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 2010  marzo 16 Martedì calendario

SONDAGGIO CHOC IN GERMANIA: UN TEDESCO SU 4 RIMPIANGE IL MURO

Un tedesco dell’Est su sette venderebbe il proprio diritto di voto a un partito, non importa di quale colore, per cinquemila euro. All’Ovest la quota scende a uno su dodici. Questo è però solo il dato curioso di un sondaggio scioccante pubblicato ieri in Germania. Dal complesso delle risposte esce il quadro di un Paese in crisi d’identità profonda, una nazione che dopo la riunificazione del 1990 è convinta che le cose andassero meglio prima. Soprattutto, dipinge una Germania incerta su un valore come la libertà e confusa su socialismo, mercato del lavoro, sicurezze nella vita. Indirettamente, racconta di una differenza colossale tra opinioni delle classi dirigenti e della popolazione.
I sondaggi d’opinione vanno presi con prudenza, non sempre la loro fotografia è a fuoco. Questo fornisce però numeri difficili da nascondere sotto il tappeto. stato realizzato dalla Emnid – 1001 intervistati – in occasione della trasmissione in tv, ieri sera, di un film – Die Grenze, Il confine – che sta creando polemiche: parla di neonazisti nel Brandeburgo, la regione attorno a Berlino che arriva alla frontiera con la Polonia, ed è stato finanziato con denaro pubblico. Nell’occasione, si sono volute misurare le certezze ideali del Paese. Primo risultato, non ancora del tutto sorprendente: il 23% dei tedeschi occidentali e il 24% di quelli orientali vorrebbero che il muro tra le due Germanie tornasse. Si stava meglio prima, più ricchezza a Ovest, meno competizione sociale a Est. Nostalgia che, probabilmente, si può ritrovare anche in altri Paesi: il Muro di Berlino cadde alla fine degli anni 80 e da allora la qualità della vita non è molto migliorata in quasi tutto l’Occidente e in alcuni Paesi che vivevano di là della Cortina di ferro. Secondo risultato, che inizia a fare agitare sulla sedia: i cittadini che considerano la libertà un obiettivo politico importante sono il 42% del totale nella ex Germania ovest e il 28% nei Länder che formavano la Ddr.
Saranno stati i costi della riunificazione, la crisi finanziaria, le riforme al Welfare state, fatto sta che la libertà oggi sembra essere per i tedeschi un valore o scontato o non troppo importante. Di priorità il sondaggio ne rivela altre. il quarto risultato, quello che fa cadere dalla sedia: il 72% dei tedeschi occidentali e l’80% di quelli orientali dicono che possono immaginare di vivere in uno Stato socialista che garantisca occupazione, sicurezza, solidarietà. Ovviamente, dimenticano che la Ddr e il suo modello sovietico assicuravano occupazione finta, sicurezza nella povertà e solidarietà a favore delle élite. Ma il vero punto che raggela è la fragilità delle convinzioni della maggioranza dei tedeschi nel sistema di mercato, che tra l’altro in Germania è accompagnato da un fortissimo lato sociale di solidarietà e sostegno ai redditi garantito dal sistema di Welfare. Al di là dei sondaggi d’opinione, le convinzioni democratiche e la scelta di modello economico della Germania unita non sono in discussione. Ancora meno le azioni dei suoi governi. Nell’anima diffusa – suggeriscono le percentuali di ieri’ gli scorsi venti, difficili anni hanno però scavato a fondo: la confusione interiore è evidente.
Danilo Taino