Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 16 Martedì calendario

«VOTARE? NON SERVE A NIENTE»

«Il mio partito ha vinto ampiamente le elezioni. Ma non ci ascolta nessuno. Che tristezza ». Firmato Louis, 20 anni. Domenica scorsa alle urne non si è presentato. E ieri ha inviato un commento al sito del quotidiano Le Monde, che ha aperto un forum proprio per loro, gli astensionisti. Sì, il primo partito di Francia, pari al 53,6% degli aventi diritto al voto. Uno scenario previsto alla vigilia, ma non a questi livelli.
Chi sono? I francesi conservatori delusi da Nicolas Sarkozy e che non hanno trovato alternative? una delle spiegazioni, ma è davvero troppo riduttiva, tanto più che numericamente non può reggere. Secondo un sondaggio di Opinionway, ha disertato le urne il 44% dell’elettorato di destra, ma pure il 39% di quello di sinistra. E l’astensionismo più elevato è stato registrato nel nord, tradizionalmente a sinistra: a Roubaix, città operaia, vittima della delocalizzazione industriale, con un esercito di disoccupati sempre più folto, non ha votato oltre il 70% degli elettori.
Insomma, il fenomeno va oltre Sarkozy. « il riflesso della delusione nei confronti della politica in generale. E la situazione è aggravata dalla crisi», sottolinea Frédéric Dabi, direttore dell’Ifop, uno dei principali istituti di sondaggi. In un’inchiesta condotta a caldo da Ifop, il 29% di chi non ha votato si è giustificato sottolineando che «le elezioni non cambiano niente alla nostra vita quotidiana » e il 28% si è detto «disinteressato dalla politica».
«A cosa serve votare? Tanto poi i politici fanno quello che vogliono. L’ultima volta che l’ho fatto, ho detto no al trattato europeo di Lisbona, come la maggioranza dei francesi. Ma chi ci governa ha fatto di testa sua», ha scritto su www.lemonde. fr Chantal, 50 anni, fra i numerosi astensionisti a essersi scatenati sul sito.
Alle ultime presidenziali del 2007, molto combattute, la partecipazione era stata elevata (84% al primo turno). Ma per il resto in Francia il fenomeno aumenta progressivamente da qualche anno. Quello di domenica per le regionali è stato un record assoluto, ma alle europee del 2009 era stato quasi il 60% a disertare le urne. la prima volta che si organizzano regionali da sole, non associate a legislative o cantonali: anche questo può avere avuto un’influenza. Non solo: le regioni (e malgrado una legge del 13 agosto 2004 che ne ha esteso le competenze) contano ancora ben poco. Dispongono di poteri nel campo degli aiuti alle imprese, organizzano il trasporto ferroviario locale e sono responsabili dell’edilizia scolastica, ma niente di comparabile, soprattutto in settori come la sanità, all’Italia.
« evidente che dobbiamo procedere il più rapidamente possibile alla riforma degli enti locali», ha sottolineato ieri Alain Marleix, sottosegretario all’Interno. uno dei grandi cantieri di Sarkozy, che comunque ha dovuto ridimensionare notevolmente le sue ambizioni iniziali (avrebbe voluto eliminare le province, ma alla fine nel suo progetto è prevista solo una parziale fusione di quel livello amministrativo con le regioni, per rafforzare questi ultimi enti). una delle sfide che attende il presidente nei prossimi mesi. Non è la sola.