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 2010  marzo 16 Martedì calendario

MIRELLA ED EMANUELA, STESSO DESTINO: ORA SI INDAGA SUI LEGAMI FRA I DUE CASI

Mirella ed Emanuela, stesso destino. Anno 1983: svanite nel nulla. 7 maggio e 23 giugno. Due fascicoli che hanno sempre ”viaggiato” insieme. Senza risultati. Perché i depistaggi, sin dall’inizio, hanno riguardato entrambe le indagini. Due fascicoli che adesso tornano uniti, perché il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Simona Maisto, titolari delle nuove indagini sul sequestro Orlandi, vogliono accertare se Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni, ”Ciletto” e ”Giggetto”, sospettati di avere pedinato e rapito la giovanissima cittadina vaticana, abbiano seguito e fatto sparire Mirella, figlia di ristoratori romani. E se Sergio Virtù, presunto autista di Enrico De Pedis, abbia avuto un ruolo nella scomparsa di Mirella. A ”incastrare” Virtù è stata una telefonata. A dicembre, una donna ungherese, intercettata per altri fatti, dice a Sergio di avere letto su Internet che ci sono sviluppi sul caso Orlandi. Secca la replica dell’uomo: «In vita mia ho fatto alcuni errori, ma ho avuto anche i miei vantaggi». Per gli investigatori è la pista giusta: «Sergio», per la superteste Sabrina Minardi, era l’autista di ”Renatino”. La donna ungherese viene convocata e conferma: quel suo amico le ha sempre «lasciato intendere di avere a che fare col caso Orlandi». La Minardi e Fabiola Moretti, pentita della Magliana, lo riconoscono. E Virtù ammette di avere frequentato almeno un uomo della banda, Claudio Sicilia: «eravamo fidanzati con due sorelle».
Era stata la mamma di Mirella a riconoscere, negli identikit mostrati per il sequestro Orlandi, due uomini che la sera prima della scomparsa della figlia erano nel suo bar. Ed era stata la mamma di Mirella a indicare un uomo che faceva la scorta al papa: una faccia già vista nel locale. Poi le voci anonime, al telefono, hanno accomunato esplicitamente le due vicende. Messaggi per comunicare anche che Mirella era stata scelta durante un’udienza papale. Infine Raul Bonarelli, il vicecapo della sicurezza vaticana, indagato per entrambi i sequestri.
Era il ”97 quando l’allora giudice istruttore Adele Rando bollò come un depistaggio la pista internazionale, usando parole pesantissime nei confronti del Vaticano. La mamma di Mirella, dopo avere indicato quell’uomo, non confermò il riconoscimento. Ma il giudice mandò in procura gli atti: uno stralcio a carico di Bonarelli. L’ingegnere è uscito dalle indagini pochi anni fa. Archiviato.
Adesso toccherà a Mario il telefonista, il quarto uomo identificato, presentarsi dai pm.
Roberto Leonardi, avvocato Virtù non ha dubbi: «Fornirà elementi per dimostrare la sua estraneità ai fatti. Speriamo possa presentarsi dai pm a piede libero». Per gli uomini della Mobile che lo intercettavano, Virtù, condannato in primo grado per bancarotta, stava per prendere la cittadinanza moldava e fuggire. E’ bastata una nota alla procura Generale perché finisse in manette. Oggi al Riesame, domani in corte d’Appello si discuterà la sua posizione. E il presunto autista di ”Renatino” potrebbe tornare libero.
Cassani, ai microfoni di ”Chi l’ha Visto”, respinge ogni accusa: «La Minardi è inattendibile. De Pedis non si sarebbe mai confidato con lei».