Varie, 16 marzo 2010
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Spinoso Annalisa
• Palermo 7 gennaio 1980. Giornalista. Autrice del servizio mandato in onda il 15 ottobre 2009 durante il programma Mattino 5 che definiva «stravagante» il giudice Raimondo Mesiano (pochi giorni prima aveva condannato Fininvest a versare alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro come risarcimento per il danno subito nel lodo Mondadori) perché «indossava pantaloni blu, mocassini e calzini turchesi». Nel marzo 2010 sospesa per 2 mesi dall’ordine dei giornalisti della Sicilia (Andrea Montanari, ”la Repubblica” 16/3/2010) • «[...] La giornalista [...] parlava di ”stravaganze”, ha sottolineato che ”l’ennesima sigaretta della mattina” fosse ”uno spot all’incontrario” e descritto i calzini del giudice Mesiano come ”un’altra stranezza” [...] Oltre che per il contenuto, la polemica si è sviluppata perché il servizio è andato in onda su Mediaset, azienda della famiglia Berlusconi interessata dalla sentenza sul Lodo Mondadori a firma del giudice Mesiano. [...] ”[...] Lei lavora qui dall’inizio: è una cronista, non una giornalista politica. A riprova che quello non era un servizio politico” (Claudio Brachino, ndmp) [...]» (E. Mu., ”Corriere della Sera” 17/10/2009) • «[...] Sono tre i giornalisti Mediaset messi sotto accusa dall’Ordine per il servizio sul giudice Mesiano [...] Oltre alla cronista Annalisa Spinoso [...] il direttore del programma Claudio Brachino e il caporedattore Antonello Sette. Il taglio dato al servizio, secondo l’atto di incolpazione contro la cronista, avrebbe avuto la finalità di ”rendere ridicolo” il magistrato, ”evidenziando pretesi comportamenti impropri e strani”. Contro la Spinoso l’aggravante ”di aver agito nei confronti del giudice autore di una sentenza che aveva condannato la Fininvest, società cui è riconducibile la rete televisiva per la quale l’incolpata lavora”. L’atto d’accusa è successivo all’interrogatorio reso il 23 ottobre all’Ordine siciliano. Quarantadue pagine che ricostruiscono l’accaduto. Il direttore del programma Brachino, la sera del 14, ha un dvd che riprende di nascosto Mesiano. La giornalista non è in grado di dire chi ne è l’autore. Per l’Ordine ”è stato illecitamente acquisito e non aveva alcun riferimento al ruolo del giudice e alla sua vita pubblica”. Alle 7 del 15 ottobre, la cronista riceve le telefonate di Brachino e del caporedattore: le chiedono di fare ”un pezzo di colore”. L’Ordine chiede: ”Di gossip?”. ”Sì, di gossip”, risponde la cronista, specificando di aver fatto altri servizi del genere, per esempio ”su Pietro Maso” (che assassinò i genitori), ”o Marco Furlan” (componente del sodalizio criminale Ludwig). La giornalista precisa: ”Non voglio equiparare la figura di un magistrato a quella di Furlan...”. Le chiedono ”se abbia cercato il giudice Mesiano per sapere la sua versione”. Risposta negativa. La giovane giornalista confessa che non sapeva nulla sul giudice. ”Ho sentito dei colleghi del Giornale. Dicevano di averlo visto in piazza del Duomo vestito da turista berlinese”. Da qui la decisione di definire ”stravaganti” i comportamenti di Mesiano. [...]» (Emilio Randacio, ”la Repubblica” 26/11/2009).