorgio Napolitano. In pratica Masi sembra chiedere a Calabrò e all’Agcom uno strumento da usare in Consiglio di amministrazione per dire no al contratto di Travaglio.
E qui, stando alle carte, arriva il vero colpo di scena. La risposta di Calabrò: un no secco, «sarebbe censura preventiva». Dice Calabrò: «Il quesito non appare proponibile nei termini in cui è formulato perché questa Autorità – come già fatto in relazione ad altre trasmissioni – non può esprimere pareri di legittimità ex ante, tanto più per trasmissioni non realizzate che diventerebbero una sorta di censura preventiva delle trasmissioni, ed è invece onerata della vigilanza ex post sulle violazioni delle norme vigenti e del contratto di servizio. Non si può quindi chiedere, hysteron proteron (locuzione greca che indica una figura retorica, dire per primo ciò che è accaduto per ultimo; ndr) a questa Autorità un giudizio preventivo» circa il possibile ripetersi di sanzioni «per il solo fatto della prevista partecipazione a un programma di un giornalista il quale, in una precedente occasione, ha avuto la diffida».
Il materiale che riguarda l’Agcom parla chiaro. La lettera di Masi è solo il primo anello di una catena di richieste sempre uguali, rivolte agli uffici di Calabrò per le trasmissioni di Santoro: bloccare la trasmissione prima che vada in onda. Il 28 settembre 2009 i legali di Gianpaolo Tarantini inviano un esposto per la trasmissione del 24 settembre sul caso D’Addario («vicenda processuale tutta da verificare») e chiedono un intervento preventivo per la nuova puntata, fissata per il 1° ottobre. Calabrò: non sanzioniamo ciò che non è andato in onda e non è in nostro potere occuparci di «ipotetici reati penali quali la violazione del segreto investigativo». Altro capitolo, l’11 novembre. I legali di Cosentino chiedono un intervento preventivo per la puntata del giorno successivo, il 12 novembre, in cui Santoro avrebbe sicuramente parlato del suo caso. Proprio la puntata per cui Berlusconi telefonerà a Calabrò. Risposta-fotocopia di Calabrò: impossibile «effettuare alcun intervento ex ante sulla trasmissione» essendoci compiti «della sola vigilanza ex post ». Infine l’esposto del 2 dicembre 2009 da parte degli avvocati di David Mills che chiedono l’intervento dell’Agcom per la puntata del giorno seguente, il 3 dicembre. Replica identica alle altre: non possiamo «effettuare alcun intervento repressivo sulla trasmissione ancora non andata in onda», ci occupiamo solo ex post del rispetto delle norme vigenti.
Paolo Conti