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 2010  marzo 16 Martedì calendario

Birch Diane

• (Stati Uniti) 24 gennaio 1983. Cantante • «Nascere figlia di un pastore avventista della Chiesa del settimo giorno può non essere un problema, se tuo padre ama la musica e non pensa che il rock sia una delle tante invenzioni del diavolo. Diversamente, se papà ogni volta che ti vede strimpellare attacca sermoni infiniti sui risvolti blasfemi dello studio del pianoforte, la reazione più normale è quella che ha avuto Diane Birch. Questa stellina [...] del rock nata in Michigan e cresciuta in Zimbabwe, a 14 anni ha salutato tutti ed è scappata a Los Angeles. ”Non ne potevo più - confessa - dopo l’Africa con la famiglia siamo tornati a Portland nell’Oregon”. Non proprio la città del divertimento. ”Una noia mortale. Per volare, almeno con la fantasia, ho cominciato a sviluppare una passione per la goth-fashion passando le mie giornate cercando nei negozietti vestiti neri di pizzi e organze. Mi truccavo la faccia con la biacca e il rossetto nero, incutendo una certa tristezza nel prossimo ma divertendomi un sacco”. Perché Los Angeles? ”Perché lì ci sono i grandi alberghi ed essendo una pianista sapevo che avrei trovato posto come musicista da lounge-bar. Per la verità ”speravo’ di trovare lavoro: è andata bene. Frequentando quegli ambienti (Beverly Hilton, Mondrian Hotel ecc ecc.) mi è capitato di conoscere Al Pacino, Tom Cruise, Prince e un sacco di altri attori che vedendomi così giovane e bravina hanno cominciato a far girare il mio nome. stato grazie al passaparola che sono arrivata all’orecchio di quello che oggi è il mio produttore. Lo inseguivo da un anno per chiedergli se mi avrebbe mai concesso un’ora del suo tempo continuando a lasciargli messaggi nella segreteria telefonica. Un giorno mi ha chiamato ed eccomi qua”. Prince le ha offerto di suonare prima di un suo show e David Letterman l’ha invitata per sentirle cantare Nothing but a miracle che fa immediatamente tornare alla mente le voci di Carole King, Carly Simon, Laura Nyro o Sarah McLachlan. [...]» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 16/3/2010).