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 2010  marzo 16 Martedì calendario

PERDE COLPI LA MACCHINA DI PUTIN

«Vladimir Susloparov è morto ». Far girare volantini con la notizia ( falsa) della scomparsa del rivale era l’ultima speranza di Valerij Belosheikin, sindaco di Asbest, una cittadina nella regione di Sverdlovsk. Il lugubre espediente nonè servito: Susloparov, indipendente, ha vinto le elezioni locali russe di domenica scorsa con il 48,11% dei voti, portando via la poltrona al candidato di Russia Unita. Una delle piccole vittorie che disegnano un quadro inconsueto: Russia Unita, il partito del potere abituato alle maggioranze assolute, ha vinto quasi ovunque, ma registra un brusco calo di consensi rispetto alle parlamentari del 2007. Negli Urali, la regione di Asbest, il risultato peggiore: una perdita del 25% per scendere sotto il 40% dei voti; a Irkutsk, nel cuore della Siberia, lo smacco della sconfitta per mano del candidato comunista, Viktor Kondrashov, eletto sindaco con il 62% contro il 27.
Vincere senza vincere: anche se Russia Unita resta il primo partito, il voto in alcune regioni è stato «una catastrofe», secondo Aleksandr Kynev, analista politico intervistato dalla radio Ekho Moskvy. Trentadue milioni di russi su 110 erano chiamati a votare in otto assemblee regionali, in decine di consigli cittadini e per cinque poltrone di sindaco: 76 su 83 le regioni coinvolte. In altri tempi superare ovunque il 50% dei consensi era cosa scontata, aver ottenuto di meno per Russia Unita è un richiamo alla realtà. I suoi candidati, edinorossy come li chiamano qui, hanno pagato così la crisi economica, gli aumenti dei prezzi di elettricità e gas, la crescita della disoccupazione. Questo e una crescente insofferenza verso il potere, gli abusi, la corruzione, una burocrazia soffocante, stanno facendo germogliare qua e là la protesta. Forse ancora insufficiente a intaccare seriamente la popolarità di Vladimir Putin - capo di Russia Unita - ma sicuramente segnale preoccupante per il Cremlino.
Finora la contestazione non era mai andata al di là di persone ed episodi isolati: i "soliti" leader dell’opposizione fermati dagli Omon delle forze speciali a ogni manifestazione di protesta, i pochi attivisti stretti intorno ai propri eroi caduti in difesa dei diritti umani, Anna Politkovskaja, Stanislav Markelov, Natalja Estemirova. Da qualche tempo, goccia su goccia, le voci si moltiplicano, incrinando l’impressione che Putin regni con il consenso del paese, compatto, alle spalle. Hanno cominciato in 10mila, a Kaliningrad, a fine gennaio: in piazza contro gli aumenti delle bollette e delle tasse sull’automobile. La protesta si è conclusa con la richiesta di dimissioni del primo ministro. Duemila a febbraio, sul lago Bajkal, contro la riapertura di una cartiera di Oleg Deripaska che minaccia l’ecosistema della regione. Altre duemila persone, domenica scorsa, hanno chiesto la chiusura di un impianto petrolifero da cui ogni giorno si leva una foschia grigio-azzurra densa di benzopirene che va ad avvolgere la cittadina di Slavjanka, ai confini con la Corea del Nord.
Parlano le vittime degli abusi di una polizia corrotta, gli agenti di polizia in rivolta contro i superiori, gli innocenti finiti in carcere per accuse fabbricate. come se queste voci volessero prendersi lo spazio che le timide aperture di Dmitrij Medvedev hanno cominciato a concedere alla società civile. Così una settimana fa Jurij Shevchuk dei Ddt, una delle band russe più popolari, è stato coperto di applausi quando a un concerto ha attaccato il regime: basta soprusi, basta illegalità.
Ora un lento fiume in crescita architetti,ingegneri,autisti,studenti, pensionati - ha trovato il coraggio di andare oltre, e firmare un appello pubblicato sul sito www. putinavotstavku. ru, qualcosa come "putindimettiti.ru". un manifesto anti-Putin,un attacco senza precedenti scritto dai leader dell’opposizione. un attacco durissimo a un sistema autoritario e corrotto «che ha portato la Russia in un vicolo cieco », e che non potrà mai cambiare ritornando sulla strada della democrazia finché Putin avrà il controllo. Putin, affermano gli autori del manifesto, ha privato i cittadini di ogni diritto, li ha condannati alla povertà e a un futuro senza ideali. La modernizzazione di Medvedev è artificiale, scrivono, fa da paravento all’autoritarismo del regime: «Questa è una croce che la Russia non può più portare».
Stanno firmando in tanti, in cinque giorni 8.700 persone hanno osato mettere online nome, cognome, città, professione. La loro è una critica che finora non era mai stata ammessa.Un’altra si prepara sabato a Kaliningrad, dove è in programma una nuova manifestazione che il governo ha fatto di tutto per far annullare, spingendo il governatore ad accogliere le richieste dei dimostranti. L’anno scorso in un caso simile, a Vladivostok, Putin aveva spedito un aereo di agenti anti- sommossa, ma forse i tempi sono cambiati: «Abbiamo bisogno di queste sconfitte- ha ammesso ieri Boris Gryzlov, leader esecutivo di Russia Unita - per comprenderne le cause, e correggerle».