Stefano Nazzi, Gente, 16 marzo 2010, pag. 34, 16 marzo 2010
CARCERI
Il carcere di San Vittore di Milano è diretto da una donna, Gloria Manzelli. Tre vicedirettori sono donne. Anche il capo degli agenti di polizia penitenziaria è donna. 1.580 detenuti in una struttura che ne può ospitare 800. Gli stranieri sono il 60-70 per cento. E’ molto elevato il numero di detenuti sotto i 25 anni, cosidetti "giovani adulti". San Vittore è una casa circondariale, un carcere cioè di transito, dove entrano fino a 50 persone al giorno.
E’ una donna a dirigere anche il carcere di Bollate, Lucia Castellano. Con lei ci sono due vicedirettori donna. Si tratta di una casa di reclusione, cioè per condannati definitivi con pene di breve-medio periodo. Inaugurato nel 2000 ospita 1040 detenuti ma la capienza è di 1400 posti. Una buona parte della sua popolazione lavora all’esterno delle mura e rientra alla sera. E’ un carcere esempio studiato in tutta Europa. Lo chiamano il "carcere delle porte aperte" perchè le porte delle celle non vengono mai chiuse. Qui i detenuti svolgono delle attività, imparano professioni, studiano. In questo carcere è stato abolito il muro tra chi ha compiuto reati sessuali e gli altri. "Abbiamo chiesto a chi è in carcere a Bollate di fare uno sforzo e rinunciare a regole e valori fondamentali del loro mondo".
La direttrice della casa circondariale di Reggio Calabria, Maria Carmela Longo, ha deciso di vivere dentro le mura con la sua famiglia. "Certo, se a mio figlio assegnassero un tema dal titolo ’Parlaci dei tuoi vicini di casa’, ci sarebbe da ridere".